- vittorio baccelli - i racconti -
- apparso per la prima volta su "racconti e poesie" rivista lucchese fondata da Cesare Viviani e Bartolomeo Di Monaco, successivamente è stato stampato su molte riviste e su pagine web - vuol essere un omaggio a Stephen King, la storia ripresa da un racconto del Re è stata trasportata tra la lucchesia ed il modenese- fa parte delle "storie di fine millennio" - successivamente questo racconto è stato ripreso e modificato in parte ed è uscito titolato "estremamente tua"-
DISTANZA
Abito nella tenuta di Migliarino in una casa colonica interamente ristrutturata, la mia donna invece sta nel modenese, anche lei in aperta campagna. Stiamo da soli, ci vediamo tutti i sabati e le domeniche, generalmente è lei che viene a casa mia.-
La nostra storia va avanti da più di tre anni e la mia lei ha un hobby: le piace scoprire percorsi nuovi col suo fuoristrada.
Ovviamente non imbocca mai una autostrada, ma ama le strade più impervie ed accidentate, oltretutto sostiene che studiando attentamente il territorio, anche con le cartine, si risparmia tempo rispetto alla cosiddetta viabilità veloce. Ai primi viaggi per raggiungere la mia casa impiegava diverse ore, poi dopo mesi di studio su dettagliate cartografie sosteneva di impiegare solo un’ora. Le sue cartine le ho viste, sono ricavate da foto satellitari e sono piene di grafici segnati con matite colorate, più che cartine sembrano dei quadri astratti. Vi sono anche moltissimi segni alchemici lungo percorsi contrassegnati.
Sul retro delle cartine vi sono, scritti a biro, una serie di appunti indecifrabili perché stilati con un linguaggio che ho subito riconosciuto, è l’alfabeto che fu usato da John Dee, e mi ricordo di averlo già trovato in alcuni miei vecchi libri che parlavano dell’origine dei Rosacroce, rimasi affascinato da quel linguaggio composto da simboli magici, astrologici ed alchemici e cercai di saperne di più, ma le uniche notizie che ricavai su Dee furono che era un mago e negromante dell’Inghilterra puritana, nato a Londra nel 1527, vissuto fino al 1608 e che fu astrologo di corte di Elisabetta la Grande; Rosacroce e Massoneria se lo contendono da secoli.
L’altra settimana la mia lei ha raccontato una cosa impossibile, è arrivata solo dopo quindici minuti di auto. Io non ci credevo, mentre lei era tutta soddisfatta per aver raggiunto questo record, - ma posso fare di meglio! – ha esclamato ad un tratto – entro un mese arriverò a soli cinque minuti! Seguo vie psicogeografiche, io –
Sono uscito nel patio a fumare una sigaretta e mi sono messo ad osservare il suo fuoristrada 4x4. E’ veramente imponente, un autentico bestione della strada, anzi del fuoristrada, ma quello che lei sostiene è semplicemente impossibile. Mentre osservavo i sei fari anteriori, ho notato che erano pieni d’insetti morti, ma che strani insetti, molto grossi, con ali metalliche di libellula, ma taglienti al tatto, poi mi sono soffermato su una testa rimasta appiccicata al paraurti, una testa sicuramente d’insetto, ma dalla cui bocca spuntavano file di aguzzi denti.
Quali strade usi la mia lei per annullare distanze è per me un mistero che voglio risolvere.
E così le dico – cara, visto che ci metti solo un quarto d’ora ad arrivare da te, perché stanotte non dormiamo a casa tua? – Se è questo che vuoi, metti una giacca a vento e partiamo – Mi metto la giacca a vento e salgo sul fuoristrada, lei arriva, gira la chiavetta, partiamo. Appena superato il vialetto di casa lei accende i fari, il motore romba a pieno regime, il panorama sparisce, la luce sparisce, restano solo i coni dei fari.
Sento il vento sibilare così forte che supera il rombo del motore, l’aria è densa ed una nebbia viola ci avvolge, solo a tratti scorgo in alto, come su un colle, una costruzione medioevale che s’intravede nella nebbia e poi schizza via per lasciar posto ad altra struttura similare, all’improvviso c’è davanti a noi il ponte del Diavolo, quello di Borgo a Mozzano e noi passiamo velocissimi sotto l’arcata principale, poi altra nebbia ed ancora in lontananza due ruderi di castelli ed una grande torre nera, all’improvviso riappare il sole del tramonto e siamo nella campagna modenese davanti alla sua casa.
Guarda il cronografo e soddisfatta esclama - Quattordici minuti tre secondi e undici decimi! -