-         vittorio baccelli – i racconti – eclisse

 

NATALE 2000 A LUCCA

 

I giorni che hanno preceduto il Natale li ho passati quest’anno nella mia città e l’atmosfera gaia di festa mi ha in qualche misura contagiato, anche se oggi, festa è troppo insistentemente collegata con acquisto.

Osservare la città, mi ha stimolato a scrivere una trilogia, per la verità erano tre lettere alla stampa, inviate a La Nazione ed al Tirreno, ovviamente per la cronaca locale.

Le lettere sono state prese in considerazione, dato che più di tre quarti di quello che ho scritto, è stato pubblicato.

Queste lettere al direttore, a me sono piaciute, così voglio proporvele, ovviamente nel loro ordine cronologico di stesura.

1.

Sulle luci natalizie, le bancarelle, ed altro ancora….

Non passa anno, che non appena si tratta d’alloggiare le bancarelle nella centralissima piazza San Michele, si alzano voci nella città e sulla stampa contro la bruttura di banchetti, bancarelle e pagode.

Miei cari concittadini, perché non risparmiate la voce? Le bancarelle in una piazza medioevale come San Michele, stonano e stoneranno sempre, siano esse di foggia tradizionale, o di mercato della casbah, o pagodate e postmoderne tanto per essere a la page.

E siccome ci sono sempre state in particolari momenti dell’anno, e lì le vogliamo tutti, e poiché sappiamo che sono brutte comunque siano, per favore chetiamoci e teniamocele.

Ed anche le luci, in una città medioevale come la nostra, le luci festive, sapranno sempre un po’ di fiera paesana ed anche di luna park: e allora?

Facciamole pure più all’inglese possibile (come quelle di ora) ma un po’ di sapore di fiera ci sarà, e fiera vuol dire festa, e dunque teniamocele!

Ma questa volta c’è stato pure lo sponsor: apriti cielo!

E’ intervenuto pure Donnaruma, presidente della circoscrizione1, eletto coi voti del polo per governare con quelli dell’ulivo, sostituendo il buon Ardinghi eletto coi voti dell’ulivo per governare col polo (mammamia…)

Donnaruma dicevo che da radicale, liberista pure, libertario spero, non dovrebbe esser contento di uno sponsor trovato?

Ma la tragedia è in piazza Grande, un deserto da regime comunista, una mancanza d’allegria spaventosa: privati, comune, provincia, associazionismo, per favore:QUALCUNO INTERVENGA SUBITOOO!!!!

2.

Ancora su piazza Napoleone.

Onestamente non mi va giù che la bellissima piazza sia stata così trascurata in queste festività.

Doveva essere il salotto buono, il nostro biglietto da visita, sono stati spesi un sacco di soldi (nostri), e questa volta bene, sia per restaurare il Palazzo, che è una autentica meraviglia, sia per riqualificare la piazza – ed anche questo è stato un ottimo lavoro – e tutto ciò viene stupidamente vanificato alla prima occasione.

Mi è venuto in mente un reportage, e voglio proporlo, sempre con la speranza che nelle prossime ore qualcosa si muova.

Ed ecco il reportage, rigorosamente in bianco e nero stile televisione di stato anni 50, in pieno regime di socialismo realizzato:

“Si esce dall’atmosfera d’allegria natalizia della città entrando in uno slargo austero sito proprio al centro della cinta muraria, ove i rari passanti frettolosi scivolano via tra le rade luci smorzate degli austeri lampioni, lasciando ombre allungate e profili dilatati. Questa piazza che in desolazione non ha niente da invidiare alle piazze moscovite dell’era comunista rende il passante piccolo-piccolo e disorientato: un senso angoscioso di solitudine l’attanaglia, vorrebbe scappar via, verso le luci, verso la città viva, ma l’ambiente lo frena e scivola via lentamente.

Questa è piazza Fazzinsky circondata da possenti alberi, sulla quale s’affaccia imponente e austero il palazzo Tagliasaccovsky, per l’occasione riquadrato da semplici lampadine.

3.

Stavo appunto girando per Natale Anfiteatro quando mi sono soffermato davanti ad una bancarella che aveva in bella mostra tutte le paccottiglie degli ex regimi dell’est: stelle rosse, spille, falciemartello e cose così. Ma quello che mi ha colpito è stata una t-shirt con stampata sopra l’immagine di Stalin. E così mi sono messo a ragionare. Nel nostro comune c’è forse una ventata di stalinismo? Abbiamo: piazza Fazzinsky, palazzo Tagliasaccovsky, assessori scacciati, relazioni sindacali che è un piangere, cortei bloccati ed ora anche le t-shirt di Stalin ci mancavano!

Se poi guardiamo alla storia vediamo che il comunismo ne ha ammazzati più del nazismo, si parla sui libri di 100 milioni di morti. Eppure oggi sembra un reato anche aver simpatico Haider. Cosa succederebbe se qualcuno aprisse una bancarella e vendesse magliette con l’immagine dell’Adolfino?

Apriti cielo! E allora dico c’è qualcosa che non va ed hanno ragione coloro che vogliono rivedere la storia e soprattutto rifare i libri di testo. Se Stalin va bene, perché Hitler no?

Ma c’è di più, cosa succederebbe se qualcuno in Italia volesse fondare il partito della rifondazione nazista? Lo impacchetterebbero giustamente subito, mentre invece ha piena legittimazione un partito della rifondazione comunista!

Ma molti si sentono dei veri democratici e si ritengono al di sopra di queste storie, ed a loro dico: la nostra moderna democrazia è nata con due bombe atomiche sganciate su due città.

Penso che tutti ne abbiamo di argomenti per riflettere in questo Natale.

§

E qui termina la mia trilogia natalizia, che come vi ho detto è stata quasi tutta pubblicata: e pensate che si sia mosso qualcosa?

Ovviamente nulla è cambiato, la piazza è rimasta com’era, ed in quanto a riflettere, lasciamo perdere e pensiamo al “grande fratello” ed al grande vuoto che l’accompagna.