- vittorio baccelli - i racconti -

- apparso per la prima volta su "mainframe" - letto in pubblico più volte prima della pubblicazione -

vittorio baccelli

7KK3

 

-         L’ho acquistata da un agente della yakuza che è di stanza sull’avamposto lunare dice Alfio, mentre dalla ventiquattrore estrae un sacchetto di vinile pieno di    granelli che sembrano di plastica.

-         Ma che droga è? – chiede Attilia, la scultrice del gruppo.

-         Dicono che sia una droga anti-entropica, che fa fare viaggi indietro nel tempo, ma chi l’ha studiata non ci ha capito nulla, è stata sequestrata in un hangar privato sull’avamposto, il magazzino era zeppo di roba, la quantità è enorme, pensate che ogni granello è sufficiente per un viaggio di venti ore. Anche la società che era proprietaria del magazzino è risultata una società fantasma, nessuna traccia di chi sia stato il proprietario della roba e dove sia stata prodotta. Governo e yakuza si sono trovati ad un punto morto, era pertanto arrivato l’ordine dall’alto di distruggere il tutto, ma si sa come vanno a finire queste cose.

Sette persone si trovano in questo preciso momento in un salotto sito in un appartamento di lusso al centoventesimo piano di un grattacielo d’una metropoli americana, fanno parte di un club molto esclusivo, di soli creativi super affermati nel mondo, che usano abitualmente ogni tipo di droga legale ed illegale per stimolare la loro creatività, che per loro è fonte primaria di profitto.

Alfio, quello che ha procurato questa volta la droga, è un geniale programmatore di una multinazionale specializzata in ologiochi.

Attilia è considerata dalla critica la migliore scultrice del pianeta, le sue opere sono conservate nei migliori musei e nelle case dei più ricchi e potenti del mondo.

Roona è l’unica africana del gruppo, alta quasi due metri, ama stare completamente nuda quando è in compagnia di amici (ed anche tra gli sconosciuti), è proprietaria di una grande industria di cosmetici e cura personalmente ogni pubblicità dell’azienda.

Vincent è uno scrittore di grido, i suoi libri sono stati tutti dei successi e da essi sono stati tratti numerosi olofilm e programmi sistim.

Fiona è in realtà un gay con impiantate un paio di tette da sballo, una donna bellissima all’apparenza con un viso d’angelo da star del sistim, ma con un cazzo super funzionale sui due sessi all’occorrenza. Lei è un killer, uno di quelli superpagati e superprofessionali. Ha anche una agenzia investigativa con filiali sparse per tutto il pianeta. Attenti al suo bellissimo fisico, è zeppo di letali trappole impiantate.

Sostiene che la sua professione è un’arte ed è richiesta da stati, multinazionali e yakuza, la creatività, dice sempre lei, è fondamentale per il suo lavoro, da qui il suo interesse per le droghe più strane ed imprevedibili.

Paul è il pittore del gruppo, inutile aggiungere che le sue opere olografiche o ad olio sono contese a pacchi di crediti, ha anche un contratto in esclusiva con la Sendai per la creazione di protesi artistiche e per gli scenari dei programmi indotti.

Cicci è la pornostar sistim del gruppo, possiede una catena erotica, la più famosa, il suo amore reale, virtuale, in rete è il più sofisticato che mai si sia visto sulla Terra.

Le sue orge confezionate con gli induttori delta sono le più ricercate in assoluto.

Ha un contratto di consulenza erotica con il Cronodrome.

E così Alfio, Attilia, Roona, Vincent, Fiona, Paul e Cicci hanno dato vita, anni addietro, al gruppo più esclusivo di ricerca esistente sul pianeta.

Ricerca di creatività estrema, di esperienze al limite, confezionate attraverso l’uso delle più disparate droghe.

Una ricerca dedicata alla conoscenza, alla creatività, finalizzata ad applicazioni pratiche nelle loro professioni, finalizzata cioè al profitto.

-         Ha un nome questa sabbia?

-         Chi l’ha inutilmente studiata gli ha affibbiato una sigla: 7KK3.

-         Via, proviamo che cazzo di merda è! – dice Roona, mentre sbaraccata su una comoda poltrona già si è tolta tutte le sue vesti e con il medio della mano destra infilato nella sua fessura comincia a stimolarsi.

Alfio con un coltellino estrae dal sacchetto alcuni granelli di droga, aiutandosi con una matita versa sette granelli su altrettante tartine al burro e caviale che sono su un vassoio posato su un tavolinetto, esclamando: – Buon appetito!

Ognuno prende una tartina ed inizia a mangiarla.

Dei calici con champagne accompagnano la deglutizione, Alfio e Cicci si passano una canna, mentre Vincent sniffa un po’ di neococa.

Attilia, la padrona di casa, abbassa le luci ed ordina al computer di diffondere musica new age ovattata e rilassante.

L’oloschermo in un angolo discretamente si attiva e trasmette scene di spettacolari paesaggi australiani.

Alfio e Attilia si stendono sui divani, Vincent, Paul e Cicci si mettono comodi tra tappeti e cuscini.

Fiona si alza, si sfila gonna e slip mostrando un cazzo duro in piena erezione sullo splendido corpo di donna, s’avvicina a Roona che è sempre seduta nuda sulla poltrona, le solleva le gambe ed inizia ritmicamente a penetrarla.

Dopo qualche minuto tutti gli occupanti della stanza rimangono immobili, il viaggio è iniziato ed i sette appartenenti al club esclusivo stanno rivivendo scene del loro passato.

Alfio assiste ad una noiosa lezione universitaria.

Attilia è con i suoi genitori a Future Word, il parco giochi più famoso dei tempi della sua infanzia.

Roona è in crociera col suo primo ragazzo, fu un viaggio indimenticabile.

Vincent sta rivivendo il giorno in cui suo padre lo violentò.

Fiona è ora un bambino di tre anni che sta giocando col suo robot preferito.

Paul è ad una cerimonia di premiazione ove pensava di aver vinto il primo premio (e l’assegno), invece si classificò prima una stronzetta che non sapeva neppure disegnare, però sapeva scopare bene con i membri della giuria.

Cicci è al supermercato con la zia e cerca di sbrigarsi perché ha uno dei suoi primi appuntamenti.

E per venti ore tutti viaggiano nel proprio passato, al rientro sono immersi nei loro pensieri e nessuno ha voglia di comunicare.

-Chi ne vuole per fare i compiti a casa? – fa Alfio, tutti scuotono la testa, solo Paul estrae da una tasca del bomber un portapillole d’argento, lo apre, lo infila nel sacchetto di plastica con la droga e lascia che un piccolo pizzico di grani si depositi all’interno, poi con un clic lo richiude.

Tutti si rivestono ed escono dall’appartamento.

Paul per alcuni giorni si dimenticherà della droga nel portapillole, ma una sera decide di prenderne un grano.

E’ nell’asilo del quartiere coi compagni di allora ed i genitori che alla sera vengono a riprenderlo, poi a casa a guardare i cartoni ed a giocare con la sua sorellina.

Il giorno seguente Paul riprova la droga e si trova nel corpo di una giovane donna nel ventesimo secolo, una commessa e con lei lavora tutto il giorno, poi cena in pizzeria con le amiche ed infine tutte al cinema.

Incuriosito, due giorni dopo Paul decide di riprendere la droga.

                            < Mancano tre minuti…ore 8.12 antimeridiane. >

Controlla gli altimetri ed i vari indicatori, tutto è in regola, l’aria della cabina è pregna del familiare odore del carburante miscelato all’aroma inconfondibile che emanano i motori quando vanno a pieno ritmo.

Gli indicatori sono OK, il rombo è regolare, tutto procede come da manuale.

Sposta la leva che spalanca il grande portello sotto la fusoliera e si ode il familiare sibilo dell’apertura in volo, dopo alcuni secondi s’accende una luce verde, tutto è ancora OK.

                             < Mancano due minuti…ore 8.13 antimeridiane.>

Preme i due bottoni di sganciamento e si ode il sommesso ronzio di un motore elettrico che entra in funzione mentre dal finestrino le nubi scorrono veloci.

                               < Manca un minuto…ore 8.14 antimeridiane.>

Paul afferra la leva che si trova a fianco del suo seggiolino e si tiene pronto a spostarla, si aggiusta le cuffie su gli orecchi mentre inizia il conto alla rovescia, meno cinque…meno quattro…meno tre…meno due…meno uno… ore 8.15 antimeridiane,                                                                                    

                                                        < ORA!>

Paul sposta la leva a sinistra e dopo un secco TOC, s’ode un leggero sibilo.

-         Sgancio OK – dice al microfono.

Il bombardiere vira leggermente a sinistra ed i motori ora a pieno regime fanno schizzare in avanti l’aereo.

Lo scorrere del tempo si ferma per l’equipaggio, poi vi è un lampo abbagliante che trasforma ogni visione in bianco e nero, segue un silenzio totale, innaturale rotto da una voce negli auricolari – Dio mio, che abbiamo fatto!

Paul si rende conto che è lui ad aver parlato.

Dopo il lampo passa un tempo interminabile, poi l’aereo viene afferrato da un vortice d’aria che lo spinge ancor più velocemente in avanti, lo fa più volte sussultare, lo getta verso il basso, lo risolleva, lo spinge di lato con l’intera struttura che sinistramente scricchiola, lo prende nelle sue spire come una tempesta fa con una foglia secca, infine lo fa schizzar via lontano e, mentre finalmente l’assetto va normalizzandosi e le vibrazioni diminuiscono d’intensità giunge un rombo violento formato da mille tuoni che assorda il già provato equipaggio.

Le strutture del bombardiere hanno miracolosamente retto, non si ode più il solito familiare rombo regolare, da uno dei motori esce una sottile scia di fumo azzurrognolo e l’aereo procede a sbalzi, ma gli indicatori segnalano che il velivolo è ancora affidabile e probabilmente sarà in grado di rientrare alla base.

Paul scorge tra la strumentazione del B-29 un oggetto di metallo: un calendario che con cilindri scorrevoli segna la data, a fianco vi è la foto di una sorridente ragazza.

Stacca il piccolo calendario magnetico dal cruscotto per osservarlo meglio…

Il trip ha terminato i suoi effetti, si ritrova seduto su una poltrona del suo studio, madido di sudore e tremante.

Questa volta il rientro è stato shockante, troppo improvviso.

Si guarda intorno per rifasare la mente ed osserva uno ad uno i particolari familiari e rassicuranti del proprio studio.

Quando la coscienza inizia a rifluire normalmente si rende conto che la sua mano destra è contratta e dolorante.

L’arto sta con forza serrando un oggetto e lo stringe talmente freneticamente da fargli molto male.

Lentamente apre una ad una le dita doloranti con le nocche divenute bianco-ghiaccio, e vede il calendario metallico che aveva preso sul bombardiere.

Guarda il volto della ragazza sorridente, poi legge la data: 6 AGOSTO 1945.

Sotto il volto della ragazza una minuscola scrittura in lapis direttamente sul metallo “Enola Gay & Little Boy”.

 

 

 

 

 

 

Hiroshima, 6 agosto 1945. Un solo ordigno ed un enorme fungo di fumo inghiottì un’intera città di 340mila abitanti. Il giorno dopo solo 90mila erano ancora vivi, sia pure feriti ed irradiati. Gli effetti devastanti della radioattività si protrassero per generazioni e il terrore nucleare, cominciato da quel 6 agosto del 45, è ancora con noi. La bomba fu sganciata alle 8.15 ora del Giappone da un B-29 chiamato Enola Gay e pilotato dal colonnello Tibbets. “Litle boy”, “Ragazzino” era il nome della bomba.

(da La Nazione)                                               

 

 

 

                                                 Il calendario segna:

                                                 6 agosto1945

                                                 e su Hiroshima

                                                 la catarsi paranoica.

                                                 Il tempo è liquefatto.

 

                                                 Niente cielo, né mare

                                                 né terra, ovattato

                                                 dalla coltre di cenere.

 

                                                 Carogne d’animali

                                                 e brandelli d’individui

                                                 pestiferamente disseminati

                                                 dalla luce infernale

                                 

                                                 Il mostro meccanicamente

                                                 rifusionò

                                                 un bestiale fungo.

                                                 Allucinante si carbonizzò

                                                 ed il tempo azzerò zero.

                                                                                               (G.Compagnino)