- vittorio baccelli - i racconti -

-vi sono scuole e scuole, questa apparsa su "storie di fine millennio", è un po' particolare -

vittorio baccelli

A SCUOLA

Già da più di un mese Franco frequentava la scuola privata di specializzazione. Un college di gran lusso, con fior fiore di insegnanti. Sua madre aveva voluto iscriverlo e veniva a trovarlo ogni fine settimana.

I suoi compagni di classe erano quanto di più eterogeneo ci si potesse aspettare, ragazzi e ragazze di ogni razza e colore, l’unica cosa che avevano in comune era l’età: dagli undici ai tredici anni. Franco stava passeggiando nell’immenso giardino della scuola quando gli si avvicinò Fabrizio, suo compagno di classe.

-         Ho bisogno di parlarti, hai un minuto? –

-         Ho tutto il tempo che vuoi –

-         Ti ho osservato in questi giorni, mi sembra che tu non sappia perché sei qui e neppure chi sei –

-         Vuoi scherzare? So benissimo chi sono e sono qui per far contenta mia madre –

E Fabrizio - Sei l’unico che ancora non sa che non siamo ragazzi reali, noi siamo dei programmi, degli esseri virtuali, ci hanno mandato qui perché abbiamo subito delle alterazioni e stiamo subendo un programma rieducativo.

Cerca di ricordare, hai vissuto ultimamente qualche stranezza? Per esempio a me è successo che avevo sempre trai piedi un grosso cane bianco che non riuscivo a sopportare. Un giorno l’ho investito a tutta velocità col mio motorino e l’ho ucciso. Il giorno dopo il cane era nuovamente lì a scodinzolarmi. Allora ho preso un fucile da caccia di mio padre e gli ho sparato, il giorno dopo era nuovamente lì e poi l’ho ucciso di nuovo ….. capisci, il programma non prevedeva la morte del mio cane. -

Fu allora che Franco si ricordò che durante una gita in motoscafo aveva gettato in mare la sua tata insopportabile, ed al suo ritorno a casa l’aveva trovata che l’aspettava sorridente.

Fabrizio intanto aveva estratto un rasoio dallo zainetto e – Guarda, se non sei convinto – con un colpo secco col rasoio s’aprì un avambraccio, non uscì neppure una stilla di sangue e la ferita si richiuse dopo pochi istanti.

Franco non sapeva più cosa dire e restò a bocca aperta a guardarlo.

- Ma noi abbiamo trovato una soluzione ai nostri problemi, anzi l’ha trovata Arturo, il tuo compagno di camera. A proposito lui è qui perché si suicidava, e dopo ogni suicidio si risvegliava in camera sua sempre sanissimo. Hai visto quante lezioni d’informatica stiamo seguendo? Le abbiamo richieste noi e, non so se hai notato, qualsiasi cosa chiediamo ci accontentano sempre. E’ da molto tempo che ci lavoriamo sopra, stiamo costruendo un programma con una realtà tutta per noi, a nostra misura. Quando l’avremo completato ci trasferiremo tutti là e lasceremo qui dei nostri simulacri, così nessuno si accorgerà mai di nulla. Devi come noi comportarti normalmente, come se tu fossi in una vera scuola, facendo finta di non sapere la verità, soprattutto con tua madre quando verrà a trovarti. Dovrai anche dire che qui ti trovi benissimo e che vuoi restarci –

Franco disse che si, aveva capito e si recò nella sua camera, si distese sul letto ed iniziò a riflettere, la sua vita era un cumulo di menzogne, tutto quello che lo circondava non era mai stato reale, solo sua madre doveva esser vera, e poi quale madre? Forse era stata lei a costruire il suo programma o l’aveva commissionato a qualche tecnico.

Più Franco pensava alla sua vita, più si rendeva conto quanto i suoi ricordi fossero semplici, elementari, troppo semplici per essere veri. Dalla scrivania tolse il temperamatite, poi con un piccolo cacciavite liberò la lama, andò in bagno aprì l’acqua calda, mise il polso sinistro sotto il getto e con la lama si aprì il polso. Vide il rosso sangue della vena che continuava a scorrere, ma l’acqua restò limpida, poi il taglio si richiuse e Franco si rese conto di non aver provato alcun dolore.

Prima di tornare a letto Franco digitò al computer il questionario delle richieste e sbarrò con una crocetta tutti i corsi di informatica compresi quelli delle esercitazioni pratiche nel laboratorio.

Poi si sdraiò sul letto e prima d’addormentarsi lesse un paio di capitoli del libro di fantascienza che aveva da qualche giorno iniziato.

Si risvegliò pieno di voglia di vivere, una sensazione positiva che mai fino ad ora aveva provato.