- vittorio baccelli - i racconti -
- un universo che collassa, le teorie di Reich, molti saranno incuriositi dall'evento, questo racconto è solo un inizio, apparso su "storie di fine millennio"-
UNA
QUESTIONE D’ONORE
Il Prof. Merz era un ricercatore informatico molto apprezzato, i suoi studi sui circuiti integrati e le sue innovazioni l’avevano messo sotto contratto presso un colosso statunitense dell’informatica.
Il professore era anche uno studioso dilettante di psicoanalisi e questa sua passione l’aveva portato a conoscenza del lavoro di Reich.
Era rimasto colpito sopratutto dalle ultime intuizioni reichiane riguardanti l’energia orgonica che poteva essere la forza motrice e creatrice dell’intero universo.
Questa energia, che sarebbe suddivisa in due sessi, fece cadere negli USA il pensiero di Reich nel ridicolo.
Ma il prof. Merz la pensava diversamente dai cittadini statunitensi e riteneva che fosse possibile che un atto cosmico d’amore avesse generato le stelle.
Il punto di partenza dei suoi studi furono le scatole accumulatrici di energia orgonica, la vendita delle quali per uso terapeutico portò Reich in carcere ove morì in maniera quanto meno paradossale.
A queste scatole il prof. Merz applicò una serie di circuiti integrati di sua concezione e teorizzò la possibilità che il big bang fosse stato causato dall’atto d’amore delle due correnti sessuali dell’universo.
Approfondì poi alcune credenze mistiche presenti nel pensiero di varie religioni e le portò a supporto delle sue argomentazioni.
Taoismo, jin jang, libro tibetano dei morti, testi alchemici ed altro ancora, iniziarono a far parte del suo bagaglio teorico.
Poi sviluppò la sua idea anche dal punto di vista matematico e tutto tornava alla perfezione.
A quel punto il prof. Merz preparò una serie di diapositive per illustrare la sua teoria e si sentì pronto a presentarla al mondo accademico.
Baroni universitari e scienziati di grido reagirono ostentando l’indifferenza più totale, ma fu la stampa a stroncarlo definitivamente ed a coprirlo di ridicolo.
Il nostro professore divenne agli occhi della gente il classico scienziato pazzo, nessuno volle confutare la sua teoria o dibatterla, tutti semplicemente lo deridevano.
La multinazionale informatica decise di interrompere, senza addurre alcuna motivazione, la collaborazione con lui e le università impedirono le sue conferenze, era divenuto un ciarlatano.
Il professore fu molto amareggiato dalle reazioni, ma per niente rassegnato alla sconfitta, decise di mettere in pratica le sue teorie, la cosa era ormai divenuta una questione d’onore.
E fu così che iniziò a lavorare praticamente al progetto nel suo laboratorio privato.
Mettere in pratica ciò che aveva previsto in maniera teorica risultò più complesso del previsto, pensava di realizzare l’orgon-machine in pochi mesi, invece gli occorsero alcuni anni ed infine questo fu possibile grazie all’aiuto finanziario di alcuni gruppi reichiani sparsi nel mondo che aveva rintracciato via internet e grazie anche al supporto teorico di alcuni studi su microchips, forse alieni, che aveva eseguito anni prima su commissione di un gruppo di ricercatori che lavoravano a progetti maturati nell'area 51.
L’orgon-machine occupava tutto il laboratorio ed era costituita da una sfera apparentemente di cristallo delle dimensioni di una pallina da flipper, all’interno della quale vi era il vuoto, attorno alla sfera circuiti integrati applicati a scatole nere.
L’energia orgonica, distinta nei due sessi, veniva raccolta dalle scatole nere, successivamente amplificata dai circuiti, infine convogliata nella sfera, all’interno della quale, nello spazio vuoto, i due flussi si univano.
Il prof. Merz via internet dette al mondo la notizia che la sua orgon-machine era pronta e che avrebbe dato inizio all’esperimento il 22 marzo alle ore 20, la stampa e gli scienziati di tutto il mondo erano invitati.
L’annuncio cadde nel vuoto, la notizia fu riportata solo da una diecina di giornali in tutto il mondo e da qualche rara emittente televisiva.
In queste sparute citazioni si parlava di un tentativo di dimostrare la validità delle teorie reichiane ed il loro eventuale rapporto con il big bang, la notizia comunque venne data in poche righe ed in chiave semiseria.
Fu preso sul serio solo da due biondi ragazzini dodicenni, che un pomeriggio si recarono a trovarlo, vollero vedere tutte le sue apparecchiature e lo subissarono di domande. Il professore fu molto contento di questa visita inaspettata, poiché si rese conto che questi due non lo stavano deridendo, ma al contrario erano molto interessati al suo lavoro ed avevano anche notevoli conoscenze scientifiche. Il professore li invitò anche per il giorno dell’esperimento, ma loro dissero che non avrebbero potuto esser presenti poiché impegnati all’estero in un seminario. Promisero però che avrebbero seguito l’esperimento, ed in ogni caso, si risarebbero fatti vivi. Il professore volle sapere ove studiassero, ma loro furono evasivi dicendogli che frequentavano un college molto esclusivo che molto teneva alla propria privacy.
Il giorno dell’esperimento erano presenti sette giornalisti locali, due finanziatori dei gruppi reichiani e tre curiosi del posto.
In tutto erano dodici persone più il prof. Merz, non uno scienziato, nemmeno un cameraman.
All’ora fissata il prof. Merz premette un anonimo pulsante sulla consolle ed i dodici testimoni presenti iniziarono ad osservare la piccola sfera che divenne fluorescente.
Poi s’udì una forte vibrazione seguita come da un tuono lontano.
Un nanosecondo dopo la cessazione del tuono la Terra collassò all’interno della sferetta e mentre il tempo si fermava fu la volta del sistema solare a collassare.
La velocità periferica dell’implosione accelerò esponenzialmente superando ampiamente i limiti stabiliti dalla luce.
L’intero universo collassò nel vuoto della sferetta del prof. Merz per poi espandersi alla stessa improbabile velocità con cui s’era contratto, generando un nuovo big bang che dette corpo ad un altro universo che da quel fulcro iniziò ad espandersi.