-          vittorio baccelli – i racconti – terzo sigillo –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ORICALCO BAR

 

All’interno del Cronodrome c’è un’area molto, molto riservata, alla quale possono accedere solo coloro che sono in possesso di uno speciale chip, normalmente impiantato: è l’Oricalco bar. Per inciso, l’oricalco era la pietra dalla quale gli atlantidei traevano l’energia. I possessori del chip sono solo non umani: cyborg, simulacri, cloni, droidi e specie simili ed assimilate. Qui si ritrovano per i loro giochi o solo per fare quattro chiacchere. Uno dei clienti fissi è il simulacro del più noto autore di programmi sistim, la sua sigla è TT453, lui che per contratto non può mostrarsi in pubblico se non quando viene chiamato dalla sua agenzia per sostituire l’autore, qui si sente libero di poter fare ciò che vuole, ubriacarsi, chiacchierare, scopare, giocare.

Oggi è qui solo per passare il tempo, sta sfogliando alcune riviste quando è colpito dall’avvenenza di una giovane ragazza che da un foglio argentato sta sniffando una forte dose di neococa. Si alza dal suo tavolo e sempre con la rivista in mano s’avvicina a lei.

-         Posso?

Lei lo squadra da capo a piedi, lui la guarda ed automaticamente arrotola la rivista che ha in mano. Dopo averlo così attentamente scrutato, lei gli sorride.

-         Accomodati pure, so chi sei. Conosco bene i tuoi programmi in particolare “Farfalla tatuata” e “Zeitgeist”, l’ultimo poi è stato un grandioso successo.

-         Sbagli, sono il suo simulacro.

-          Avrai però la stessa mente.

-         Solo in parte, l’umano che rappresento è un ubriacone, sempre fatto di birre ed anche un tossico dall’uso indiscriminato d’ogni alcaloide. Per questo a me hanno dato una memoria solo vaga della sua personalità. Ne ho certi aspetti e basta, se fossi come lui sarei impresentabile. Il mio lavoro è tenere le sue pubbliche relazioni. Dicono che è affetto da manie di persecuzione e che un giorno o l’altro si farà fuori, solo in quel caso mi passeranno tutta la sua mente.

-         Allora tu non sei un creativo?

-         Veramente lo sono, ma in maniera diversa da lui. Faccio solo cose sperimentali e lavoro assieme al computer dell’agenzia, lui si chiama Sòtutto. Ci interfacciamo e lavoriamo in coppia, firmiamo i lavori con uno pseudonimo ed andiamo forte tra le nuove tendenze. Ovviamente l’agenzia non sa nulla, o fa finta di non sapere. Ma basta parlare di me, dimmi tu chi sei, a vederti sembreresti un’umana, ma qui per gli umani è territorio interdetto. Un po’ di privacy anche per noi!

-         Sono il maggior azionista della Mentel, una multinazionale della quale dovresti aver sentito parlare, data che è comproprietaria anche della tua agenzia.

-         Cazzo! ci mancava anche questa, proprio un mio datore di lavoro dovevo abbordare stasera!

-         Dato che sei un mio sottoposto, posso anche accennarti la mia storia, ed è un segreto che dovrai mantenere. Ero il prof. Marchi, il famoso multimiliardario.

-         Il prof. Marchi? Mi stai prendendo per il culo, lui è morto una diecina d’anni fa.

-         Se è per quello, non è mai neppure nato. Il prof. Marchi l’ho inventato io, mi tornava bene avere un umano per le mie attività finanziarie. E ti dirò che ad un certo punto volevo anche renderlo concreto, ma ho preferito virtualmente ucciderlo, come virtualmente l’avevo fatto nascere. Ed ho invece creato Barbara, la nipote e l’erede del professore.

-         Ma tu non sei un simulacro.

-         No, infatti sono geneticamente umana, ma creata in laboratorio con un patrimonio genetico selezionato e perfetto. La mia mente è in rete con la banca dati ove il mio io più profondo lavora ed elabora.

-         Dimostri venti anni, hai un carnato leggermente abbronzato da favola, i tuoi capelli biondi mi fanno impazzire, i tuoi seni sono piccoli ma perfetti, hai un girovita da manuale e un favoloso culetto palestrato, sarai alta quasi quanto me, diciamo 1,78.

-         Cos’è una dichiarazione d’amore? Ti avverto che da parecchio abito con una ragazza, si chiama Nory, ed ho anche un figlio maschio che comincia ad essere grandicello.

-         Aiai, allora i maschi non sono il tuo forte, peccato, ci avevo già fatto un pensierino.  

-         Chissà, poteresti esser l’eccezione che conferma la regola.

-         Speriamo, dunque io sono un simulacro, ma tu cosa sei? Una I.A.?

-         Si.

-         E pensare che le riviste scientifiche dicono che ancora non ne esistono anche se siamo molto vicini alla loro realizzazione.

-         Esistono, e non sono la sola. Tutto quello che ti dico è strettamente riservato, non dimenticarlo mai. E poi sei in combutta con Sòtutto, lui non è una I.A.?

-         E’ vero Sòtutto ha una propria personalità, e posso dire che è l’unico vero amico che ho, però mi hanno sempre detto che possiede solo dei programmi molto elaborati che gli hanno generato solo una parvenza di personalità, comunque penso che sia un senziente, l’ho anche chiesto a lui, ma dice di non capirci nulla. Il fatto è che la demarcazione tra senzienti e macchine è sempre più sottile.  Ma cambiamo argomento, direi di farci qualche birra e poi passare in una delle stanze per l’amore, che ne dici?

-         Sono d’accordo, pensa tu alle ordinazioni.

Dopo essersi scolati svariate lattine, aver terminato la neococa, i due passano al bar ed ordinano due aperitivi afrodisiaci, si recano poi in una stanza per l’amore libero, si spogliano e fanno l’amore con fantasia, ma senza nessuna differenza sostanziale dagli umani, anzi per la verità come una normale coppia arrapata.

-         Da oggi tu vieni con me, ti va?

-         Come no? Ma con il lavoro come faccio?

-         Sono o non sono una tua proprietaria? Penso io a tutto, non preoccuparti, ti metto in ferie.

-         Un simulacro in ferie? Questa poi non si è mai sentita.

-         Lascia fare a me. Usciamo.

Ed escono a braccetto dal Cronodrome, arrivano ad un parcheggio e lei lo fa salire su un modulo di trasporto che è la copia fedele dei primi vecchi camper.

Lui sta per entrare, quando arrivano veloci tre e-mail lampeggianti ed iniziano a roteargli attorno alla testa.

-         Mandale via, non rispondere, invia comunicazione rifiutata.

-         Come vuoi.

E le e-mail rifiutate, tornano volando al mittente.

-         Ora ti porterò con me ad un seminario, che durerà una diecina di giorni, sei in ferie, no?

-         Un seminario? E su cosa?

-         Sulla conoscenza.

-         Speriamo in bene.

All’interno della roulotte lei fa un gesto e si forma un rettangolo luminoso.

-         Dobbiamo passare da lì.

-         E cos’è?

-         Un portale, ci troveremo ove ha luogo il seminario, in una bolla su Marte.

-         Primo, i portali sono ancora sperimentali ed altamente pericolosi, secondo, su Marte c’è solo una base militare.

-         A parte che non è vero che sia una base militare, è un avamposto della yakuza, poi i portali che usiamo noi sono totalmente sicuri e collaudati.

Entrano e si ritrovano in un salone di una villa antica con un ampio loggiato che da su un giardino elaborato colmo di alberi esotici.

-         Su Marte? Ma qui sembra d’essere ai tropici!

-         Se guardi fuori attentamente scorgi la curvatura della bolla.

-         E’ vero!

Altre persone sono presenti nel salone, chi fuma chi legge, chi guarda un oloprogramma. I nostri due si siedono su un divano, ed un droide arriva con coppe di champagne.

-         Adesso ti parlerò degli altri intervenuti. Vedi quel tipo che legge un giornale? E’ il bel Tenebroso, il personaggio dell’anno della TRI-TV, non cercare di vederlo bene in faccia, tanto non ci riuscirai.

-         Lo so bene, lui gioca con gli ologrammi e si vede e non si vede.

-         No, non gioca con gli ologrammi, è proprio fatto così, lui è un programma antico, creato per gli umani quando erano solo un popolo di pastori. Quella accanto a lui è l’Oracolo, la donna del fiume, anche lei è un programma antico. Tra l’altro dice che trai due ultimamente ci sia del tenero.

-         L’Oracolo sarebbe quella matta che lancia i vaticini, né ho sentito parlare, è anche una scultrice d’avanguardia molto richiesta.

-         Le sue non sono sculture, sono catalizzatori, ultimamente però le scambiano per opere d’arte. Vedi quella donna in piedi con il vestito lungo? Quella lasciala perdere, è molto pericolosa, si fa chiamare Nostra Signora dei Dolori, non è un programma e non è neppure umana. E’ quanto di più vicino alla divinità che io conosca. Tortura gli umani e li uccide provando immenso piacere. Dice che questo è un sacrificio dovuto e contribuisce a mantenere in equilibrio gli universi. Lei assume forme diverse a seconda dei tempi, gira tra gli uomini ed in rete. In rete si accompagna con altre presenze inquietanti. Cerca di non guardarla e di non rivolgerle mai la parola.

-         Ci sono anche due ragazzi.

-         Sì, la bambina viene da Hurruh, una realtà paradosso, è collegata con molti altri bambini come lei che sono anche sulla Terra, loro sono solo in parte umani, dicono di essere un regalo, ma non sanno bene neppure loro cosa sono. Stanno crescendo e stanno imparando, hanno molte doti. Il ragazzo invece è un elfo, è discendente da un gruppo magico-esoterico e viene da una dimensione parallela. Sono considerati molto saggi.

-         Sono gli elfi delle favole?

-         Chi può dirlo? Guarda quello che è entrato adesso, si chiama Kalid, i suoi geni sono una mescolanza di umano, droide ed extraterrestre, viene anche lui da un universo parallelo, da un pianeta chiuso denominato Terra 23. Nel suo universo è uno storico di grande fama.

-         Pianeta chiuso? Che significa?

-         Significa che è sotto osservazione, i geni dei suoi abitanti sono troppo misti e gli umani non si fidano fino in fondo.

-         Siamo tutti o manca ancora qualcuno? E chi ha messo insieme questo caravanserraglio?

-         Il caravanserraglio, come lo chiami tu, rappresenta la punta più avanzata della conoscenza, e poi ora ne fai parte pure tu. Come avrai capito vi sono infiniti universi, alcuni quasi identici, che possono esser collegati tra loro dai portali. Noi cerchiamo la Vera Storia. Vi sono infinite Terre ognuna con la propria evoluzione. Vi sono infinite specie di uomini, ed ogni specie è sorta con modalità diverse. Vi sono le I.A. ed anche gli alieni. Anche noi siamo storici, ma giuochiamo su una scacchiera infinita. Dobbiamo imparare, se vogliamo crescere. Siamo la tavola rotonda del Tutto.

-         E questa tavola rotonda chi l’ha messa insieme? Tu, il caso, la Mentel?

-         Io ho creato la Mentel, e la Mentel ci ha dato i mezzi. Ma siamo riusciti a metterci assieme grazie al contatto con uno scrittore vissuto nel XXI secolo. Lui con la sua mente ha scovato coloro che vedi qui riuniti. Ha funto da catalizzatore, così siamo riusciti a radunarci. E’ anche in contatto con antiche divinità, ma quelle non siamo riuscite a raggiungerle, o forse sono solo il frutto della sua immaginazione.

E tutti i convitati si riuniscono in cerchio e le loro menti si fondono. Le forme pensiero si confrontano come se avessero una vita propria ed alcune linee si sovrappongono creando forme analoghe e ben definite. E le forme ben definite vengono scremate dalle altre ed accantonate nelle memorie digitali, ognuna è un tassello dell’infinito puzzle della Totalità.

E fuori della Totalità e nel centro di essa c’è la Torre.

Quando la prima seduta del seminario giunse a termine, tutti erano contenti dei passi avanti ottenuti, lentamente cominciarono ad alzarsi pronti a prendersi un periodo di riposo, ma rimasero interdetti. In un angolo della stanza una giovane bellissima donna, coperta da una tunica gialla trasparente li stava sorridente osservandoli.

-         Ciao a tutti, io sono Marina, vengo dalla Torre e sono qui per unirmi a voi.

 

 

* rapporto riservato del computer di sorveglianza – abbiamo analizzato attentamente a sua insaputa la mente della ragazza di nome Marina, teletrasportata da noi sicuramente dalla Torre – le memorie della ragazza sono del tutto integre fino al punto contrassegnato 126/9 –  potrete  visionarle in qualsiasi momento (mi sono permesso anche di riassumerle, e questo lo trovate al punto 126/98) – successivamente al punto 126/9, che coincide con l’ingresso della ragazza nella torre, vi sono solo delle memorie impiantate – lei all’interno della torre non ha avuto alcuna esperienza reale, pertanto ogni suo ricordo è indotto – lei questo non lo sa –tutto ciò che pensa di sapere sulla Torre è dunque falso, è stata mandata qui sicuramente per confondere le nostre idee – purtroppo seguitiamo a non sapere niente di preciso sulla Torre *