-         vittorio baccelli – i racconti – terzo sigillo

 

 

ATTRAVERSO IL MURO.

 

Paolo si ritrovò nell’abitacolo dell’auto confuso e tremante, accanto a lui c’era Vanessa che lo stava guardando a bocca spalancata senza dire niente. Era giorno, ma l’incidente era avvenuto in piena notte. Quante ore erano passate?

Lei disse – Ma che è successo? – e continuava a guardarsi intorno.

Paolo aprì il bauletto del cruscotto e tirò fuori una bottiglia mignon di gin, l’aprì e la bevve tutta d’un fiato.

-         Ma non ti sei accorta di niente?

-         Non so, mi sento confusa.

-         Mentre facevamo l’amore dev’essersi sganciato il freno a mano e siamo precipitati in un burrone.

-         Ma che dici?

-         Sì e io ho pigiato il congegno di Aldrin e ci siamo ritrovati sul prato a pochi metri dal burrone e siamo precipitati di nuovo, l’ho ripremuto non so quante volte e la sequenza era sempre la stessa, poi ho attivato il tuo ed ho visto le fiamme avvolgere l’auto, ma ora siamo qui.

-         Qui dove? Ci sono solo dune di sabbia intorno a noi.

-         Le vedo, rivestiamoci che siamo ancora nudi e guardiamo di uscire da questo posto.

Ciò detto iniziarono a rivestirsi, poi scesero dall’auto e si guardarono più attentamente intorno. C’erano solo dune di sabbia, sembrava d’essere in pieno deserto, ma la temperatura non era torrida nonostante il sole fosse allo zenit.

Si avviarono a piedi e fecero un centinaio di metri, ma il panorama risultava identico.

-         Ed ora che facciamo.

-         Ritorniamo all’auto e poi proseguiamo, finiremo pure da qualche parte.

E così fecero, avviarono il motore e partirono, ma dopo una cinquantina di metri, com’era prevedibile, l’auto s’insabbiò ed ogni tentativo di liberare le ruote risultò vano. Così scesero e decisero di proseguire a piedi.

Erano incerti su dove andare, ma poi videro in alto un uccello volare verso nord. Decisero così di seguire quella direzione e s’incamminarono in silenzio, Vanessa intanto si era tolta le scarpe e procedeva a piedi nudi.

Stavano già faticosamente arrancando sulla sabbia da alcune ore quando d’improvviso davanti a loro apparve un lussureggiante tappeto verde, il prato iniziava dove finiva la sabbia, come un taglio netto, ed oltre quella riga, tutto il panorama era formato da basse colline verdeggianti.

-         Non è possibile, non ho mai visto un fenomeno del genere!

-         Neppure io, va contro ogni logica.

-         Comunque proseguiamo nella stessa direzione, incontreremo pure qualcosa.

-         Il telefonino! L’hai preso?

-         Cazzo! Con tutto questo casino che è successo me ne sono proprio dimenticato, potevamo chiedere aiuto, ma ora è rimasto in macchina.

-         Che stupidi! Ormai non ci resta che proseguire.

Dopo qualche centinaio di metri davanti a loro trovarono una strada asfaltata a due sole corsie, ma molto ben tenuta.

-         Ci siamo, tutte le strade portano da qualche parte.

Ciò detto ripresero energia e cominciarono a camminare più spediti, dopo una curva la strada aveva ora i marciapiedi, poi scorsero una villetta, un’altra ancora, ai lati c’erano alberi ed anche delle panchine.

-         Mi sa che siamo arrivati –

-         Si, ma dove?

-         C’è un cartello.

Ed il cartello diceva HURRUH

-         Che razza di posto!

-         E’ un posto, no?

E proseguirono entrando in una piazza circolare con alcuni strani autoveicoli parcheggiati nel bel mezzo.

La piazza aveva un loggiato tutto intorno, sotto il quale s’aprivano numerose vetrine di negozi, c’era anche un hotel con la scritta luminescente a bandiera.

Entrarono ed alla reception li attendeva un giovane in giacca e cravatta.

-         Buongiorno, desiderate?

-         Un posto dove riposarci.

-         C’è una matrimoniale libera, la numero tre.

-         Il telefono è in camera?

-         Naturalmente, telefono, bagno, TRI-TV e collegamento sistim.

-         TRI-TV? Collegamento sistim?

-         Si, televisore olografico e collegamento in rete.

-         Ho capito grazie.

-         Abbiamo avuto un piccolo incidente, la macchina si è piantata nella sabbia, c’è   un’autofficina?

-         Nella sabbia, avete detto? Provvederemo noi a farla rimorchiare fino alla piazza.

-         Grazie, molto gentili.

-         Ritirarono la chiave e salirono in camera, sfiniti si gettarono sul letto.

Le sorprese non finirono qui, non trovarono la TV né il telefono, ma due strani computer senza schermo che non si azzardarono a toccare.

Quando cominciò a far buio scesero in sala da pranzo ed a loro fu servita un’ottima cena a base di pesce.

Finita la cena uscirono e la loro auto era parcheggiata nella piazza accanto a due strani autoveicoli. Paolo recuperò il cellulare ma non c’era rete per telefonare.

-         Penseremo a tutto domattina, ora siamo proprio stanchi finiti.

E detto questo rientrarono in camera. C’erano due armadi, li aprirono ed all’interno trovarono numerosi capi d’abbigliamento della loro misura, c’erano anche alcuni pigiami e delle camice da notte. Li indossarono, si misero sotto le lenzuola e subito dormirono fino a mattino inoltrato.

Dopo colazione si recarono ad un bancomat che era proprio accanto all’hotel e scoprirono d’avere entrambi un conto favoloso.

-         Meglio chiedere il meno possibile, ed andarcene di corsa, qui tutto mi sembra molto strano.

-         Anch’io ho la stessa sensazione, prendiamo l’auto ed andiamocene.

-         C’è poca benzina, chiediamo dov’è un distributore.

Salirono sull’auto, avviarono il motore e si diressero oltre la piazza. C’erano due ragazze sui diciott’anni in minigonna sedute su una panchina che stavano leggendo delle riviste.

-         Chiediamo a quelle due dov’è un distributore.

-         Buongiorno, dov’è il distributore più vicino?

-         Distributore?

-         Si, una pompa di benzina.

-         Per far andare quel vostro modulo?

-         E’ un’auto, e va a benzina.

-         Ma le auto a benzina inquinano, sono vietate da molto tempo, i distributori non esistono più.

-         Grazie lo stesso – e Paolo ingranò la marcia e ripartì.

-         Accidenti! Proprio due ecologiste flippate dovevamo incontrare. Andiamo avanti ci sarà pure una stazione di servizio da qualche parte.

L’auto proseguì lungo la strada tra basse colline verdeggianti, in un panorama sempre uguale per circa una cinquantina di chilometri, senza incontrare nient’altro che campi verdeggianti, poi la benzina finì e con il rituale sput sput, la macchina s’arrestò sul ciglio della strada.

- Ci risiamo, si prosegue a piedi.

Presero a camminare in mezzo alla strada senza dire una parola, sperando d’incontrare almeno un’altra auto.

Ma la strada era deserta, poi si trovarono davanti ad un incrocio con dei cartelli “Piscina, maneggio, Campi da tennis, Golf”.

-         Giriamo verso gli impianti sportivi?

-         No, andiamo avanti, mi sembra di vedere delle case.

E prima delle case trovarono il cartello che indicava la città.

-         Cazzo risiamo al punto di partenza!

-         Ma allora la strada gira intorno, non abbiamo incontrato deviazioni.

-         E chi se ne frega! Godiamoci la vita, le spiegazioni verranno.

Rientrarono nella piazza e tra i negozi trovarono un’insegna “Informazioni turistiche”

Entrarono e li accolse un impiegata più nuda che vestita.

-         Buongiorno, noi veniamo da fuori e vorremmo delle spiegazioni.

-         Capisco, siete alloggiati all’hotel?

-         Si, da ieri sera, ed abbiamo avuto un incidente con l’auto.

-         A sì quel vecchio modulo a combustione interna.

-         Esatto e vorremmo trovare un distributore di benzina, perché siamo a secco.

-         Non potete girare con quel modulo, la benzina non viene più prodotta, potete però acquistare un modulo nuovo, avete tessere di credito?

-         Si.

-         Non ci sono problemi, l’hotel vi fornirà il modulo. Qui potrete divertirvi, abbiamo piscine, campi da tennis e da golf, maneggio, sala da ballo, discoteca, collegamenti sistim ed anche una nuova rete locale che è molto interessante, una volta al mese ci sono poi dei concerti rock da sballo.

-         E per andarcene?

-         I collegamenti con l’esterno sono al momento interrotti, sapete è caduto un pilone dell’autovia e….

-         Grazie, molto gentile, abbiamo capito.

-         Qualsiasi cosa vi serva, sono a vostra disposizione, venite pure da me o rivolgetevi all’hotel.

Uscirono salutando e le loro menti turbinavano di pensieri, ma la curiosità ebbe il sopravvento e decisero di vedere fino in fondo come si sarebbe evoluta la situazione.

Vanessa e Paolo iniziarono a curiosare tra i vari negozi che si affacciavano nella piazza, ad una prima occhiata non sembrava, ma i negozi aperti erano veramente tanti.

In un emporio trovarono dei bloc notes elettronici assai interessanti e ne presero due, quando fecero per pagare, Paolo dette alla commessa la propria tessera di credito che la prese, la guardò ed esclamò – OK, tutto a posto, potete andare –

I due si guardarono in maniera interrogativa, si misero in tasca le agende elettroniche e cortesemente salutarono uscendo mentre Paolo riponeva nel portafoglio la sua tessera.

 

DIARIO DI VANESSA – Oggi  ci hanno consegnato il nuovo modulo che abbiamo ordinato e siamo stati tutto il pomeriggio in piscina, in questa città sembra che tutte le coppie siano di donne a parte noi ed un noto personaggio televisivo che qui chiamano Il tenebroso  e che abita con una bellissima donna, credo sia un’attrice. Paolo dice che vuol vedere se riesce a trovare un alloggio solo per lui, gli ho risposto che va bene, tanto noi non eravamo mica fidanzati, lui era solo un mio vicino di casa col quale qualche volta uscivo.

DIARIO DI PAOLO – Questo posto è veramente strano sembra di essere piombati nel futuro, la TV è olografica, i programmi sistim sono veramente uno sballo. Ho fatto un salto in libreria ed i testi sono quasi tutti di fantascienza. I computer poi sono così elaborati che non riesco a farli funzionare. Ho comprato un modulo e non riesco a capire con quale tipo d’energia vada avanti. Meglio, così si risparmia in carburante, penso comunque che qui vada tutto ad energia solare. Una cosa è strana, nessuno sa cosa sia il salvavita basato sul teorema di Aldrin. Altra cosa strana, tutte le coppie sono al femminile, con l’unica eccezione di due attori della TRI-TV.

DIARIO DI VANESSA – Abbiamo acquistato due appartamenti, che qui chiamano cuballoggi ed abbiamo lasciato l’hotel, Paolo ha detto che vuole rimettersi a scrivere ed a disegnare seriamente, ha trovato chi gli pubblicherà i libri ed una galleria d’arte che esporrà i suoi lavori. Qui c’è un sacco di belle donne, e sembra sia la norma il fatto che le coppie siano al femminile, è una esperienza che non ho mai fatto, ma che in fondo in fondo devo dire che mi alletta, ora che Paolo se ne andato penso che mi troverò una bella donna per provare. Ieri ho visto che subito fuori dalla cittadina c’è un asilo con un centinaio di bambini tutti sui cinque anni. Sono bambini bellissimi con una carnagione dorata ed occhi verdi molto grandi. Mi sono fermata ad osservarli mentre giocavano nel loro parco e mi salutavano tutti sorridendo. Non ho mai visto così tanti bimbi insieme, così belli e simpatici.

DIARIO DI PAOLO – Adesso me ne sto da solo in un cuballoggio, ho ripreso a scrivere racconti ed ho scoperto che il PC è più facile da usare di quello che credevo, una vicina di casa mi ha insegnato a farlo funzionare. In cartoleria ho acquistato anche tutto l’occorrente per iniziare a dipingere. E’ strano, più spendo, più il mio conto sale. Va bene così. Al negozio di elettronica ho lasciato il salvavita, il tecnico voleva esaminarlo e quando gli ho spiegato le sue funzioni, mi ha detto che sarà interessante duplicarlo. La libreria è anche casa editrice, mi hanno assicurato che pubblicheranno tutti i miei libri. C’è poi una galleria d’arte, ci sono stato e ho detto loro che dipingo. Appena avrò un numero sufficiente di opere mi organizzeranno una personale. Questo posto sembra proprio un paradiso!

 

Venti giorni dopo.

Adesso sia Paolo che Vanessa abitano in due cuballoggi vicini, Paolo sta da solo, Vanessa divide la sua casa con un’amica che ha conosciuto in piscina. Hanno scoperto che la piazza va continuamente ingrandendosi con l’apertura di sempre nuovi negozi, ora c’è anche un piano bar ove tutte le sere Paolo va a fare nuove conoscenze e di notte difficilmente si ritrova solo nel suo cuballoggio. Le donne sono in schiacciante maggioranza ad Hurruh e sono anche totalmente disponibili.

I due hanno conosciuto il Tenebroso e la sua compagna. Questa sera sono stati invitati a cena da loro, abitano in una villetta appena fuori città. Al loro arrivo sono accolti da altri invitati, a tavola sono in quindici. La cena ha luogo nel giardino della villetta.

Tenebroso: – Cari amici, vi ho invitato per uno scopo ben preciso, voi siete gli unici umani che abitano in questo posto.

Paolo: - Come sarebbe a dire?

Tenebroso: - Esattamente quello che ho detto. Questa è una realtà paradosso, ognuno di noi è entrato in maniera diversa, ma uscire è difficilissimo, io e l’Oracolo ci siamo riusciti, solo dopo molti tentativi.

Meg: - Ma non possiamo essere solo noi gli unici umani, anche il direttore della rete sistim è come noi, è di Milano, noi lo conoscevamo, era il nostro regista. E poi chi è l’Oracolo?

Oracolo: - Io sono l’Oracolo, sono la donna del fiume, sulla Terra tutti mi conoscono anche come grande artista.

Cindy: - Io e Meg non abbiamo mai sentito parlare di te, tu non esisti nella nostra realtà, il Tenebroso sì lui esiste ed è un famoso personaggio della TRI-TV.

Paolo: - Nella nostra realtà non esistete nessuno dei due, e se è per quello neppure abbiamo la TRI-TV, vero Vanessa? Comunque nessuno qui sapeva niente del congegno salvavita di Aldrin. Le realtà forse sono molteplici.

Oracolo: - Si, veniamo da piani reali diversi, ma questa è una realtà paradosso, vi abbiamo detto che voi siete i soli umani qui, ma non è esatto. Io ed il Tenebroso siamo solo due antichi programmi, e di umano c’è un’altra persona, si chiama Peggy e fa l’istitutrice nell’asilo, con lei abbiamo parlato, ma non è voluta venire, si trova benissimo qui. Noi vi diamo la possibilità di uscire da questo piano, se volete, approfittatene. Riguardo al direttore della rete sistim, anche lui è come gli altri: non è umano e non è neppure un programma, non sappiamo cosa siano e chiamarli alieni ci sembra troppo banale. I bambini dell’asilo, che tutti avete visto, sono invece solo in piccola parte umani. Comunque vedete quel rettangolo luminoso disegnato sulla parete? E’ una porta, noi siamo riusciti ad aprirla. Chiunque può attraversarla e tornare da dove è venuto.

Detto questo mostra un vassoio pieno di scatolette di plastica marrone dalle quali spunta un bottone rosso e spiega che quelle sono le chiavi, basta premere il bottone una volta fuori, per rientrare dalla porta disegnata sulla parete.

Vanessa: - Io vi ringrazio, ma sto bene qui.

Tenebroso: - La nostra casa è sempre aperta, chi vuol andarsene basta che attraversi il portale, per rientrare prendete una scatoletta e quando volete farlo premete il bottone. Mi sembra chiaro no? E poi ci sono altri quattro umani qui ad Hurruh, abbiamo saputo di loro, ma non siamo mai riusciti ad incontrarli. Pensiamo che siano stati i primi a giungere, dovete sapere che il 14 febbraio del 1900, in Australia durante un picnic ai piedi di gruppo roccioso, Hanging Rock, tre allieve di un collegio aristocratico scomparvero nel nulla assieme ad una loro istitutrice. La notizia fu clamorosa, al punto che ne fu realizzato anche un film. Beh, ora sappiamo dove sono finite.

Terminata la cena una ragazza magra che né Paolo né Vanessa conoscono, saluta tutti e varca il portale senza prendere la scatoletta ed esclamando – Grazie di tutto, ma io qui non ci torno!

Uno ad uno attraversano il varco portandosi appresso la chiave, solo Vanessa ritorna nel suo cuballoggio.

La donna del fiume si ritrova sulla spiaggetta formata da colorati sassolini e si dirige verso l’apertura della sua caverna. E’ notte e l’Oracolo si ferma un attimo a contemplare le costellazioni note, finalmente ritrovate. Il cielo stellato di Hurruh era per lei insostenibile, così diverso, così alieno, così incomprensibile. Il computer di casa accortosi del suo arrivo riavvia tutti i meccanismi abitativi.

Il bel Tenebroso si ritrova seduto al computer bar degli studi olotelevisivi della sua città. Un cameriere premuroso gli porta un gin ben ghiacciato che lui beve tutto d’un sorso.

Cindy e Meg sono sul modulo di trasporto che sta in automatico sfrecciando sull’autovia verso Milano. E meno male che la guida è in automatico, perché se fosse stata manuale, così confuse come si ritrovano, l’incidente sarebbe stato inevitabile.

Paolo è nudo nella sua auto mentre sta facendo l’amore con Vanessa. Prima controlla che il freno a mano sia ben inserito, poi si alza di colpo e le dice – Prendo il plaid nel bagagliaio, usciamo, sul prato è più bello! E detto questo schizza fuori dall’auto lasciando Vanessa un po’ perplessa, ma ubbidiente.