- vittorio baccelli - i racconti -

apparso per la prima volta nelle edizioni OFLFA di ferrara - fa parte della raccolta "storie di fine millennio"-

LA SCATOLA

 

Era una vecchia scatola di legno delle dimensioni di cm. 20x25, alta 10, di colore marrone chiaro, passata con vernice lucida trasparente che gli anni avevano reso tutta screpolata.

Sul coperchio un tempo vi era un disegno, oggi estremamente consunto, nel quale si intravede ancora una staccionata, una radura nel mezzo della quale vi è un uomo, un albero spoglio sulla destra ed alcuni abeti secolari nel lato opposto.

Il disegno è composto da varie tonalità di marrone, forse un tempo vi erano più colori, il coperchio è fermato da due cerniere molto arrugginite ma sempre funzionanti, la scatola ha poi una piccola serratura in metallo della quale non ho mai visto la chiave.

Fin da bambino ho sempre avuto in casa questa scatola e nel suo interno vi erano conservate le più svariate cianfrusaglie: mi ricordo un rocchetto di filo azzurro, carte da gioco, bottoni, vecchie monete, ritagli di giornale ingialliti, francobolli usati, ed altre piccole cose.

Dopo la morte dei miei genitori sono rientrato in possesso, tra l’altro, anche di questa vecchia scatola che è finita su uno scaffale del mio studio.

E proprio un anno fa accadde l’incredibile.

Avevo sulla scrivania del mio studio tirato fuori tutti i conti correnti ed i pagamenti che avrei dovuto con urgenza fare, fatta la somma in tutto erano quasi nove milioni da pagare.

A quel punto estrassi le ultime, uniche cinquantamila lire che possedevo e le lasciai sopra quella scatola, mentre le bollette ed i conti rimasero sulla scrivania.

-         In qualche modo farò – mi dissi, spensi la luce dello studio e me ne andai a letto.

Al mattino, prima di uscire, passai dallo studio, presi le ultime cinquantamila lire e quasi automaticamente aprii la scatola che sapevo vuota. Non vi dico la mia sorpresa quando all’interno trovai altre cinquantamila lire.

Divenni ancor più perplesso ed esterrefatto quando confrontando i numeri di serie, mi accorsi che erano uguali.

A quel punto intascai uno dei biglietti e rimisi l’altro sopra la scatola, poi uscii, comprai il giornale, le sigarette, feci colazione al mio solito bar, rientrai per controllare.

Nella vecchia scatola c’era un altro biglietto di banca, non vi dico la mia gioia e da allora i soldi non furono più un problema.

Da quel giorno erano passati quasi tre mesi e mi ero rinnovato il guardaroba, avevo acquistato una nuova auto, saccheggiato le librerie, cenavo nei migliori ristoranti, insomma senza esagerare facevo una vita più che soddisfacente.

Una mattina sento suonare il campanello, apro e mi trovo davanti il maresciallo dei carabinieri del mio paese, con lui altre tre persone in borghese, che si qualificano, due della guardia di finanza ed uno come dirigente del ministero del tesoro.

Li faccio accomodare in salotto e mi notificano che ho spacciato monete, che false non sono, ma neppure regolari.

Tirano fuori banconote da 50 e 100 mila lire e mi dicono dove e quando le ho spese. Da un mese mi stavano tenendo sotto controllo.

Mi trovo con le spalle al muro e loro vogliono una spiegazione, e la vogliono subito, se non collaboro rischio l'arresto immediato.

Mi decido in tutta fretta e vado a prendere la vecchia scatola vuota, la poso sul tavolo e chiedo alcune banconote al dirigente del ministero.

Il dirigente dalla sua ventiquattrore estrae una mazzetta di banconote da 500 mila e me la porge, prendo la mazzetta, la poso sulla scatola e dico loro di non toccare niente mentre io preparo un caffè per tutti.

Vado in cucina col maresciallo, del quale tra l’altro sono amico, che mi segue e mi aiuta a preparare il caffè.

Prendo la moka con il caffè fumante e la metto su un vassoio, con la zuccheriera, i cucchiaini, le tazzine ed un bricchetto col latte.

Torno in salotto, servo il caffè a tutti, lo beviamo, mi accendo una sigaretta e poi dico al maresciallo – apri pure la scatola –

Il maresciallo guarda il dirigente che gli fa cenno d’assenso, apre la scatola ed estrae una mazzetta di banconote identica a quella che vi era posata sopra.

I finanzieri controllano i numeri di serie, redigono un verbale, me lo fanno controfirmare, poi il dirigente sequestra la scatola e mi lascia una ricevuta del sequestro avvenuto.

- Poi le faremo sapere, grazie per la collaborazione. – gentilmente mi salutano portandosi via, il dirigente la scatola, i finanzieri i due blocchetti di banconote.

Quando sono rimasto solo ho avuto come un presentimento, ho aperto l’armadio delle scarpe, ho preso una scatola nuova con scritto NIKE, ho tolto le scarpe che vi erano dentro, ho posato la scatola sul tappeto del salotto, ho estratto dal mio portafoglio un biglietto da 100 mila lire, l’ho posato sulla scatola e sono uscito.

Mi sono recato al discount vicino per far spesa e quando sono rientrato ho aperto la scatola delle NIKE, all’interno vi era una banconota identica a quella che vi avevo posato sopra.