- vittorio baccelli - i racconti -

- quando scrissi questo racconto che doveva essere a chiusura di "storie di fine millennio", pensai che nessuno l'avrebbe capito e che non sarebbe mai stato pubblicato - fare un piccolo racconto sull'insieme di mandelbrot mi sembrava una follia - ne feci allora dieci fotocopie e le spedii a varie riviste con le quali ero in contatto - il risultato fu stupefacente, tutti pubblicarono questo racconto, non solo, ma ruggero maggi, artista milanese ideatore della rassegna multimediale CAOS, lo tradusse in inglese per il catalogo dell'edizione 2000 - dopo il successo di roots, molti miei racconti hanno le ultime frontiere della scienza matematica ed oltre come  protagoniste- pubblicato per la prima volta su "racconti e poesie" rivista lucchese fondata da cesare viviani e bartolomeo di monaco-

vittorio baccelli

 

RADICI

 

All’interno dei colori d’un fiore sono alla ricerca del mio io, pian piano mi addentro nelle zone limite tra una sfumatura e l’altra ed infine scorgo la configurazione frattale più familiare, l’insieme di Mandelbrot.

Mi spingo parallelo al perimetro fino ad un lungo braccio, il più lungo dell’insieme e mi appare la configurazione della croce nella quale mi identifico.

Mi lascio scivolare sulle morbide linee della croce, ne assaporo i contorni familiari, la percorro in ogni suo spazio, infine mi tuffo nel suo centro addentrandomi nuovamente in un più piccolo insieme che percorro fino al braccio, poi individuo la croce e di nuovo mi tuffo verso un ancor più piccolo insieme e così via assaporando l’autosomiglianza.

E’ un gioco, una ragione di vita, un atto mistico che potrei condurre all’infinito.

L’uomo ha scoperto molto tempo fa queste zone di confine, poi ogni singolo individuo si è identificato in una piccola porzione di esse ed il frammento è divenuto il nome e l’individuo.

Il tutto ebbe inizio con le scoperte sulle geometrie frattali, dall’insieme di Cantor e di Julia all’attrattore di Lorenz e poi il principio d’indeterminazione di Werner Heisenberg ed ancora Lorenz con la teoria del battito d’ali d’una farfalla: il cosiddetto effetto farfalla.

Il caos svelava i suoi segreti mentre i sistemi complessi collassavano uno ad uno.

Ed anche la pluirimillenaria civiltà umana collassò sotto la spinta e la realizzazione delle universali leggi del caos.

Ed il collasso portò nuova conoscenza, le zone limite, di frontiera, si rivelarono fonti di vita.

Lo sviluppo delle equazioni differenziali, degli algoritmi, le zone di attrazione magnetica, i campi gravitazionali, le variazioni cromatiche, tutto portava ad un nuovo mondo che divenne percepibile all’uomo senza l’ausilio dei computer.

E l’umanità trovò la propria ragione di essere, le proprie radici, il proprio futuro, ove individuo e specie s’intersecavano in volute geometriche sempre più complesse.

Ed è nell’insieme di Mandelbrot che l’umanità ha incontrato altre culture.

L’insieme è ovunque e lo vado ricercando nei colori dei fiori, nei raggi del nostro sole, nel magnetismo terrestre, nella bioenergia del mio o degli altri corpi.

Nell’armonia del caos la vita diviene una continua ricerca, un crogiuolo di conoscenze e di esperienze.

Gradualmente abbiamo preso dimestichezza con le nuove realtà e man mano che la conoscenza s’ingigantiva le percezioni delle zone di frontiera si sono fatte più visibili, più reali, poi estremamente concrete. Il tutto svelando i suoi misteri risulta estremamente armonico, l’energia ci nutre, passiamo la maggior parte delle nostre giornate ad affinare l’esplorazione degli insiemi che si concatenano all’infinito, da soli o in gruppo.

Sappiamo d’aver imboccato la strada che porta ad una nuova civiltà, di tipo ben diverso da quelle nel nostro passato.

L’evoluzione del caos modificando le percezioni sta modificando anche i nostri corpi.

Domani sarà una giornata speciale, con alcuni miei simili navigherò in un nodo gravitazionale che solo di recente è stato individuato, mi addentrerò nelle radici dell’umanità e nel suo destino, ne assaporerò le coincidenze.