- vittorio baccelli - i racconti - daemon - pixel ed altri deliri -
Quando stamani mi sono svegliato, non sapevo proprio dov’ero, se è per questo neppure sapevo chi ero. E tuttora ho queste lacune. Mi sono destato in un sacco a pelo, ma non era proprio un sacco a pelo, assomigliava di più ad un bozzolo di seta.
S’è
aperto con estrema facilità e mi sono ritrovato da solo in un enorme prato che
sembrava non avere fine. Per cercare di ricordarmi qualcosa ho cominciato ad
osservare attentamente com’ero vestito: scarpe da ginnastica, calzini di
cotone, pantaloncini aderenti anch’essi di cotone ed una t-shirt a maniche
corte bianca, nient’altro.
Mi
sono allora guardato nelle tasche dei pantaloncini: niente.
Quindi
ho cercato le etichette dei vestiti, la marca delle scarpe: niente di niente.
Sulla
t-shirt c’era scritto: - quando avevamo tutte le risposte ci hanno cambiato le
domande -
Una
frase questa che non mi dice niente, ma soprattutto non mi ricorda niente.
Allora ho camminato per un po’ sempre nella stessa direzione: il prato deve
prima o poi terminare, mi sono detto.
Dopo
circa un’ora di cammino, ho scorto dei bassi cespugli con dei frutti rosa,
piccole perline profumate, sapevo che erano commestibili e ne ho fatto una
scorpacciata, poi mi sono nuovamente sdraiato sull’erba: il cielo era terso e
luminoso, ma non dovrebbe esserci un sole?
Mi
sono riguardato attentamente e mi sono accorto che la t-shirt aveva una nuova
scritta: - la scrittura e le cose non si somigliano -
E
mentre mi stavo chiedendo quando mai avessero inventato magliette con le scritte
che cambiano, mi sono accorto che nuovamente la frase era mutata in: - il corpo
dell’umanità si divide in due, tra reale e virtuale -
Ma
che cazzo vorrà dire? Ci ho riflettuto a lungo, poi mi rialzo e proseguo, mi
sembra che nella direzione nella quale sto andando vi sia in lontananza
qualcosa. Ha l'aspetto d’un arco, è indistinto a causa della forte distanza.
Finalmente
troverò qualcosa e forse anche qualcuno. Cammino e contemporaneamente cerco i
frutti rosa, che sono buoni e vigilo sui cambiamenti delle scritte sulla
maglietta, adesso si legge: - quella che il bruco chiama fine del mondo il resto
del mondo chiama farfalla –
Mi
dico che questa l’ho già sentita, ma la mia memoria, almeno al momento, non
ci pensa neppure di riaffiorare.
Intanto
è trascorso parecchio tempo dal mio risveglio ed adesso sono quasi arrivato
davanti alla sagoma che avevo da lontano intravista: non mi ero sbagliato, è
proprio un arco, gigantesco, in pietra grigia.
Lo
raggiungo, lo guardo attentamente, ci passo sotto e ci giro attorno: è
perfettamente levigato come se fosse un monoblocco, nessuna indicazione, nessuna
dicitura.
….pensavi
di trovarci scritto made in thaiwan, idiota…
Al contrario della mia maglietta che di scritte ne ha fin troppe, ora dice: - nel fondo profondo dentro il corpo abita l’anima, nessuno l’ha ancora vista ma sappiamo che esiste, e sappiamo anche cosa c’è dentro di lei -
Beata
la mia maglietta che sa così tante cose, io so solo che so leggere, per il
resto so un cazzo, c’è buio profondo.
Sono
seduto sul prato, di fronte all’arco, osservo la maglietta che mi sono sfilato
ed ho posato sull’erba, mi sono tolto pure i pantaloni e le scarpe: sono nudo.
…che
fai fighetto, prendi il sole….
Non
c’è il sole, è strano, c’è però tanta luce, come se ci fosse. Prima mi
scappava forte, mi sa che i frutti rosa sono un po’ purgativi… mi sono
ripulito col prato…..
Ci
ho preso gusto, l’infaticabile maglietta adesso dice: - non temo niente, non
spero niente, sono libero -
E
vaffanculo pure tu, t-shirt del cazzo!
Si
fa sera, ma di soli nemmeno l’ombra, ma che diavolo di posto è mai questo?
C’è
un rumore in sottofondo, solo ora me n’accorgo, ma ho il sospetto che mi abbia
accompagnato fin dal risveglio: è come se in lontananza ci fosse una fiera, con
brusio casinaro di voci, di musiche e d’altoparlanti.
….una
fiera….tu dici?
Presto diviene notte, nel cielo c’è una foschia luminescente, neppure una stella: ma perché?
La
t-shirt dà sempre più di fuori, ora dice: - la vita è un sogno -
Ma
quale sogno, sto urlando, questo è un incubo! E la scritta repentinamente
cambia in: - pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto -
Mi
ci manca, d’esser portato in alto per poi precipitare e spappolarmi sul prato.
Ora do di fuori di brutto, qualcuno deve spiegarmi…ed inizio ad urlare, prima
AIUTO! Poi frasi sconnesse….
Sto
piangendo, dev’essere passato un casino di tempo, l’aria che durante la
notte era semplicemente tiepida, sta divenendo sempre più calda mentre la luce
si fa più forte: ma il sole non c’è.
Mi
rialzo piscio, bestemmio, mi rimetto solo calzini e scarpe, maglietta e
pantaloncini li tengo in mano e m’avvio verso la solita direzione (sarà
sicuramente quella sbagliata). Attraverso il gigantesco e fottuto arco in pietra
e proseguo sempre dritto. Noi tireremo diritti! Cara maglietta del cazzo! le so
anch’io le citazioni, anche se al momento non ricordo proprio chi l’ha
detta, ma è una citazione, come le tue, brutta stronza, ne sono sicuro.
Ogni
tanto do un’occhiata alla mia stupida maglietta con la speranza che cominci
con le inserzioni pubblicitarie, visto che le frasi più o meno storiche, non mi
dicono nulla. Adesso c’è scritto: - prendi la cioccolata invece
dell’autobus - e prosegue poi con - io non cerco, immagino -
Sto
seriamente pensando che era meglio se m’ero dimenticato pure di saper leggere,
ma sono distolto dai miei pensieri dalla vista di un sottile filo di fumo che
scorgo in lontananza.
Sì
è proprio fumo, ne sono sicuro, allora mi muovo sempre più in fretta e di
corsa arrivo fino alla fonte dell’esalazione: è un braciere circolare, sembra
di bronzo, pieno di bassorilievi con volti umani, è retto da un treppiede dello
stesso metallo, è alto un paio di metri.
Una
fiamma arde alta, ma non capisco cosa stia bruciando. Ma so che cosa brucerà!
Ci getto dentro la maglietta intellettuale che ora aveva la scritta: - i decenni
volano sono i pomeriggi che non passano mai -
Questo
pomeriggio ti passa in fretta le dico mentre sta consumandosi nelle fiamme.
…che
eroe! hai fatto fuori una pericolosa ed intellettuale maglietta…
Levano
la sete, levano la fame e ripuliscono per bene l’intestino, ma è inutile
lamentarsi, qui al momento non c’è altro.
C’è
qualcosa sul prato, lì per lì non capisco bene, poi mi rendo conto che è un
laghetto, piccolissimo, poco più d’una pozza d’acqua, ma è acqua tersa,
pulitissima, invitante. Mi bagno,
mi specchio, bevo. Mi ci rifletto e vedo un bel viso di un giovane con un
accenno di barba: un giovane che però non riconosco. Mi tuffo nella pozza e ci
sguazzo dentro, poi si vedrà.
Esco
e mi asciugo al sole steso sull’erba.
…al
sole? Ma quale sole, idiota, non c’è il sole…
Mi rigiro e sul mio avambraccio destro scorgo un tatoo con la scritta: - chi parla? Io, chi sei tu? Il tuo cuore -
Ma
che immane cazzata! Possibile mi sia fatto scrivere queste stronzate!
Mi
rituffo, poi nuovamente esco dall’acqua e mi rotolo sull’erba, riguardo il
tatoo: è cambiato, ora dice - DILETTA LUNA! - Ed anche a lettere cubitali,
sempre peggio, ora sbiello di brutto, ho fatto fuori la maglietta intellettuale
e le scritte sceme me le ritrovo sulla pelle. Qualcuno deve spiegarmi cosa sta
succedendo.
C’è
un edificio! Un edificio bianco! Un parallelepipedo di calce bianca, si vede il
marrone delle finestre. La tra gli alberi. Sono partito di corsa, mi sto
avvicinando.
Una
villa, degli alberi, l’incubo è finito, corro, corro verso quella casa.
C’è
una ragazza bionda che mi viene incontro, a braccia aperte, ci scontriamo con
forza e rotoliamo per terra, abbracciati, avvinghiati, non sono in me dalla
gioia, ho finalmente incontrato un altro essere umano, ora ci saranno le
spiegazioni.
Stiamo
assieme rotolando sul prato, lei sorride e mi parla, ma in una lingua straniera
che non capisco.
Il
tatoo ora dice: - l’audaci imprese io canto -
Lei
indossa una sottile tunica bianca, la sollevo, sotto è nuda, sorride, le
allargo le gambe e la penetro, seguita a dire cose incomprensibili: ora ti scopo
le spiegazioni sono rimandate a più tardi.
Le
stringo i capezzoli forte, sempre più forte, mentre vengo dentro di lei e la
sento godere, s’inarca sempre più, poi è immobile sull’erba. Sul
suo seno c’è scritto: - not things but opinions things trouble men -
Non
so che cazzo voglia dire, ma me ne frega meno che niente…ma perché non si
muove più questa qui? Neanche parla più…è ricoperta di sangue?….perché?
Il
corpo non è più quello della bionda, ma è quello di un uomo nudo, bruno di
capelli, con tutti gli abiti stracciati ed insanguinati.
Ha
una scritta sul petto, allontano i brandelli di stoffa, ripulisco alla meglio il
sangue e leggo: - non tutti i sogni durano abbastanza a lungo -
…è
inutile che tu faccia lo smemorato..sei gay…sei frocio…finocchio
Ma chi ha parlato? Qui non c’è nessuno a parte questo stronzo sanguinante travestito da donna che non so da dove sia sbucato fuori.
…se
è per quello neppure tu sai da dove sei sbucato fuori…
Aiuto!
Qualcuno mi aiuti!
E
mi metto a correre a perdifiato, passo l’edificio bianco ed imbocco una strada
sterrata che va oltre, sbuco poi su un nastro nero d’asfalto che si srotola
come un tappeto fino ad un cartellone pubblicitario al lato della strada che
dice: - siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni -
Altro
che sogni, questi sono tutti incubi, e quella bella bionda straniera, dov’è
finita?
..nel
tuo cervello spappolato, coi neuroni che sciacquano, c’è la straniera
bionda…
Ma
ci sono delle case, dei negozi, arrivo al gran galoppo, questo mi sembra un bar,
anche se sulla porta a vetri c’è scritto: - osa tendere cavi sui precipizi -
E chi se ne frega di cosa c’è scritto.
Entro,
completamente nudo e sporco di sangue, con i calzini e le scarpe da tennis. E’
proprio un bar non mi sono sbagliato: c’è il bancone, le bottiglie, le paste
nella vetrinetta, i tavoli, due ragazze nude sedute ad un tavolo con bicchieri
davanti. Dietro il banco non c’è nessuno.
-
Nudo io, nude voi, va tutto bene vero?
-
……………………..
-
Loquaci le bimbe, vedo però che mi sorridete, va bene così.
…anche
la bionda straniera ti sorrideva…
-
Ragazze, ma ci si serve da soli qua dentro?
-
………………………
-
Da soli! Va bene.
E
scavalco il bancone, afferro una bottiglia e guardo l’etichetta: ha dei
geroglifici incomprensibili, scuoto la testa, la stappo, l’annuso. C’è il
buon odore del wisky, ne butto giù una sorsata, è buono di quello stravecchio
che non ti brucia la gola, ne bevo ancora…ancora..
Passo
poi al reparto paste e comincio con un paio di bignè alla crema…le due
ragazze seguitano a sorridermi…
C’è
la macchina del caffè.
-
Ne volete bimbe?
- ……………….
-
Chi tace acconsente, ora vi preparo un bel caffè fumante!
Preparo
i caffè, li servo, torno poi dietro al bancone e sulla parete, alle spalle
della macchina del caffè c’è uno specchio, mi ci guardo e vedo una scritta
arabescata incomprensibile, ma che pian piano si trasforma nell’alfabeto
consueto: - si lanciano all’assalto dei campanili allontanando ed unendo le
montagne -
Questa
è più criptica delle altre, sembra un indovinello.
-
Voi signore ci capite qualcosa?
-
……………….
-
E ti pareva.
Mangio,
bevo, prendo il caffè e rutto.
-
Una sigaretta! Qualcuno ha una sigaretta?
-
…………………….
Le
due stronzette seguitano a guardarmi sorridendo senza dire nulla, ma tra un
po’ me le faccio, si guarda se dopo il lavoretto seguiteranno a sorridere. Sul
loro tavolo c’è un pacchetto ed un accendino. Un pacchetto di…..boh! c’è
sopra una scritta strana, ma dentro è pieno di sigarette profumate e col
filtro: ne prendo una, me l’accendo, tiro alcune boccate…..buona!…loro due
seguitano a guardarmi ed a sorridere.
…sorridono
si, le hai già fatte fuori, stronzo…
Ma chi è che parla? Mi guardo intorno e non c’è nessun altro, solo le due mute. L’occhio mi cade sul dorso della mia mano: - alzati quando il filo si miscela alle curve del cielo -
No,
questa roba è troppo intellettuale, ci rinuncio, e tra una tirata della
sigaretta e l’altra, sono accanto alle due tipe e gli sventolo il membro sotto
il naso, ora è in piena erezione e sempre fumando, tra uno sbuffo d’aromatico
fumo e l’altro lo ficco in bocca alle due.
-
Forza, succhiate troie!
Ma
le troie non succhiano un granché e poi i frutti rosa mi stanno ancora facendo
effetto.
Cerco
un bagno, lo chiedo, ma nessuno mi risponde, al che m’accuccio dietro al
bancone e mi libero del tutto rumorosamente.
Mi
pulisco con delle salviette e ritorno dalle zoccole sorridenti. Ne alzo una di
peso la sbatto sul bancone e la violento come dio comanda. Mi fermo solo quando
sto per venire, la getto giù dal bancone e prendo l’altra. Ma non è
possibile! Con quel po’ po’ di tette, tra le gambe ci ha un membro, non è
una bella cosa!
La
(lo) giro, l’appoggio al bancone e l’infilo dal dietro e vengo dentro di lei
(lui).
…gay,
te l’avevo detto che sei solo un frocio…
- Fatti vedere stronzo e vedrai che ti succede!
….che
paura….m’inchiappetti?….
Scarico sul pavimento la tettona col membro proprio sopra l’altra amica e leggo per terra la scritta: - credi alla forze dei tuoi sogni e loro diverranno realtà -
No,
io non credo più a niente e m’avvio verso l’uscita del bar.
…mi
vuoi dire per favore quale strada devo fare per uscire di qui? – chiese Alice.
Dipende in gran parte da dove vuoi andare, sussurrò il gatto……
…..il
tuo cervello in pappa ha parlato…..
Mi guardo attorno, nessun movimento, ma gli strani rumori di fiera sono adesso molto più forti e provengono da oltre la porta che da sulla strada. Voi vedere che finalmente la fuori c’è della gente normale e non delle voci, delle ombre, delle scritte e degli stronzi.
…ma
senti chi parla…
Apro la porta a vetri e su di essa leggo: - dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova epoca -
Apro,
sono fuori, subito guardo in alto, verso il cielo, c’è il sole, l’incubo
forse è finito.
Ci
sono anche molte persone, forse mi stanno aspettando, sono tutti vestiti, molti
in uniforme, finalmente…
Due
grossi insetti mi si avvicinano sibilando. Hanno elitre metalliche e sopra di
loro delle minuscole scritte. Uno mi è vicinissimo, leggo le elitre: - non
riesci a guardare oltre te -
S’avvicina
lentamente sempre più verso di me, tocca la mia pelle e penetra all’interno
mentre l’altro insetto arriva proprio all’altezza dei miei occhi e sopra
c’è scritto: - vive la difference -
E
ce ne è un altro – together we make magic – e un altro ancora con –
conosci te stesso –
E
poi tutto uno sciame, mentre sento esplodere la porta a vetri del bar colpita
dai primi due insetti che hanno attraversato il mio corpo.
Vedo
rosa e poi nero mentre la mia materia organica esplosa imbratta ciò che resta
della porta del bar.
Il
rumore di fiera adesso è al massimo….