- vittorio baccelli - i racconti -

- pubblicato per la prima volta su "l'eco del secolo" raccolta del premio letterario "janus pannonius", ed. OLFA di ferrara - fa parte della raccolta "mainframe"-

vittorio baccelli

 

 

 

 

                     ATANOR

 

                                                             Chi rifiuta il sogno deve

                                                             masturbarsi con la realtà.

                                                                               (E. Flaiano)

 

 

La colonna di fuoco sempre più brillante sovrastava ormai l’intero pianoro desertico e richiamava gli spiriti più irrequieti.

I carne vincolati fuggirono lontano al suo apparire, ma altri esseri più eterei si radunarono in circolo.

Ed il circolo scelse il perfetto, il puro, l’immacolato e lo riempì delle memorie collettive trasformandolo nell’unico, nell’eletto, nel messaggero.

Il messaggero fattosi ormai visibile come la colonna di fuoco anche ai carne vincolati, cominciò ad assemblarsi ed assunse forma vagamente sferica.

La sfera messaggero si caricò del gelo, un gelo totale, quello dell’universo fermo, quello degli atomi immoti e lentamente rotolò verso la colonna di fuoco che ardeva sempre più alta ed imponente.

Scariche elettriche zigzagando esplosero con sempre maggior veemenza, mentre la

sfera messaggero s’avvicinava sempre più alla colonna di fuoco etereo.

Poi vi fu il tocco: il contatto ebbe inizio e le due forze opposte ma interplementari si fusero e l’energia rallentò seguendo l’orizzonte degli eventi.

Le forze base dell’universo differenziate dalla loro sessualità, energie viventi e vivificanti, creatrici del sogno e del concreto, eterne nella loro immobilità cinetica, le due energie sempre presenti nell’uno che si muta nei molteplici per ritornare immancabilmente all’uno, in un feed back senza fine perché senza tempo.

Al rallentamento seguì lo stop e nuova materia fu creata per servire l’espansione dell’universo.

L’arcano rito si compì con velocità quasi istantanea, ma sulla sua durata reale nessun senziente potrà mai pronunciarsi, poiché anche il tempo fu fermato.

Poi la colonna di fuoco si dissolse e la sua energia affievolita si disperse nell’etere.

Intanto la sfera messaggero riapparve, ma sbiadita e termicamente ininfluente e l’uno perse il sovraccarico che si ridistribuì tra i molteplici, ciò che era stato unito, fu nuovamente diviso.

La nuova materia generata dal rito rallentatore dell’energia si collocò sotto forma di plasma a fianco di una remota galassia.

Il pianoro desertico riprese i suoi contorni e gli esseri non carne vincolati uno ad uno si dispersero, mentre pian piano gli animali che erano fuggiti iniziarono svogliatamente il rito del ritorno.

Così la mistica della creazione ancora una volta si svolse con le sue leggi ferree, immutabili ed eterne.

Fuori dal tempo, nelle aule che da eoni sono la dimora degli Ainur si materializzò un nuovo oggetto, un cristallo composto da pura energia, dalle angolature impossibili e dalle dimensioni non calcolabili, perché sfuggente nella sua forma e nelle sue angolature alla mente umana.

Gli Ainur lo raccolsero al suono della loro multipla sinfonia e lo posero con amore a fianco di altri, simili e diversi, ma tutti autosomiglianti nel loro armonico crepitio energetico.