- vittorio baccelli - i racconti -

 - pubblicato per la prima volta su  la "antologia del giubileo" per le edizioni OLFA di ferrara nel 2000,  selezionato poi per l'antologia "l'eco del secolo", sempre dell'OLFA quale racconto trai vincitori del premio "janus pannanius", fa parte di "mainframe" - l'abbandono, il sogno della riconfigurazione del sistema, temi che ritorneranno ciclicamente nei racconti- scaglie dorate è un sogno, ma è anche una realtà - niente è più reale del sogno -

vittorio baccelli                            

SCAGLIE DORATE

 

                                           E’ sciocco chiedere  agli dei

                                           quello che possiamo procurarci da soli.

                                                                                                       (Epicuro)

 

Dio! Com’è vuoto il modulo abitativo da quando lei se n’è andata!

Non c’è stata alcuna spiegazione, semplicemente è partita su un taxi dopo aver raccolto le sue cose, muta alle mie domande.

Ho rovistato mille volte l’ambiente alla ricerca di qualcosa di lei, dei segni del suo passaggio.

Una spazzola con attaccati alcuni suoi biondi capelli, alcune scaglie dorate della sua pelle rimaste sul tappeto, tre mozziconi di sigarette in un posacenere.

Di lei mi sono rimaste alcune foto che ci scattammo in una gita in montagna ed un brevissimo programma personale, un demo da lei registrato durante una visita alla filiale Sendai.

Ho allineato l’elaboratore all’induttore delta, al simulatore ed al proiettore olografico.

Colloco una memoria solida vergine nella fessura dell’elaboratore ed inizio a scannerizzare le immagini, poi metto in memoria il suo DNA estratto dai capelli e dai mozziconi, messaggi registrati con la sua voce sono già nelle banche dati dell’elaboratore.

Immetto poi il demo del suo programma personale ed il proiettore inizia a formare l’immagine olografica.

Alla consolle guido e seguo l’elaborazione, i vari dati s’intrecciano in sinergie sempre più complesse.

In internet attraverso Nuova Alta Vista ed altri motori di metaricerca faccio compiere una ricognizione su di lei e nuove matrici scorrono nell’elaboratore, mi interfaccio con esso e trasferisco i dati di lei che sono presenti nella mia memoria, il mainframe viaggia a pieno ritmo carico dei nuovi dati.

Scopro che in rete esiste una registrazione di alcune sue canzoni, che ha partecipato a due concorsi di bellezza, che ha posato per un calendario hard di due anni fa, che ha registrato una conferenza su le nuove modalità di interfaccia in programmi ad alta risoluzione e che ha partecipato ad una tavola rotonda con il “bel tenebroso”, un famoso ed inquietante personaggio olotelevisivo.

I frattali di lei, milioni, miliardi, danzano prima scomposti, poi iniziano ad essere giustamente assemblati e la sua immagine olografica si fa sempre più concreta.

Lentamente la materializzazione si attua sotto i miei occhi.

E’ sdraiata sul tappeto della mia camera, adesso lei è nuovamente qui con me, nuda, si alza in piedi e mi fa:– Mi andrebbe un caffè.

Vorrei dirle molte cose, ma ho come un blocco alla gola, tanta è l’emozione, le verso dal bricco una tazzina di caffè e lo riscaldo col microonde.

Lo beve amaro, poi va in bagno e sento scorrere l’acqua della doccia.

Non riuscirà ad uscire dall’appartamento, ma che importa?

Ora l’ho ritrovata ed affinerò sempre più il programma, renderò l’interazione ancor più densa, forse col tempo riuscirò a fargli avere una maggiore autonomia spaziale così potremo anche uscire insieme, oltre il quartiere non so se ci riuscirò, ma vedremo, comunque la programmerò ancor più bella, non invecchierà e sarà sempre al mio fianco.

Esce dal bagno e la bacio dolcemente mentre la sdraio sul letto.

Voleva rifarsi i seni ed applicare nuove scaglie dorate sulla sua pelle, domani sceglieremo i suoi nuovi seni ed il tipo di scaglie e non avrà mai più bisogno di recarsi al centro chirurgico.

E la bacio, la bacio in tutto il suo desiderato corpo, mentre le note della sua canzone preferita si diffondono tra le stanze della mia casa.

- Caro, ti ho aspettato tanto, ma dove ti eri cacciato? E poi così, senza dire nulla, promettimi che non lo farai mai più, ti amo tanto, sai? -

 

 

 commenti dei lettori:

Commento della Redazione di Liberodiscrivere
127 Una storia d'amore moderna, disegnata tra "motori di ricerca" e memoria virtuale; una storia d'amore conclusa amaramente in cui il protagonista, però, non si rassegna. E trova una soluzione affiché anche il suo amore possa essere infinito, a dispetto della realtà.
 

1223 Desolazione. La desolazione dell'inganno. Ricostruire qualcosa che non esiste più, isolarsi nel passato e rivivere nella finzione. Un giorno ci sarà la possibilità di farlo, forse. E si creerà una generazione di illusi, amanti virtuali che creeranno semplicemente la donna ideale. E gli uomini saranno sempre più soli. Un bel racconto davvero.
( Klaus Nehren )

 
silvia Lucherini 29/01/2001 @ 0:00
Un po' di tristezza la lascia questo racconto.Cosa può far fare la mancanza di qualcuno,forse l`inverosimile.
Filippo Di Paola 28/01/2001 @ 14:44
 Quanta solitudine ci vuole per accontentarsi di un simulacro? Quanto piacere si prova nel possesso?