- vittorio baccelli - i racconti -

- pubblicato per la prima volta su le edizioni OLFA di ferrara - fa parte di "storie di fine millennio"-

 

RIMORSI

I due figli ormai trentenni che aveva avuto dalla sua prima moglie erano lì accanto a lui, erano anni che non li vedeva, da quando aveva ottenuto il divorzio. Si mise a parlare con loro, accarezzandoli come fossero sempre bambini. Ed ecco giungere i suoi genitori, non anziani come quando morirono, ma cinquantenni nel pieno delle loro forze. Alla loro vista cominciò a piangere ed a chiedersi – cosa mi sta succedendo? – Si trovava in un ampio giardino che non ricordava d’aver mai visto, il sole era alto e l’atmosfera primaverile. Cosa era accaduto?  I ricordi cominciarono piano piano ad affluire: era sull’autostrada e si stava recando a casa ove l’aspettava la sua amata seconda moglie ed i suoi tre bambini per festeggiare, che cosa? Ah si, era l’ultimo dell’anno, un anno speciale, il 1999, si festeggiava l’avvento del terzo millennio e lui era in ritardo, perché era in ritardo? Ah si, l’amante, era stato a trovarla, era molto attratto da lei, ma l’aveva sempre ingannata, lui non l’amava, amava sua moglie ed i suoi figli che non avrebbe mai lasciato. Ma questo all’amante non l’aveva mai detto per paura di perderla, perché era bellissima e molto brava in certe cose che lui amava particolarmente.

Poi aveva sentito come uno sparo, forse era scoppiata una gomma, e la sua auto si era impennata e stava volando sopra lo spartitraffico che separava la corsia opposta.

E queste erano le ultime cose che si ricordava, come era arrivato in questo giardino? I due figli, che aveva abbandonato assieme alla prima moglie intanto giocavano con una palla felici, mentre i suoi genitori gli stavano amorevolmente parlando, ma lui non riusciva a comprendere le parole, malgrado si sforzasse di farlo.

Si sentì battere su una spalla e riconobbe quello che era stato il suo grande amico negli anni sessanta e che da allora non aveva più rivisto. Mentre l’amico gli sorrideva si ricordò di avergli portato via l’azienda con una operazione finanziaria veramente sporca, ma i soldi sono soldi, quell’operazione fu la sua fortuna economica.

L’amico gli raccontò che dopo il crac era andato all’estero e che era rimasto ucciso in una rapina alcuni anni fa, ma malgrado tutto non aveva mai smesso di volergli bene anche se l’aveva rovinato. Baciò sulla guancia l’amico ritrovato, chiuse gli occhi e si sdraiò sull’erba. La vita trascorsa iniziò a scorrergli davanti agli occhi, e tutto ciò che aveva negli anni rimosso divenne evidente. Lui correva, correva sempre, sempre avanti senza fermarsi, senza curarsi di chi calpestava nella sua folle corsa che portava … che portava … sì che portava al giardino in cui si trovava adesso.

Si rialzò e prese per mano i figli, la prima moglie e l’amante che nel frattempo erano arrivate, e l’amico perduto ed i suoi genitori e tutti per mano iniziarono un girotondo nel prato del parco, mentre le lacrime non smettevano di sgorgare dai suoi occhi.

Fu a quel punto che l’infermiera entrò in sala di rianimazione con una ordinanza medica in mano, dette un’ultima occhiata all’encefalogramma che da tre giorni era piatto ed uno ad uno iniziò a spegnere i macchinari che tenevano artificialmente in vita il paziente, un imprenditore molto conosciuto nella zona che aveva avuto un incidente stradale proprio la sera dell’ultimo dell’anno mentre si recava a casa per festeggiare in famiglia il nuovo millennio.