Mail art. 4

 

Il collage, uno dei più comuni mezzi espressivi usati dai mailartisti, è la moderna evoluzione del mosaico e di questa tecnica figurativa vi sono delle rispondenze anche in letteratura: William Burroughs è stato l’inventore di due tecniche letterarie derivate dal collage, il CUT UP (metodo del taglio) ed il FOLD IN (metodo del ripiegamento) ampiamente collaudate ed illustrate nelle sue opere. Burroughs tratta infatti il testo come fosse un disegno, lo taglia, lo rincolla, lo piega, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, basta leggere: Il pasto nudo, Sterminatore, Nova Express, ecc.

Ma torniamo agli autori più attivi in senso postale collegati a FLUXUS che sono stati Robert Watts, tornato al mittente nel 1988 ha prodotto molte emissioni di francobolli, l’ultima nel 1986; Ken Friedman, creatore di timbri, riviste, comunicazioni, mostre e azioni postali d’ogni tipo, redattore nel 1972 dell’International Contact List of the Art, lista di contatti usata come guida indispensabile dalla prima tornata di mailartisti.

Vi sono poi Robert Filliou teorico della comunicazione tra artisti, Ben Vautier autore di vari timbri e di cartoline "impossibili" famose quelle titolate "la scelta del postino" con retro su entrambe le facce, di modo che il postino era obbligato a scegliere tra due destinatari diversi; Milan Knizak che tra il 1965 ed il 1966 spedì migliaia di comunicazioni con specifiche richieste ed istruzioni a persone casualmente scelte dall’elenco telefonico di Praga; On Kawara autore di vari progetti "concettuali" come ad esempio l’invio quotidiano ad alcune persone di telegrammi solitamente usati per il fine opposto, per comunicare il proprio buon stato di salute, operazione simile a quella compiuta da Demos Ronchi che negli anni ’70 inviava agli amici il proprio certificato d’esistenza in vita anche per dimostrare a se stesso ed agli altri il permanere della sua esistenza. Ancora da ricordare George Brecht, Nam June Paik e tra essi emerge il collagista Ray Johnson peculiare praticante di forme di corrispondenza creativa, che collaborò solo sporadicamente ad alcune antologie FLUXUS, ma è proprio un membro newyorkese del gruppo, Dick Higgins a pubblicare nel 1965 la sua prima raccolta di lettere "The paper snake".

 

 

Numerosi affiliati minori di FLUXUS quali Albert M. Fine, Richard C., Davi De Thompson sono attivi partecipanti della scuola di corrispondenza di Johnson, un’esperienza postale che coinvolgerà centinaia d’artisti e non artisti, documentata da esposizioni in spazi anche prestigiosi, come quella tenuta al Whitney Museum di New York nel 1970, già stabilendo allora il principio secondo il quale nelle mostre di mail art tutti i lavori devono essere esposti senza selezioni qualitative. Il ruolo creativo, ma marginale a FLUXUS di Johnson è confermato dal fatto che Maciunas nei suoi dettagliati diagrammi degli sviluppi storici del gruppo, include preferenzialmente Filliou alla voce mail art. Le frequenti manifestazioni collettive di FLUXUS, quali festival, concerti, azioni di strada, hanno comunque molto in comune con le strategie che saranno proprie dell’arte postale. Il progetto "This is not here" di Yoko Ono realizzato in collaborazione con John Lennon nel 1971 all’Everson Museum of Fine Arts di Syracuse comprendeva ad esempio una scultura d’acqua composta da bottiglie vuote spedite da vari artisti sollecitati da un invito postale. La Ono ha poi riempito d’acqua le bottiglie completando così l’opera collettiva. Lavori su bottiglie sono stati eseguiti successivamente anche da Hubault, Ronchi ed Echaurren. Hanno di poco anticipato FLUXUS con esperienze di tipo postale anche alcuni appartenenti al Nuveau Realisme francese che hanno trafficato verso la fine degli anni ’50 con timbri e francobolli: Yves Klein, Arman, Cristo, Daniel Spoerri, alcuni di questi poi confluiti in FLUXUS. Varie altre tendenze contemporanee hanno punti di contatto con la mail art: il lettrismo, l'Internazionale Situazionista, l’arte povera, la narrative art, la poesia visiva, ecc. ma in nessun caso con la stessa forte affinità elettiva che ancor oggi lega artisti postali di tutto il mondo allo spirito di FLUXUS.

"Mail art e cocacola" scrivevo nel 1984 nel mio volumetto "la mail art scrive al domani" edito dal Centro di Documentazione di Pistoia, titolando così il capitolo ove parlavo dei mailartisti americani. Negli Usa abbattute le frontiere della tradizione e superate le ideologie delle vecchie scuole, soprattutto quella della POP ART, si è pensato ad un sistema collettivo di fare arte.

 

 

La fine dell’isolamento dell’artista e la sua dipendenza dalle regole del sistema ha segnato l’inizio di una nuova era caratterizzata come mai dalla necessità d’un ciclo operativo più immediato fra l’artista e la sua sfera d’influenza più diretta, ovverosia i colleghi. Si sono quindi affermati mezzi più spontanei ed anticonvenzionali attraverso i quali proporre una nuova visione artistica. Ecco la popolarità del circuito della COPY ART e la sua rappresentazione concettuale della esternazione della funzione che la macchina fotocopiatrice ha al di fuori dell’uso d’ufficio. Il desiderio principale di questi operatori è appunto quello di modificare, per ampliare, le regole della presentazione formale. Nulla e nessuno è ritenuto più sacro, anzi è proprio un confronto con i cosidetti catalogati "capolavori" o "maestri" che più fomenta il desiderio di "copiare". Collagisti, post-card-artist, dadaisti, metafuturisti, artisti della stampa specializzata, tutti s’impegnano a cambiare il modo in cui siamo abituati ad osservare l’arte. Il tipo di messaggio è a volte molto personale, oppure si riferisce ad uno specifico argomento, politico, sociale, d’attualità, ecc. Altre volte è quasi oscuro e difficilmente decifrabile. Le rapide macchine xerox computerizzate ci stanno spingendo ad una velocità sempre più fantastica nel mondo dell’evoluzione delle idee e c’è che pensa che esse possano aiutare ad esaminare meglio i nostri processi creativi, un’area di studio questa, basata in parte su ricerche scientifiche ed in parte sul misticismo personale. Esponente di questa area è Sonia Lande Sheridan del Generative System Program, interessata ai pronostici relativi al ruolo che i creativi avranno come educatori delle immediate società future. La West Coast è certo uno dei centri più importanti per quanto riguarda il fenomeno della COPY ART, pensiamo alla Studio 718 ed al Postcard Palace, entrambi a San Francisco. E sempre San Francisco è la base del centro DADALAND formato da noti artisti quali Bill Gaglione, Anna Banana, Buster Cleveland, ecc. i cui interessi nella produzione di timbri, manifesti, cartoline postali, coinvolgono anche, in una maniera o nell’altra l’uso della fotocopiatrice: simultaneamente si può anche parlare della RUBBER STAMP ART ossia sui risultati ottenuti con l’uso dei timbri di gomma, prima considerata una forma d’arte marginale, ed ora oggetto di studio da parte di critici specializzati ed anch’essa identificata come mezzo di comunicazione e persino "sospettata" d’esser veicolo d’idee sovversive, impressione derivata da chi ne identificò la funzione di simbolo del contro-uso dei sigilli della burocrazia.

 

 

 

Fin dal 1971 la RUBBER STAMP ART è stata oggetto dell’attenzione dei critici dell’arte contemporanea, l’introduzione del timbro artistico è da attribuirsi a Kurt Schwitters il quale per la prima volta fece uso di timbri incorporandoli nei suoi collage, ma non bisogna però dimenticare i coevi guazzi futuristi. La RUBBER STAMP ART emerse a livello di certa notorietà solo negli anni ’60 con l’affermarsi della mail art. Mail art, COPY ART. RUBBER STAMP ART, COMPUTER ART ed ogni altra disciplina artistica sperimentale, tutte oggi s’impegnano e si fondono generando nuove sinergie in un più complesso e vasto discorso creativo e nella West Coast trovano supporto in una rete di centri specializzati che presentano al pubblico rassegne, video e performance.

 

(4. vittorio baccelli)