NOTHINGS

- Un’arte che lavori a dissociare le consuetudini psicologiche e culturali ha sempre e comunque un valore progressivo.

- Cazzo! ti sei messo a parlare difficile oggi.

- Non sono io che parlo, era una frase di Umberto Eco.

- Come se lo conoscessi, anzi sai cosa ti dico? Evita di presentarmelo, uno che parla così non lo voglio tra le palle.

- Non c’è problemi, era un terrestre di parecchi secoli fa; e poi non lo vuoi tra le ovaie, casomai.

- È un modo di dire, stupido!

- Ma tu le palle non ce l’hai.

- Ho le tue…ed adesso in bocca…arrgg…

- Ehi! Non mordere ora…

- Arrgg…slupp…

- Così, brava…

- …

- Ancora…

- …

- Già finito?

- Non mi paghi, non sono la tua donna e neppure la tua puttana: inizio e smetto quando mi pare.

- Le donne…se le conosci le eviti.

- Tu non le eviti, le cerchi.

- Dai, zitta e allarga.

- Cosi?

- Sì, lo senti com’è duro?

- Dai pompa, che a te dura poco, sbatti forte voglio godere…

- …

- Godo! Aaah… godo…

 

Questo mese la mia rubrica sarà un po’ più breve e magari anche un po’ più confusionaria del solito, perché per motivi estranei alla volontà mia e di chiunque altro, mi è stato anticipata all’improvviso la data di consegna della registrazione, proprio mentre s’avvicinava la data di consegna d’un altro lavoro. Ma non abbiate timori, tra un ciclo o due torneremo alle consuete dimensioni e la "Gazzetta del volatore" sarà in vendita come sempre con le tradizionali rubriche. Adesso iniziamo da un’alta posizione riservata al lavoro che vi ho anticipato con una sequenza erotica. È un buon pezzo ed è stato apprezzato al massimo dai vari gruppi sperimentali d’ascolto, buon brano e tranquillo, senza melodrammi: l’argomento principale è la lotta dell’uomo con le condizioni climatiche. È anche un esempio ben fatto di quel tipo di fantascienza che si basa su un pianeta che possiede qualche differenza radicale rispetto alla Terra e sulla società umana che potrebbe nascere da queste differenze. Su questo pianeta le uniche terre emerse sono piccole isole, inoltre la gravità è più leggera di quella terrestre. Molto prima dell’epoca in cui è ambientato il programma, un’astronave terrestre che aveva a bordo molti coloni s’è dispersa per un’avaria ed è atterrata su questo pianeta. Dai coloni è nata una cultura povera a livello tecnologico- pratico, ma piuttosto civile, grazie anche alle memorie conservate nell’astronave. L’elite di questa cultura è rappresentata dai volatori, uomini e donne che percorrono in volo le distanze tra le isole servendosi di grandi ali ricavate dalle foglie gigantesche di una pianta locale, ed attraversano i mari infestati dalle bellissime ma pericolose scille. I volatori si ritrovano nei loro nidi siti sui picchi più alti ed inaccessibili delle isole. L’assaggio sistim iniziale si svolge proprio all’interno d’un nido.

 

 

Il monaco è all’interno del tempio: un verde prato quadrato circondato da ampi archi, nel mezzo del chiostro un pozzo in pietra. Lui è un monaco zen ed il tempio si trova su un altopiano a circa mille metri dal livello del mare. Il monaco s’avvia lentamente verso la sala per la meditazione, entra, si mette nella posizione del loto e fa il vuoto nella sua mente, alle sue spalle un ologramma di Santa Klaus con un sacco pieno di doni, saluta sorridendo bambini che non sono presenti. Il monaco è impegnato nel creare il vuoto nella sua mente e respinge due corpi allacciati nell’attimo dell’amore, respinge la visione d’un azzurro mare punteggiato da piccole verdeggianti isole, respinge alcuni presentatori della TRI-TV che insistentemente lampeggiano e non vogliono andarsene. Poi uomini volanti sul mare e su alti picchi, ed ancora scille col lungo collo teso verso l’alto,un altopiano, un labirinto di porticati e costruzioni in pietra ad un piano. Vede un monaco in un’aula che medita, alle sue spalle un ologramma di Santa Klaus ridente. Entra nel monaco e tutto tace, tutto si ferma: la meditazione sul nulla ha inizio.

 

 

Dissolvenza in uno squallido alberghetto dalle parti di Porta Romana a Firenze. Uno dei nostri agenti fa finta d’essere uno scrittore. Ha scritto un romanzo cosiddetto pornografico titolato "La città sottile" in cui viene descritta la trovata della Morte in Orgasmo. Quella era l’esca. E ci sono cascati. Un rapido bussare alla porta ed esso è di là. Un verde ragazzo/fanciulla proveniente dalle fognature venusiane. Le incolori creature vampiresche provenienti da una terra d’erba priva di specchi. L’agente rabbrividisce per una leggera febbre. La Febbre dell’Arresto. Il ragazzo verde fraintende quest’emozione prendendola come un tributo alle sue personali attrattive e si liscia le penne pavoneggiandosi su e giù per la stanza. Questo organismo diviene pericoloso solo quando è comandato dalla Mente Insettifera. Quella notte l’agente invia il suo rapporto: "I controllori sono una donna, probabilmente italiana, ha preso una villa fuori Firenze, e un mediatore che agisce nella stessa zona. Accentrare le pattuglie, mettersi in contatto coi nuclei Gladio e P2 locali, aspettarsi d’incontrare armi venusiane".

Nei mesi seguenti continuiamo a scoprire altri punti di co-ordinazione. Facciamo pedinare il ragazzo verde giorno e notte e rintracciamo tutte le chiamate in arrivo ed in partenza. Peschiamo l’altra metà del mediatore a Tangeri. Un mediatore, non è un meditatore, è uno che organizza lavori criminali. Acciuffate quello scrittore, quello scienziato, quest’artista, si sta avvicinando troppo al… Corrompetelo, imbidonatelo…intimiditelo…impadronitevi dei suoi punti di co-ordinazione. E il mediatore trova qualcuno per fare il lavoretto "Fai venire Franco lo Spaccio, è un lavoretto di defenestrazione – Fai venire Marco il Verde, è l’ideale per rifilare l’imbidonata sentimentale – Fai venire Sandro il Macellaio e accendi i Forni – questo è un caso speciale."

 

Burroughs sta facendo una doccia dopo tempi immemorabili e sotto il getto non riesce più a ricordare ove si trovi, era a Tangeri? o a Firenze. Avrebbe potuto trovarsi anche in un alberghetto qualsiasi del pianeta o della galassia: quelli d’infima categoria sono tutti squallidi in ugual misura, si somigliano come cloni. L’acqua lo colpisce con mille rivoli, gli entra in bocca e lui sente il sapore di metallo e di cloro, la sputa. Ricorda gli agenti sempre in azione, il monaco in perenne meditazione, gli amanti volatori nel nido, lo speaker televisivo rottonculo. Le visoni si sommano a quelle acide ed i mondi s’accavallano, s’accartocciano per poi sfaldarsi e di nuovo ricomporsi. Anche il tempo sembra essersi fermato, lui si siede sotto il piacevole e tiepido getto d’acqua, chiude gli occhi e s’addormenta sorridente.