- vittorio baccelli - i racconti -

- questa è una riflessione sul mio stato dell'arte - al momento è pubblicata solo su questa pagina web e non fa parte di alcuna mia raccolta -

vittorio baccelli

LA NAZIONE IN PROSPEKTIVA

     non c'è stato un tempo in cui non esistessimo tu ed io e questi re 

(Krishna)

Correva il 1998 e non ero per niente soddisfatto di quello che avevo scritto fino ad allora. La maggior parte della mia produzione creativa, i miei "affluenti", come a me piace chiamarli, risaliva agli anni '70 ed arrivava fino ai primi '80: avevo scritto racconti, saggi, poesie, ma sopratutto articoli per giornali. Ero stato infatti direttore di due giornali underground (Fuck e La rivolta degli straccioni), addetto stampa prima ad Opera Barga, poi alla stagione di prosa di Bagni di Lucca, con puntatine alla Versiliana ed all'APT di Lucca, ed infine all'ufficio cultura di Capannori. Avevo anche collaborato con numerosissime testate che andavano da Spirali allo Zibaldino, dal notiziario comunale di Capannori ad Anterem. Ed alcuni lavori furono anche pagati, e quelli pagati erano per me i meno qualificanti. Tra l'altro anche in quei periodi, tutto quello che scrivevo veniva puntigliosamente pubblicato. Ma non ero contento, i miei scritti non mi soddisfacevano per niente. Anche le poesie ed i racconti. E pure i saggi sull'arte se ne stavano dimenticati da qualche parte. Nel 96 "in viaggio" mi fu esplicitamente richiesto da un editore per l'inserimento in un libro, fu così che ricominciai a scrivere racconti. Un giorno su La Nazione fu lanciato un concorso, più che un concorso diciamo che fu una gara, dato che non si vinceva proprio niente, se non la pubblicazione di quello che sarebbe stato segnalato come "il racconto della settimana". E perché no? mi chiesi, e così a mo' d'esercizio cominciai a rispondere ai temi che settimanalmente venivano lanciati. Tra i vari racconti di quei giorni (raccolti poi in "storie di fine millennio") nacque "troppo tardi" che fu pubblicato da La Nazione, Il Giorno, ed Il resto del carlino, con una recensione critica di Marabini, critico letterario di quel gruppo editoriale. Una recensione che giudicai subito strepitosa e favolosa. E quella recensione, ed anche la validità dei miei racconti, praticamente mi aprirono ogni porta. Da allora riviste e web fanno a gara a contendersi i miei scritti ed ho la netta sensazione che stiano piacendo sempre più, ed a fasce di lettori differenziate. Ma torniamo a La Nazione che è uno dei quotidiani, che quasi ogni mattina leggo. Un giorno, dopo tutta una serie d'articoli sulle pagine culturali che affrontavano problemi legati alle riviste letterarie ed agli autori emergenti, e li affrontavano in maniera molto critica sopratutto nei confronti delle suddette riviste italiane giudicate troppo vecchie, stantie, accademiche ed eccessivamente chiuse o aperte solo alla pubblicazione dei propri abbonati, o addirittura edite da chi se non avesse avuto la propria rivista mai nessuno avrebbe stampato le sue cose, un giorno dicevo, dopo tutta una serie d'articoli dal tono descritto, ai quali s'aggiungevano anche interventi sull'impossibilità di pubblicare per gli sconosciuti, perché le case editrici pubblicano con un'ottica esclusivamente mercantile solo chi è già famoso, meglio se personaggio televisivo, dopo tutto questo infine apparve un articolo di mezza pagina su una sconosciuta rivista: Prospektiva. Rimasi meravigliato, dopo tutta una serie di stroncature anche nei confronti delle riviste più blasonate, ecco all'improvviso apparire un pezzo di quasi mezza pagina su una sconosciuta ma coraggiosa rivista di Siena, diretta da un certo Andrea Giannasi di Castenuovo Garfagnana. Una rivista che, secondo l'articolo, valorizzava giovani talenti, cercava autori originali e non si lasciava per niente coinvolgere dal mercantilismo imperante tra la carta stampata. Questo articolo mi incuriosì ed il nome di questa rivista era per me completamente nuovo. Nell'articolo c'era pure l'indirizzo ed allora alla rivista senese inviai un dischetto con diversi  miei racconti. Dopo una diecina di giorni mi fu inviata una copia omaggio della rivista con allegata una lettera standard a firma della redazione ove sinteticamente s'elencavano gli intendimenti della pubblicazione, mi si invitata ad inviare ancora materiale ed a sottoscrivere l'abbonamento. Dopo un'altra settimana inaspettatamente m'arrivò una lettera del Direttore che mi diceva: ho letto i tuoi racconti, mi sono piaciuti moltissimo, uno alla volta li pubblicherò sulla rivista..... E così è stato e sempre Prospektiva ha pubblicato anche i miei due libri "Storie di fine millennio" e "Mainframe" e tuttora continua a pubblicare i miei racconti. Se dunque continuate a trovare, un po' dovunque i miei racconti e se non vi piacciono, dovete sapere che la responsabilità di questa mia risorta voglia di scrivere è imputabile sopratutto al quotidiano La Nazione che ha anche recentemente pubblicato un altro mio racconto "Ghiaccio dal cielo" ed alla rivista Prospektiva che oggi non è più più solo di Siena ma è pure sbarcata in quel di Civitavecchia. Ed ho anche ricominciato a riordinare i miei vecchi scritti recuperandoli come fogli ingialliti di manoscritti e ritagli di giornale, da vecchie casse sopravvissute ai decenni.