- vittorio baccelli - i racconti -
- apparso per la prima volta su "la città sottile"-
LA CENA
Erano i favolosi anni 70 ed eravamo stati invitati a cena, Luisa ed io, a casa di Elio.
Elio, un nostro caro amico, aveva organizzato questa cena a casa sua per festeggiare la riuscita di una manifestazione culturale che avevamo con successo organizzato: si intitolava “manifestazione anaoggettuale” ed avevamo presentato degli oggetti privati della loro funzione, con happening ed in chiusura una conferenza dibattito con Corrado Marsan, critico d’arte de La Nazione.
Moltissime persone avevano visitato la mostra e si erano fermate per l’happening, anche la conferenza era stata un successo oltre le nostre aspettative. I giorni successivi apparvero articoli sia sui quotidiani che su alcune riviste d’arte. Fu la dimostrazione che anche a Lucca la sperimentazione artistica aveva un suo spazio.
Questi i motivi che avevano portato Elio ad organizzare la cena.
Avevo acquistato una bottiglia di spumante ed allora fissata con Luisa imbocchiamo via del Battistero, quella degli antiquari, giriamo nella piazzetta della chiesa e suoniamo il campanello illuminato- Elio Luigi Ardinghi – grafico pubblicitario -
Udiamo il campanello squillare, ma il portone rimane chiuso.
Suoniamo un’altra volta, nessuna risposta. Riproviamo, niente.
Sarà presto, ci diciamo, avranno avuto da fare fino a tardi in negozio, facciamo un giro. Con calma arriviamo fino al Duomo in piazza San Martino, poi raggiungiamo piazza Grande e di nuovo a casa di Elio.
Suoniamo, ancora nessuna risposta – Questa poi! vuoi vedere che se lo sono dimenticato?
Intanto il tempo passa e facciamo un giro sulle Mura, non abbiamo l’orologio, ma le dieci saranno passate da un bel pezzo. Sulle Mura le luci sono spente e ci avvolge una meravigliosa aria medioevale. Stasera sembra proprio che non ci sia nessuno in giro, solo sulle Mura intravediamo nel buio un paio di persone che vagano in silenzio.
Si avvicina un grosso cane nero, forse un labrador, con occhi grandi e gentili, lo accarezzo sulla testa e se ne va soddisfatto.
Il tempo passa, decidiamo di tornare a casa di Elio per vedere cosa è successo, inizio ad avere un dubbio – non avremo mica sbagliato il giorno?
Un silenzio strano in via del Battistero completamente deserta coi suoi negozi d’antiquariato chiusi, anche una leggera nebbia in volute soffici si spande per la via.
Siamo perplessi e un po’ turbati quasi sembra di vivere in un sogno, c’è troppo silenzio, troppa solitudine.
Dico a Luisa – questa volta suona te – lei si avvicina e preme il pulsante del campanello, s’ode in lontananza lo squillo.
Dopo una manciata di secondi ecco il secco schiocco della serratura elettrica del portone che scatta e di colpo tutto cambia pur restando uguale. Una comitiva di persone passa per la via vociando confusamente, si sente il rombo di un motorino lontano, una campana soffusamente rintocca, le luci della strada sembrano più vivide e dal portone socchiuso esce musica rock e quell’inconfondibile brusio di una agitata riunione tra amici.
Frastornati saliamo le scale, la casa è zeppa di gente che conosciamo, TV accesa, giradischi a pieno volume – Ma che avete fatto? è da oggi che prepariamo – Vi abbiamo aspettato per un casino di tempo! abbiamo già mangiato! Ve lo eravate dimenticato, vero?