Arte Postale 12

 

FAX ERGO SUM, scrivevo a caratteri cubitali sul foglio che inviai via fax agli organizzatori della prima rassegna di fax-art alla quale fui invitato.

Giovanni Caselli, chi era costui? Vi domanderete voi che mi state leggendo: era uno scienziato, l’inventore appunto del PANTELEGRAFO, in altre parole del primo fax capace di trasmettere le immagini a distanza utilizzando le linee del telegrafo. Quest’invenzione risale al 1856 ed alla prima sperimentazione pubblica assisté il granduca di Toscana, Leopoldo II. Per quale motivo successivamente quest’invenzione sia caduta nell’oblio non saprei proprio dirvelo. Forse si trattò d’una questione di soldi, ma sappiamo che nel 1857 Giovanni Caselli si trasferì a Parigi per l’interessamento di Napoleone III ove poté perfezionare il suo strumento e nel 1860 lungo la linea Paris-Amiens, Gioacchino Rossigni volle far passare, via pantelegrafo appunto, una sua inedita pagina musicale. Nel 1865 fu completata la prima linea aperta al pubblico, la Paris-Lione, mentre in Inghilterra la linea transitò da Londra a Liverpool. CASELLIGRAMMI si chiamavano queste immagini trasmesse a distanza. Con questo mezzo furono inviate immagini dei disegni d’Amos Cassioli artista ascianese e del macchiaiolo Serafino di Tivoli. Fino ad oggi non sono state molte le rassegne di fax-art e l’ultima in ordine di tempo si è tenuta a Siena voluta dalla scuola di specializzazione in Storia dell’Arte della locale università: indovinatissimo il titolo "Omaggio a Giovanni Caselli", un omaggio più che meritato ed un impegno da parte dei mailartisti di far uscire Caselli dall’oblio così come si è riuscito a far conoscere al pubblico Carlson, l’inventore della fotocopiatrice e del quale abbiamo trattato nel capitolo precedente.

Alla rassegna senese, tra gli altri, hanno inviato fax Vedova, Somaini, Cascella, Nespolo, Laurenzi. Metzler, Trebbiani e Camello. Anche se le rassegne di fax-art non sono state mai numerose malgrado la perfezione verso cui fa affinandosi in questo mezzo tecnico, oggi gli indirizzi ove inviare gli elaborati per le rassegne d’arte postale, oltre che postali appunto, sono sempre più spesso anche di fax o di e-mail. Se è vero che le informazioni e le conoscenze di tutte le ricerche artistiche moderne sono più do quanto un semplice artista singolo possa comprendere, allora il concetto di una avanguardia è obsoleto. Con una conoscenza sempre più incompleta che può stabilire chi si trova avanti e chi no?Suggeriamo di considerare ciascun artista come parte di una rete eterna, questo ci sembra un concetto attuale.

Che l’arte postale non sia un vero e proprio movimento artistico bensì un sistema di comunicazione, una strategia operativa aperta – capace quindi d’includere diversi movimenti al suo interno senza per questo coincidere od identificarsi in essi – ce lo dimostra ulteriormente il fatto che in oltre 40 anni sono stati prodotti solo una manciata di manifesti della mail art. Il manifesto propaganda di un movimento si rende infatti necessario per fissare dei parametri di appartenenza ad una determinata concezione artistica ed è solitamente rivolto ad un numero di membri molto ristretto, la mail art invece è un contenitore di concezioni e tendenze espressive diversissime ed anche contrastanti, non prevede tessere d’appartenenza o epurazione di ranghi, è insomma quanto di più refrattario si possa immaginare alla rigidità dottrinaria d’una qualsiasi dichiarazione d’intenti. Il manifesto più noto tra quelli circolati nel network, se pur con effetti pratici trascurabili, è stato il 1° Manifesto dell’Arte Postale sottoscritto nel 1982 da una ventina di mailartisti italiani, ideato da Romano peli e Michaela Versari del centro comunicazioni visive CDO di Parma con la collaborazione del poeta Enzo Minarelli. Nel testo, oltre a prendere le distanze da qualsiasi tendenza di speculazione e strumentalizzazione del network ad uso personale, si invitano gli operatori ad impegnarsi in una crescita di qualità della mail art che non può disgiungersi anche dalla ricerca di nuovi contesti estetici, usando un tono paternalistico che nonostante le buone intenzioni mette in risalto l’incompatibilità interna tra mail art e generiche affermazioni programmatiche. Maggior fortuna aveva avuto la lista di considerazioni per una corretta collaborazione postale elaborata da Lon Spiegelman e Mario Lara, un manuale al bon ton stilato sullo stimolo di un aggressivo volantino di Baroni "Mail art contro tutti" del 1980 che adottava toni ironicamente aggressivi dell’autonomia. Subito fatto proprio ed osservato di buon grado dall’intera squadra mailartista, perlomeno nei suoi primi cinque punti, spesso addirittura fedelmente riprodotti su inviti a mostre e progetti alternativi. In realtà il testo non fa altro che formalizzare una serie di consuetudini e regole non scritte già tacitamente operative in rete.

"Anche se la rete eterna dell’arte postale non ha regole fisse, la sua crescita avviene ad una tale velocità che si avverte il bisogno di fissare alcune considerazioni sulla condotta da tenere nell’organizzare esposizioni di mail art. in tal maniera il sistema potrà svilupparsi in modo positivo. Aldilà dei dettami fondamentali della coscienza,ispirati a sentimenti di reciproca cortesia, le mostre di mail art sono in sistema di comunicazione a due sensi. Noi sottoscritti (come mailartisti praticanti) riteniamo che le seguenti considerazioni dovrebbero essere a fondamento di qualsiasi esposizione che voglia dirsi di mail art.

1) nessuna iscrizione

2) nessuna giuria

3) i lavori non verranno restituiti

4) tutti i lavori ricevuti verranno esposti

5) un catalogo completo verrà inviato ad ogni partecipante

6) una cartolina verrà inviata ai partecipanti (se finanziariamente possibile) per confermare l’arrivo dell’opera.

Se per un qualsiasi motivo un curatore di mostra postale non è in grado d’ottemperare a queste considerazioni, dovrebbe restituire senza alcun costo per gli artisti partecipanti, tutti i materiali ricevuti. Arte postale non vuol dire oggetti che viaggiano per posta, bensì artisti che stabiliscono contatti diretti con altri artisti, condividendo idee ed esperienze in ogni parte del mondo

 

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