- vittorio baccelli - i racconti -

apparso per la prima volta su "storie di fine millennio" - pubblicato successivamente sul sito di Felice Pagnani www.la-poesia.it  quando felice era ancora vivo - mi scrisse dicendogli che questo racconto l'aveva molto colpito a causa della descrizione post mortem.... 

vittorio baccelli

 

ALEXIA

 

Alexia era rientrata all’alba da quella festa, e che festa!

Era stata veramente la fine del mondo,  mangiare, bere, erba e coca a fiumi, musica bellissima, persone simpaticissime.

Alexia aveva proprio esagerato un po’ con tutto ed ora che si trovava da sola in casa aveva ancora voglia di divertirsi e così accese lo stereo e si concesse un’ultima tirata di coca.

Poi si sdraiò sul letto mentre la musica rock si diffondeva nel suo appartamento.

Ad un tratto iniziò ad aver freddo, mentre tremava si ritrovò madida di sudore ed il suo cuore stava battendo all’impazzata, poi una fitta lancinante le attraversò il petto mentre il respiro si faceva sempre più difficoltoso.

Le parve di sollevarsi dal letto e vide il soffitto che si avvicinava sempre di più.

Molto lentamente ruotò su se stessa e dall’alto si vide sdraiata nel letto, immobile ed osservò il formarsi di fasci di luce che iniziarono ad irradiarsi dal suo corpo, li contò, erano nove grandi, poi molti altri più sottili.

Alexia era totalmente confusa, e non comprendeva cosa le stesse accadendo, poi osservando da dove i fasci di luce, quelli più grandi, si irradiavano, pensò – i miei chakra! –

Alexia voleva rientrare nel suo corpo che intanto si era fatto luminescente, ma una forza irresistibile, come un forte vento, la trascinava sempre più lontano.

Si ritrovò a fluttuare nell’aria, in alto, sempre più in alto, vide la città che si stava risvegliando nell’alba, ancora più in alto con la terra che stava divenendo sempre più piccola.

Nel viaggio non si sentiva sola, ma avvertiva la vita che attorno a lei fluiva.

Spinta dal vento scivolò verso il sole e con sorpresa scorse un’enorme svastica luminosa che si sovrapponeva al sole, e la svastica ruotava generando un mistico vento che spingeva nella rotazione sia lei che tutta la vita che brulicava attorno.

Seguendo i bracci della svastica Alexia ruotò infinite volte attorno al sole, poi fu scagliata lontana in un flusso d’energia assieme al vento solare.

Nella sua corsa intravide per un attimo una nube vivente a forma d’aquila gigantesca, col becco aperto, lei passò indenne attraverso il becco che rimase aperto e non si chiuse.

Quando la folle corsa terminò Alexia si ritrovò nuda in un giardino che sembrava non finire. Ovunque fiori, cespugli profumati, alberi da frutto sconosciuti.

- E’ l’Eden! – pensò muovendo i primi passi si recò presso uno stagno ove molti  giovani nudi si stavano bagnando.

Si specchiò nell’acqua, era bellissima, così bella non era stata mai neppure quando aveva diciotto anni.

Passò le dita nei suoi lunghi capelli biondi che erano morbidi più della seta, si accarezzò a lungo il suo bellissimo seno e sorrise.