PIERO CERVETTI

(a pochi giorni dalla morte)

 

piero cervetti

 

Voglio ricordare Piero soprattutto nella sua veste di poeta: la sua poesia nasce dalla confluenza di due esperienze vitali e tra loro diversissime, gli studi letterari compiuti all’Università di Pisa e coronati da una dotta tesi di laurea sugli sviluppi della sestina nei vari secoli della letteratura italiana e il suo addestramento e la permanenza tra i paracadutisti della "Folgore".

 

…e s’apre d’irreale silenzio

la beanza d’infinito azzurro;

lo strappo che frena la caduta…

 

Un poeta paracadutista è quanto di più anomalo possa concepirsi nella storia della nostra letteratura, anche se i rimandi al poeta-soldato D’Annunzio sono evidenti.

Eppure Piero è riuscito a fondere nella sua poesia, in un modo che è da dirsi unico, una tematica del rischio e dell’ebbrezza con una tecnica poetica non ignara dei più sottili procedimenti metrico-linguistici.

I suoi testi sono ricchi di citazioni straniere e di termini esotici secondo una tradizione espressiva che vede Pound e Eliot come precursori; pertanto accostamenti sono stati fatti trai versi di Piero e questi due autori. Erede di questa tradizione assieme a Peter Russel anch’esso in Toscana recentemente scomparso.

Molto attivo nel volontariato, è stato trai fondatori del circolo culturale "il soffio"e nei confronti dei soci è sempre stato disponibile ad ogni dibattito e approfondimento

Pur essendo uno studioso in molti campi dello scibile umano, dall’esoterismo ai miti nordici, dall’evoluzione della poetica alle lingue antiche, aveva da tempo interrotto ogni rapporto col mondo culturale e accademico, lasciandosi solo poche aperture: il prof. Blasucci, il poeta Pasciuti e l’animatore del Centro Internazionale Spirituale e Culturale del Sillico, don. Benedetto.

E il suo ultimo libro "Col ciglio asciutto", che segue d’un decennio "Sognocieli" è stato proprio presentato al Sillico dal circolo culturale "il soffio".

 

GESELE

 

Fuggire! Fuggire! Ma dove? ma dove?

Trovare nel ghiaccio un varco, ma dove? ma dove?

Lasciare per sempre la terra, verso nuovi cieli

ritrovar l’inquieta pace, ma dove? ma dove?

o chiudersi in un mondo di cristallo.

Fuggire! Fuggire! Ma dove? ma dove?

 

 

piero cervetti

 

 

MILLENNIUM?

Apparebit repentina

dies magna Domini

(Inno medioevale)

 

Non so se dall’alto dei cieli

o dall’imo dei mari;

ma non avrà dunque termine questo fimo?

Il regime degli Attila

non avrà mai fine?

Non so se saran angeli d’acciaio

o diluvio di fuoco

ma infinite parallele di Riemann

non mi diran "Rema’"

e nessuna rima

canterà lodi di un mondo falso.

 

Nobil natura rinata ritemprata

dall’utero tonante, non più supplicante,

quale che sia demone o dio

me troverà, erta la fronte,

calzare l’amaranto

e rifiutar strane colombe.

 

Quest’ultima poesia fu da Piero scritta appositamente per il progetto "millennium" da me lanciato e poi pubblicata nella sua ultima silloge "Col ciglio asciutto".

 

 

(Vittorio Baccelli)