- vittorio baccelli - i
racconti -
La Terra. Questo puntino sotto l’interrogativo.
(S.J.Lee)
La mattina inizia con un salto all’Agrigarden alla
ricerca di vetrini da maschera per saldature perché i miei figli vogliono
vedere l’eclisse.
Ovviamente non ne trovo, siamo stati in questi giorni
bombardati d’appelli sulla pericolosità di guardare l’eclisse ad occhi
nudi, ma pericolose anche le lenti affumicate, guai ad usare gli occhiali da
sole e così via. Bisogna munirsi di maschere per saldatura, filtro 14 mi
raccomando! o di speciali occhialini per eclissi.
Ma per favore! niente di tutto ciò è trovabile.
Allora ho un’idea, torno dai miei figli e con una
candela affumichiamo per bene un vecchio paio d’occhiali da sole, mi ricordo
che le eclissi io l’ho sempre guardate così e non ho mai avuto alcun
problema.
Questa è una realtà che criminalizza un po’ di
tutto: obbligatori i caschi in moto, le cinture di sicurezza, le auto hanno
quasi tutte l’air bag, sui pacchetti di sigarette c’è scritto che si muore,
tutto è divenuto pericoloso, l’esposizione al sole, i cibi, per non parlare
poi del sesso.
Lascio i miei figli con gli occhiali affumicati e con
l’auto mi reco a Lucca in ufficio, sto evadendo alcune pratiche col Priolini
che il cellulare squilla “Babbo è già cominciata, la stai vedendo?” è mia
figlia, le rispondo che sto finendo in ufficio e poi andrò anch’io a vederla,
ma mi affaccio alla finestra ed è nuvoloso.
Scendo comunque in istrada, il sole si vede solo a
tratti, ho gli occhiali da sole e mi ritrovo abbagliato.
Vedo un puntino luminoso che mi segue ovunque,
scomparirà solo dopo qualche minuto.
Vado di corsa nella mia casa in via dei Borghi, nella
penombra dell’ultima rampa di scale seguito a vedere il puntino, poi
finalmente in casa svanisce, prendo un paio di occhiali da sole bruttissimi che
anni addietro ho
acquistato
in una bancarella di cianfrusaglie polacche e con una candela annerisco le lenti
per bene.
Poi scendo nella piazzetta sottostante, mi fermo
davanti al bar Martini ed inizio a guardare il sole che va e viene tra le nubi.
Una ventina di persone sono ferme a testa in su, chi
ha vetrini affumicati, chi più negativi fotografici sovrapposti, c’è uno con
l’intera maschera per saldare.
Arriva un gruppo di turisti tedeschi, del tutto
disorganizzati per l’occasione, a turno gli prestiamo occhiali, lastre
affumicate, così anche loro possono seguire l’evento.
Mi arriva una telefonata: “ I siti internet non
funzionano, dev’essere tutto ingolfato”, cerco di telefonare a casa, ma ora
neppure il cellulare funziona.
Guardo il sole che si assottiglia sempre più, sembra
di vedere la luna con le sue falci ed inizio a riflettere su questo fine
millennio, su questi 2000 anni dall’inizio dell’era cristiana, su questi
2000 anni dal giorno in cui la maggior parte degli abitanti del pianeta ha
deciso di iniziare a calcolare il tempo.
E’ una scadenza cruciale, anche i computer
finiranno in confusione, prima la cometa, poi l’eclisse e l’anno prossimo
l’allineamento dei pianeti.
Il fenomeno è stato rimbalzato come non mai dai
media, Nostradamus mai era stato citato tanto e a sproposito come in questa
occasione.
Mentre sono immerso in questi pensieri provo
nuovamente a telefonare, cerco un’amica, Valentine D…., dopo vari tentativi
riesco a prendere la linea “Ciao dove sei?” “In darsena a Viareggio, sono
con Arianna, sono uscita ora dal mare” “Stai guardando l’eclisse?”
“No, non ho neanche gli occhiali, dio come si sente male, ti richiamo più
tardi”
Mi concentro sul sole che ormai è quasi coperto del
tutto dalla luna: il sole nero.
Quando il fenomeno è all’apice l’aria assume un
colore spettrale, qui in città non si vede volare né una rondine né un
piccione, ma si sente una sensazione di freddo che dà i brividi.
C’è ansia, c’è attesa in questo fine millennio,
i mass media riprendono questa sensazione diffusa e l’amplificano, Chris
Carter, il creatore degli X files, col suo serial “millennium” forse è
colui che ha interpretato meglio questo disagio, qualche piccola responsabilità
forse l’ho anch’io con il mio “millennium project”.
Poi inizia la fase decrescente ed il sole ricomincia
a farsi più grande e pian piano a riprendere tutto il suo splendore.
Torno in MediaValle ed a radio D.J. ascolto la
chiromante del programma che dice che lei ha passato tutto il tempo chiusa in
casa, che le eclissi portano sfiga, e chi ha la sventura di guardarle per
esorcizzare il tutto deve accendere una candela rosa.
Poi mi telefona Valentine “Sì l’abbiamo vista
l’eclisse, attraverso le nubi, ma poi è venuto un vento gelido, faceva
impressione, meno male è durato solo pochi minuti”
Arrivo a casa, tutti eccitati per l’evento “La
prossima sarà tra ottanta anni, tu non ci sarai vero?” Faccio gli scongiuri e
porto tutti al fiume, a Marina di Campia a fare una nuotata, al ritorno mi fermo
all’UPIM di Fornaci ed acquisto una candela rosa.
Il giorno dopo ho tra le mani un bell’articolo di
Francesca Duranti che riporta un verso di Giovanni Pascoli “quest’atomo
opaco di male” riferito alla Terra ed alle nostre coscienze sporche.
Il sole nero è passato. Questa volta, almeno.