- vittorio baccelli - i racconti -

-  apparso per la prima volta sulle edizioni OLFA di ferrara - fa parte della raccolta  "storie di fine millennio"-

vittorio baccelli

IL RITORNO

 

Era, era sempre stato e stava tornando.

Aveva, galassia dopo galassia, varcato i confini dell’universo raggiungendo il limite dell’espansione e dal bordo era scivolato negli altri universi ed aveva incontrato gli altri simili a lui.

Questo era il motivo del lungo viaggio, con loro aveva scambiato e confrontato energie, conoscenze e creato emozioni, ma poi era giunto il momento del rientro, il richiamo si era fatto sempre più forte.

Tornò nel suo universo, raggiunse la familiare galassia ed individuò con gioia il pianeta verde-azzuro coperto di nubi.

Intorno ad esso si avvolse fondendosi con l’atmosfera.

Il globo, brulicante di primitiva vita e di forti emozioni destò in lui graditi ed antichi ricordi.

Avvertì il richiamo che s’era fatto sempre più forte: era atteso.

Si materializzò possente, distese le enormi membrane nere e sorvolò mari, pianure, montagne.

A gruppi parallelepipedi di pietra sintetica s’innalzavano dal terreno brulicanti di una semplice, primitiva specie vivente.

Piccoli uccelli metallici rombanti lo sfiorarono e presero a volare assieme a lui.

Un battito d’ali li disperse e veloce planò ove il richiamo era più forte.

Il vento sibilava attorno alla sua affusolata testa ed un rombo di tuono usciva dalla sua enorme bocca.

Una lupa d’argento si materializzò nella inaccessibile foresta circondata d’aguzze vette ed ululò a lungo al cielo per carpire la sua attenzione.

L’enorme massa con le nere, membranose ali spiegate si diresse verso di lei e lentamente le planò accanto.

I suoi ricordi di viaggio si trasferirono istantaneamente alla compagna mentre saette solcavano zigzagando il cielo e la foresta elettrizzata sembrava piegarsi verso la loro presenza.

La lupa cambiò sembianze, divenendo simile a lui, ma di color argenteo, assieme spiegarono le immense ali e spiccarono il volo lanciando acuti gridi.

Sorvolarono foreste, campi, fiumi, monti e città, giunti al mare si tuffarono nei suoi abissi esplorando fondali sommersi.

In acque molto più profonde una grotta accogliente li attendeva.

Nell’antro, seduti l’uno di fronte all’altra su due troni di pietra emisero energie primordiali che fondendosi generarono forme comunicative.

Poi sazi dell’interscambio nuovamente come mante uscirono dal mare ed ascesero al cielo, assieme, possenti, volarono sulla terra attonita che da eoni aveva dimenticato simili presenze.

Mentre volava, divinità minori vennero al suo cospetto e con umiltà si fecero scorgere mostrando devozione.

Imperscrutabile continuò a planare accanto alla compagna: era, era sempre stato, ed era tornato.