ENDYMION

 

Endymion si guarda attorno mentre le nebbie davanti ai suoi occhi stanno lentamente scomparendo: sa di essere a Chicago, riconosce i grattacieli ma come sia arrivato fin qui, per lui è un mistero ricorda d’essersi assopito in una grotta del monte Latmo in Caria, tutto poi si fa sempre più confuso. La strada è Adam Street e i suoi occhi si posano su una piccola insegna "Qui comincia la Route 66". Endymion sa che da qui inizia un mito lungo quasi quattromila chilometri, un mito che giunge fino alla città degli Angeli, non siamo nel suo tempo e neppure nel suo spazio, ma la sua attuale conoscenza comprende anche queste cose, così lontane da lui e non si chiede il perché, troppe domande sono rimaste senza risposte. Un tempo questo era l’Illinois e la via giungeva, dopo aver attraversato questo continente, fino all’antica mitica California. Selen l’attende più avanti sempre lungo la strada, conosce in anticipo il luogo ove lei sarà pronta ad accoglierlo e s’incammina di buona lena. La strada, pensa Endymion – ma sono proprio pensieri suoi? – fu costruita nel 1920 ed ora è quasi del tutto abbandonata, come tutta l’America d'altronde. Il suo mito ha ispirato schiere di scrittori e cantanti dal "Furore" di Steimbeck a "Get your kincks on Route 66" di Nat King Cole. Di questa canzone ne esistono versioni d’ogni tipo buone per tutti i gusti da quella di Bing Crosby fino ai Rolling Stones, dai Manhattan Tranfer ai Depeche Mode. La 66 è stata pure il mito della beat generation, una proiezione del suo sogno americano. Endymion seguita a non chiedersi da dove provengano i suoi pensieri e queste aliene conoscenze, sono notizie che da gran tempo trova nella sua mente e immerso nelle riflessioni giunge nel luogo ove Selen l’attende. Lei è bionda d’un biondo chiarissimo, è bellissima, è tutto il suo universo, è la personificazione dell’amore lunare, è grazie a lei che i tempi per lui trascorrono senza lasciar traccia nel suo fisico.La guarda pieno d’amore e la sua mente sembra sciogliersi, si ritrova all’improvviso in un sontuoso letto con lei in una stanza arredata con gusto barocco piena di veli colorati che oscillano come sospinti dal vento mentre i giochi amorosi sono una danza iniziatica.

Si sveglia al mattino, lei più non c’è, la stanza non è più accogliente com’è stata durante la notte, ma sembra sporca e trascurata: ogni mattino al nuovo risveglio i luoghi ove giace con lei non hanno più l’aspetto brillante, ma sembrano appannarsi, sono luoghi ormai usati, consunti lui si dice, e più non servono. Dunque non si meraviglia che la camera non appaia più bella com’era sembrata il giorno prima, ed esce dalla stanza, scende scale di marmo che sembrano abbandonate da secoli, si ritrova in strada e mentre s’incammina verso il prossimo incontro scorge un gruppo di bambine che lo stanno osservando, lo salutano con le mani, gli sembra di conoscerle, ma la memoria l’inganna, comunque lui risponde al saluto.

Percorre la Route 66 come negli anni della depressione la percorrevano a piedi gli emigranti, la Route era allora il cuore pulsante d’un mondo rurale che rapidamente si trasformò o si trasferì altrove. Incontra motel abbandonati dalle insegne cadenti, pompe di benzina arrugginite, serbatoi pericolanti, cammina sotto soli giaguari e nuvole più o meno minacciose: nuvole talvolta come titoli in un cielo da prima pagina. È notte fonda e raggiunge Selen tra l’erba d’un prato accanto alla Route, attorno edifici abbandonati e fatiscenti. Il prato si trasforma in un’enorme aiola fiorita di mille margherite che rilucono sotto il chiarore della luna demone. Si prendono per mano e corrono, poi si lanciano in un frenetico girotondo e le loro vesti, veli colorati, si staccano dai corpi fino a lasciarli nudi e cadono sul prato avvinghiati roteando in mille capriole.

- Endymion, eolico di razza e cario d’origine, sei il mio amore per l’eternità.

- Selen, mia Selen piccola dea del lato oscura della Luna, sei la mia padrona, per sempre sarò il tuo schiavo.

- Ci è stata concessa l’eternità.

- A quale prezzo…

Il girotondo frenetico è cessato da tempo e sono addormentati tra l’erba fiorita. Al mattino Endymion come sempre si risveglia da solo, l’aiola è sparita e attorno a lui macerie ed erbacce, intravede ancora una volta volti di bambine che lo scrutano curiose, la visione dura un attimo, lui scuote la testa e riprende il suo viaggio incontrando staccionate che un tempo furono bianche, drive in dimenticati dalla storia e dagli uomini con ancora statuette di Marilyn all’ingresso, attraversa lunghi ponti pericolanti in acciaio. Due wurstel s’abbracciano a Springfield e un biliardo con ancora brandelli di panno verde è all’esterno del Luna Café di Edwardsville. Incrocia villaggi fantasma alla Psyco e giunge in quello che fu il Missouri, ai fianchi della strada sono abbandonate carcasse d’auto, un tempo celesti come quelle dei bambini.

Endymion prosegue senza sosta e ogni tanto si ferma perché Selen l’attende, l’amore viene consumato e lui riparte, sempre riparte tra le nebbie della sua memoria, le strade aliene, i volti di bimbe – sempre le stesse - che periodicamente lo osservano, tutto sembra ripetersi all’infinito in una routine eterna in un loop senza principio né fine, solo il suo amare è concreto. Il paesaggio è sempre quello di un sogno anche se i più piccoli particolari sono reali, vividi, tangibili, ma talvolta non è così anche nei sogni? La realtà poi è stato detto che è un sogno e se non lo è dovrebbe diventarlo, e anche i sogni non sono mai realmente dei sogni. In quello che fu il Kansas la strada si fa di pietre, il paesaggio è sempre onirico anche se alle volte si trasforma in concreto, ma il sogno prosegue, erbacce ed alberi che un tempo costeggiavano la 66 ora quasi la nascondono. Una balena blu in riva ad un lago si trova ove sorse Catoosa nell’ex Oklahoma. Le rive d’un lago per riposarsi, per dormire, per amare, con lei un lungo giro del lago con una barca guidata da un silenzioso contadino del posto, vestito di stracci che con una lunga pertica la sospinge. Ancora in viaggio, quello che fu il Texas si annuncia con un cimitero vastissimo di Cadillac variopinte abbandonate una su l’altra, una discarica che si perde alla vista, poi ove sorse Laguna nell’ex New Mexico c’è un’atmosfera quasi mediterranea con bianche costruzioni ancora in piedi anche se abbandonate, croci ed alberelli. C’è un pranzo allestito per loro in un patio all’ombra, molti i convitati con vesti variopinte, lui si chiede da dove siano usciti ma decide che non gli importa poi più di tanto. Tre messicani con poncho e chitarre suonane nenie latine, i commensali ora ballano e lui è stretto a Selen finchè la notte non li raggiunge e poi l’oblio.

L’ex Arizona sembra bellissima ma assolata, lui si siede all’ombra d’una stazione di servizio abbandonata tra bottiglie blu e trasparenze e lei ancora una volta lo raggiunge. Sulle rovine di Tuxcon la bandiera a stelle e strisce più non campeggia, solo il palo scrostato è rivolto verso il cielo assieme a tralicci della luce sbilenchi, treni fermi sulle rotaie, carcasse d’auto e cactus, spazi senza fine che già annunziano ciò che resta della California. E ancora bottiglie colorate dietro i vetri infranti d’una finestra a Newberry Spring, e ancora ruderi di stanze color marrone mostrano ciò che resta del Bagdad Café, un set ove i tedeschi girarono un film famoso. Ed è su questo set nel motel del deserto Mojave vicino alle rovine di Las Vegas che Selen riappare e il Bagdad Café rinasce al proprio splendore cinematografico e la festa al suo interno dura ore ed ore con Jasmin formosa e radiosa nella sua sbalorditiva fisicità. Birre, balli, risa e canzoni, bambine curiose a tratti li osservano dalle vetrate, poi lui e Selen si ritirano in un bungalow. Al mattino Endymion è nuovamente solo, il bungalow è distrutto, i mobili sono a pezzi e i muri in parte crollati lasciano intravedere il deserto, con le auto semiaffondate nella sabbia, per terra tra mille oggetti rotti e irrecuperabili, vi sono dei libri ingialliti, uno è un dizionario, lui lo prende e lo sfoglia, qualche pagina leggera vola via sbriciolata. Cerca il suo nome, ha sete di sapere, lo trova e legge nei minuscoli caratteri sul foglio ingiallito che si è rotto e gli è rimasto in mano: "Endymion – fu il bellissimo figlio di Zeus e della ninfa Calica, eolico di razza sebbene cario d’origine, strappò a Climeno il trono di Elide.Sua moglie nota con molti nomi diversi come Ifianassa, Iperippa, Cromia, Neide, ecc. gli diede quattro figli; ebbe anche cinquanta figlie da Selen che si era perdutamente innamorata di lui. Endymion giaceva addormentato in una grotta del monte Latmo in Caria allorché Selen lo vide per la prima volta, si sdraiò al suo fianco e dolcemente gli baciò gli occhi chiusi. In seguito lui tornò nella stessa grotta e cadde in un sonno dal quale non si destò mai più. E ciò per volere di Zeus e permettere a lui mortale di stare per sempre con Selen, dea del lato oscuro della Luna che di lui s’era follemente innamorata e poteva così raggiungerlo nel sogno; questo il prezzo pagato per l’immortalità. In ogni caso Endymion non invecchiò neppure d’un giorno e le sue guance serbano anch’oggi intatto il fiore della giovinezza."

Solo per un attimo comprende ciò che ha letto e di conseguenza il suo stato, getta via il foglio, dimentica e prosegue. Incontra ancora treni merci fermi in attesa da tempo immemorabile di un viaggio che per loro più non arriverà, e un motel con finte tende indiane. È ormai giunto alle rovine di Santa Monica e una targa ancora in piedi ricorda che la Route 66 qui finisce.

Quante strade un uomo deve percorrere perché si possa chiamare uomo? Si chiedeva Bob Dylan e lui si fa attento nell’attesa di Selen. Osserva con gli occhi della mente ciò che ultimamente ha visto lungo quella strada come un fotografo osserva ciò che ha scattato e si sente un artista nel suo lavoro, si trova a riguardare le immagini che ha fissato nella memoria, forse ha paura che si cancellino, la strada è il mito, ma sente che con lui e Selen anche altri miti s’intrecciano. La voglia di raccontare i miti sembra prevalere sull’aspetto formale dei suoi fotogrammi mentali, c’è un’attrazione quasi ossessiva a geometrie e colori. Qui c'è il racconto del grande cuore dell’antica America e anche dell’amore più grande, quello eterno: due racconti, due amori che emozionano e incantano.

Endymion ricade nel torpore carico di sogni, in cui Selen per l’eternità può amarlo, il prezzo per l’immortalità è grande. Lui scorda sempre ogni cosa ma sa che Selen ora l’attende in un’altra strada, in un altro tempo, stavolta lungo la via lattea, quella che giunge fino a Campo Stella e a Finis Terrae.