- vittorio baccelli - i racconti -

- questo racconto che fa parte della raccolta "pixel - ed altri deliri" è stato pubblicato sul sito www.millenniumdogs.net  ed ho voluto dedicarlo al mio amato cane BABI scomparso alla fine di giugno del 2001 -

 

 

NERA CONCHIGLIA

 

                                               E’ una perla nascosta in una conchiglia

                                               Nera come l’ambra nera

                                               Una perla per cui l’uomo si tuffa

                                               E resta imprigionato negli abissi

                                                                                            (Ibn’Arabi)

 

-         Via! Via! Tutti di corsa nel modulo, andiamo all’Iper, è il giorno di devozione coatta, andiamo!

E’ d’obbligo, ma è anche una gioia, ci stipiamo tutti nel modulo familiare, quello che adopero quando tutta la tribù si sposta, cane da settanta chili compreso.

Sì, un meticcio: padre pastore maremmano e madre pastore dei Pirenei, ma nonostante le parentele, lui le pecore, le rare volte che l’ha incontrate, le ignora, come se non esistessero.

La stazza, quella sì che l’ha ereditata geneticamente: l’ho già detto siamo sui settanta chili.

Una belva di color nocciola chiaro, con sfumature rosa quando il sole lo centra.

Tutti di corsa dentro il modulo, dunque che a pieno carico schizza via con un sordo ronzio appena udibile nel fracasso dei passeggeri, dei file musicali scaricati a pieno volume…..

Sopra l’Iper il modulo si ferma, ondeggia incerto nella scelta del posto per l’atterraggio-parcheggio, poi punta decisamente e scende, noi schizziamo tutti fuori con l’unica eccezione del cagnone che all’interno rassegnato s’accuccia sui sedili, guarda fuori con lo sguardo mesto da cane bastonato, ma finalmente ha capito quando deve rimanere nel modulo e limitarsi a fare da antifurto.

I ragazzi intanto sono letteralmente balzati via dal piazzale e si sono messi in processione con altri loro coetanei pronti a salire sui tapis roulant che li porteranno all’interno nelle aree tatoo e tribali a loro destinate.

Stanno intanto salmodiando:

                          t’adoriam merce divina

                         t’adoriam merce d’amor

Salgo intanto lentamente dalla rampa principale d’accesso, quella degli uomini adulti, ho perso di vista la mia compagna, che dopo essersi devozionalmente coperta i capelli con un foulard di seta s’è sicuramente incolonnata con le altre donne maritate in attesa.

Entro e gironzolo nell’immenso Iper-santuario, lo ammiro nella sua architettura neo postmoderna d’ispirazione gotica, con il cemento armato che sapientemente s’intreccia ai marmi più preziosi.

Giro nel reparto schermi ed oggetti al plasma e sono circondato dai nuovi giochi olografici, quelli di gran moda, a definizione densa.

Una ballerina del ventre nuda sotto due o tre straccetti di seta colorati e svolazzanti, mi danza attorno canticchiando sensualmente:

                             comprami amore mio

                             sarò tutta tua amore mio

                             potrai farmi come vorrai amore mio

Le volute di fumo degli incensi stanno intanto invadendo l’ala dell’Iper ove ora mi trovo, scorgo delle anguste scale, che mai avevano colto la mia attenzione, sarà forse un nuovo reparto?

Il canto corale adesso è al culmine, siamo vicini al momento della estrazione, quando il capo-commesso estrarrà dal computer il nome d’uno dei presenti che vincerà una gran quantità d’omaggi, di buoni sconto e di gadget dell’Iper.

                             hare compro hare compro

                            compro compro hare hare

                            hare acquisto hare acquisto

                           acquisto acquisto hare hare

Salmi, musica rock, incenso, vapori di droghe…sono quasi in cima alla scala ed ora davanti a me c’è una porta di cristallo nera con una scritta grigioperla metallizzata: “entrata libera”.

Entro in una stanza di un color indefinito ma metallico, nel mezzo vi sono nere teche chiuse, sopra di loro appaiono le immagini olografiche dei loro contenuti: cuori, polmoni, fegati, intestini, mani ed altri innumerevoli pezzi umani.

E’ il reparto dei ricambi, qui non c’ero mai stato e lo guardo con attenzione.

S’avvicina un commesso in alto di grado, indossa infatti una stola dorata.

-         Serve qualcosa?

-          No grazie, stavo solo curiosando.

-         Abbiamo anche organi sintetici, migliori assai degli originali ed a prezzi imbattibili.

-         No, per ora ho sempre tutto in buon ordine, grazie.

-         Le faccio lo stesso vedere: oggi abbiamo opportunità incredibili.

-         Va bene, non sono venuto però per comprare.

-         C’è poi l’offerta della settimana. Veramente da non perdere: le forniamo un corpo interamente sintetico, e le diamo pure una rendita mensile, vitalizia, di 1.000 crediti. Roba da non crederci, vero?

-         Mi faccia capire, io vi lascio tutti gli organi miei, vecchi e un po’ consumati, e voi mi mettete tutto nuovo, e mi date anche una rendita. Dov’è l’imbroglio?

-   Nessun imbroglio, molti vogliono solo pezzi di ricambio umani, anche se sono peggiori assai di quelli sintetici. E così dalla permuta sia noi che lei ci guadagniamo alla grande.

-         Vorrei prima pensarci sopra.

-         Ci pensi su quanto le pare, ora lei sa dov’è il reparto, inoltre mi trova qui tutte le mattine.

-         E per la sostituzione, quanto tempo ci vuole?

-         E’ un procedimento standard ambulatoriale, meno di tre ore e non c’è convalescenza: lei se ne torna a casa subito dopo con le sue nuove gambe!

-         Mi sa che ci rivedremo presto.

-         Quando crede, come lei vuole.

Lo saluto e ridiscendo le scale, l’idea mi piace, tra l’altro il mio corpo sembra sano, ma con tutte le droghe che ho preso….

I polmoni, poi….è vent’anni che fumo un paio di pacchetti al giorno. 40 sigarette al giorno, sono 400 ogni dieci giorni, arrotondando 1.200 al mese, siamo sulle 15.000 all’anno, 150.000 in dieci anni: cazzo! ho fumato all’incirca 300.000 sigarette nella mia vita!

Ci penso oggi e domani….certo che 1.000 al mese sono di più di quello che guadagno ora in ufficio. Potrei sommarli allo stipendio e fanno 1.800 il mese, oppure smettere del tutto di lavorare e dedicarmi ai cazzi miei.

Scendo negli ampi saloni del piano terra circondato da milioni d’oggetti in vendita e vado nel reparto “inutilità totali” ove sono esposte cose assolutamente inservibili, e più sono inutili più sono rare e ricercate.

                                                   evviva la merce

                                             la merce evviva

                                             evviva la merce

                                             e chi la inventò

Voglio riflettere, aspetterò gli altri nel modulo, m’avvio attraverso il comparto liquori, con i suoi milioni di bottiglie accatastate, poi quasi di corsa taglio lo scaffale dell’eros zeppo dei soliti aggeggi a vibrazione o a stimolo elettronico. Sono d’ogni forma e dimensione, qui i costruttori si sbizzarriscono sempre a trovare nuovi aspetti e grandezze. Sfuggo per un pelo alle commesse nude che vogliono che tu provi gli oggetti, o almeno loro, basta che tu compri qualcosa.

Arrivo infine al piazzale e poi dentro il modulo, chiudo la porta ed il cagnone con la lingua sgocciolante m’accoglie guardandomi affettuosamente.

Penso sempre più insistentemente alle possibilità che mi si aprono con un corpo totalmente nuovo….torna vociante il resto della famiglia e stanno tutti cicaleggiando sulle novità, si mostrano a vicenda le inutilità acquistate, la mia compagna mi fa vedere giubilante  due confezioni di droghe formato famiglia che erano in offerta speciale, prendi due paghi uno.

C’è pure un omaggio svolazzante dentro l’abitacolo

e poi è ricominciata anche la musica rock. Uno dei ragazzi m’infila in mano la scatola in cui era rinchiusa la farfalla omaggio, prima d’accartocciarla e gettarla via dal finestrino ci  leggo sopra: “quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”.

Il ritorno è senza storia, il modulo pensa lui alla guida, io sono immerso nei miei pensieri, a valutare i pro (tanti) ed i contro (non me ne viene in mente nessuno) della sostituzione.

…e soprattutto niente più lavoro…e sono giunto a casa, senza attenzione butto giù un paio di schifezze energetiche acquistate all’Iper, mi chiudo a riflettere in camera, metto in sottofondo vecchia musica classica, mi accorgo che la farfalla olografica mi ha seguito e sbatte le ali soddisfatta per la camera.

Con l’oloproiettore denso materializzo tre prostitute minorenni orientali che iniziano subito a fare il loro lavoro, mentre me ne sto buttato sul letto a riflettere, stimolato da qualche tirata di neococa, ed a farmi fare.

Al mattino comunico a tutti che ho un forte mal di testa e non andrò al lavoro: gli altri partono chi verso l’ufficio, chi verso la scuola, resto solo col cagnone e la farfalla che non ne vuol sapere di lasciarmi un minuto.

Carico il cagnone sul modulo, ovviamente entra anche la farfalla e m’indirizzo all’Iper.

Atterrato nel piazzale, lascio farfalla e cagnone nel modulo, entro nell’Iper, attraverso il salone centrale, salgo spedito e arrivo alla rivendita degli organi.

Il solito commesso mi sorride.

-         Buongiorno, allora si è deciso?

-         Sì.

-         Mi occorre solo un suo documento d’identità.

-         Eccolo.

Porgo la mia carta ed il commesso l’infila per un attimo in una fessura, poi me la restituisce.

-         Lei è molto fortunato.

-         Dice?

-         Sì, oggi c’è una promozione speciale. Per coloro che optano per una sostituzione integrale, la rendita vitalizia viene portata a 1.500 il mese, ma solo per oggi.

-         Meglio così, tanto ero già deciso, si può cominciare anche subito.

-         Allora venga con me in ambulatorio, che l’accontento immediatamente.

Apre una porta che era nascosta nella parete da un ologramma di fondali marini e la stanza che mi trovo davanti è simile ad un gabinetto dentistico, con una gigantesca poltrona circondata da protesi incomprensibili piazzata proprio nel mezzo alla stanza.

-         Si metta comodo sulla poltrona.

-         Sembra quella del mio dentista

-         E’ vero, l’ho sempre pensato anch’io.

Mi ci siedo, è morbida, sembra di pelle, è anatomica ed aderisce perfettamente al mio corpo.

Il commesso ha in mano una specie di casco motociclistico con visiera, me lo infila in testa e lentamente vedo la luminosità della stanza sparire, poi è il buio più totale.

Sto per chiedere al commesso cosa mi succederà….ma non ho idea di quanto tempo sia già trascorso…sto tornando in me.

Mi sento diverso, diffuso, ho una strana sensazione di grandi spazi e d’immortalità.

Cerco di aprire gli occhi ed all’istante mi rendo conto che sono in migliaia di posti contemporaneamente, sono in rete, anzi sono la rete.

Una parte della mia mente controlla la distribuzione delle acque della mia città, un’altra assicura la sicurezza in molte strade e case.

Sono un guardiano, assieme ad altri come me, mandiamo avanti tutti i servizi della città, anzi di tutte le città del mondo: siamo noi i veri padroni e i controllori.

Penetro in quella che era la mia casa e mi vedo, ma non sono io, è un sintetico completo, di mio ha solo la memoria registrata.

Io lavorerò in eterno, senza posa e lui si godrà il mio vitalizio…non è giusto…sono stato imbrogliato….ma io sono immortale ed ho infinito potere…ci avrò guadagnato?

In un’area sorvegliatissima, fuori città, c’è una centrale di comando: ho scoperto che ciò che rimane della mia parte fisica – un bel mucchietto di neuroni – si trova lì.

La visualizzo, è una cella con luce azzurrina diffusa, il mio io è in un cilindro posto su una specie di scrivania: in effetti non è una scrivania, è un cubo nero.

C’è una porticina rotonda che da all’esterno ed avverto presenze amiche la fuori.

Per me è un gioco aprire la porta e resto meravigliato a vedere il mio cagnaccio che con sforzo riesce ad entrare dalla piccola porta rotonda, abbaia, sbava, scodinzola, si struscia al cubo e poi si acciambella per terra.

Incredibile, ma mi ha riconosciuto, la porta sarà sempre aperta per lui e troverò la maniera di fargli avere acqua e cibo: la mia stanza per me può anche divenire la sua cuccia.

Resto meravigliato al nuovo ingresso

                                                        

anche la farfalla olografica è arrivata e delicatamente si posa sul cilindro di cristallo fluorescente ove il mio io ininterrottamente lavora….e pensare che volevo smettere…..