- vittorio baccelli - i racconti -

- questo è il primo racconto con due personaggi che si svilupperanno in interventi successivi: l'Autore e l'Editore - ma anche il computer Sòtutto manifesterà una personalità futura inaspettata e sarà molto più senziente di quello che dovrebbe essere - dalla raccolta "mainframe"-

vittorio baccelli

                                           FARFALLA TATUATA

 

-         Buon giorno, era l’ora che ti svegliassi!

-         Chi si vede! L’editore! Qual buon vento ti porta?

-         Già, sono qui per ricordarti che dovevi inviarmi un tuo nuovo programma l’altra settimana.

-         L’ho finito! L’ho finito! Stavo proprio festeggiando il termine del lavoro, quando mi sono ritrovato qui.

-         Festeggiando? Ma se ti ha raccattato l’unità mobile del PSIM in mezzo ad una strada più morto che vivo.

-         Forse ho esagerato con i festeggiamenti, ma leggi la cartella clinica, c’è scritto “disturbo cardiocircolatorio”

-         Alla faccia del disturbo cardiocircolatorio! Questo va bene per la stampa e per quegli schizzati dei tuoi fans, sulla cartella clinica possono anche averci messo quello che vogliono, ma io ho parlato col tuo medico, che è anche quello dell’agenzia, e mi ha detto che sei arrivato in over dose di neococa più di la che di qua e per completare l’opera eri anche completamente fatto di birra. Infatti dopo l’autodoctor t’hanno messo in terapia intensiva disintossicante.

-         Sono solo voci delle malelingue, ma il lavoro è davvero pronto, colleghiamoci pure anche subito col mio computer di casa e facciamo la registrazione.

-         OK, ci puoi scommettere che registriamo immediatamente prima che tu schianti, ora preparo il tutto.

Detto questo l’editore aprì la sua ventiquattrore, attivò i circuiti, inforcò gli appositi occhiali e mise in funzione operativa la propria piastra neurale.

-         Mentre il mio computer si prepara ed allerta il gruppo d’ascolto, attiva la tua piastra e dammi un’anteprima di questo nuovo lavoro.

-         E’ la storia di una ragazzina che non ha voglia di rompersi andando in ferie coi propri genitori, ed allora li fa truffaldinamente partire con un programma, così lei con i suoi amici può fare quello che vuole.

-         E l’idea dove l’hai presa, in una birreria o te l’ha data il tuo pucher?

-         Sempre simpatico, l’ho avuta da un articolo su un quotidiano uscito a cavallo del millennio.

-         Invece delle tue fatture e dei tuoi conti sempre in rosso, sei quotidianamente a controllare la vecchia stampa.

-         - E’ da lì che escono le buone idee, basta lavorarci un po’ su.

-         Mi comunicano che tutto è pronto.

-         OK, via con la registrazione.

-         GO!

 

                                               < INIZIO REGISTRAZIONE >

                                                              Su mille dorsi ora danza,

                                                              dorsi ondosi, ondose malizie.

                                                              Salute a chi crea danze nuove!

                                                                             (F. Nietzsche)

 

Sono Marika, una ragazzina di soli quattordici anni, ma vengo considerata un genietto della neo informatica, la più brava della scuola di specializzazione.

Il mio massimo divertimento consiste nell’elaborare programmi personali sperimentali e vi assicuro che i miei sono molto più perfetti di quelli che potrete ordinare nelle boutiques specializzate.

                                              < INTERRUZIONE >

 

-         Già interrompi?

-         Sì, volevo sapere perché hai messo quella citazione nietzschiana.

-         Mi piaceva iniziare un programma neurale come una volta si cominciavano i racconti.

-         Sì, può essere originale, ma per l’amor di Dio risparmiaci i titoli di coda come facevano nei vecchi films.

-         Niente titoli di coda, te lo prometto.

 

                                     < RIPRESA REGISTRAZIONE >

In questo preciso momento i miei due genitori stanno viaggiando in un mio programma, ho detto loro che volevo lo provassero perché era meraviglioso.

Ed è vero, è meraviglioso e ve lo voglio descrivere.

Si trovano in una navicella spaziale, munita di ogni comfort, che li porterà su Marte.

Lì potranno fare escursioni, visitare le antiche rovine, fare surf sulle sabbie rosse,

esplorare i grandi canali e le fantastiche grotte.

Nell’insediamento saranno ospiti in una suite regale, con cene, feste e balli mascherati.

Una vera vacanza da sballo, poi crederanno che il programma sia terminato e si ritroveranno qui in casa.

                                           < INTERRUZIONE >

 

-         Per questo punto puoi utilizzare un programma standard di viaggio marziano a tua scelta.

-         Ma il programma non era della ragazzina?

-         No! Il programma è polivalente, può esser usato per la ragazzina e per ciascuno dei due genitori.

-         Ho capito, vi sono tre interfacce.

-         Sono innovativo io, che ti credevi?

-         Sì, quando non ti scoppi di coca.

 

                                    < RIPRESA REGISTRAZIONE >

Invece il programma continua con il giorno successivo che partiremo per Ibiza ove insieme faremo virtualmente le ferie che loro hanno da tempo programmato.

I quindici successivi giorni saranno piacevolissimi, i miei incontreranno i loro amici villeggianti, i soliti di tutti gli anni e mare, sole, feste, pranzi e cene, bagni, gite sott’acqua, tutti assieme con grande gioia e serenità.

                                      < INTERRUZIONE >

 

-         Anche qui può esser utilizzato un programma standard.

-         Se è per questo l’avevo capito, non c’era bisogno d’interrompere.

-         Cazzo! sei sempre tu che interrompi, se per una volta stoppo io, ti lamenti.

-         Veramente hai già stoppato due volte, ti rendi conto che i tempi di registrazione costano?

-         Sei uno spilorcio, con tutto quello che ti faccio guadagnare!

-         Vai tranquillo che il giorno che non tiri più, ti rifilerò un bel calcio in culo, e non sai quanto sarò felice quel giorno.

-         Hai voglia d’aspettare, i miei programmi tirano sempre più.

-         Si, trai maniaci e gli scoppiati!

-         Ma pagano, e pagano bene.

-         Andiamo avanti che è meglio.

 

                              < RIPRESA REGISTRAZIONE >

Poi il rientro a casa, ed a loro verrà voglia di passare nuovamente una giornata su Marte e chiederanno di riprovare il mio programma.

Li accontenterò volentieri e quando disinseriranno la piastra neurale saranno nella realtà trascorsi sedici giorni, ma per il loro metabolismo che il programma ha rallentato, saranno passate solo sedici ore.

Perché ho combinato questo scherzetto ai miei genitori? Ve lo racconto subito.

Vi ho già detto che sono una ragazzina di quattordici anni, troppo grande per essere felice di passare due settimane con i miei in albergo, troppo piccola per essere lasciata libera di stare con le mie amicizie.

Le vacanze ad Ibiza con la mia famiglia sono una autentica tortura.

Al mattino, quando ci si ritrova nel salone dell’hotel per la colazione, inizia il tormentone.

I miei, ma soprattutto mia madre, danno il via alla sequenza delle sevizie con un vero e proprio interrogatorio che comprende lo smalto blu fluorescente che mi sono messa sulle unghie, le treccine con le colorate perline musicali che ho nei capelli, il piercing con la pallina d’argento alla narice sinistra, gli orecchini troppo vistosi per la mia età, il top che mi lascia scoperto l’ombelico (non ti farai mica il piercing anche lì), gli zatteroni troppo alti da baldracca, la catenella alla caviglia, le labbra colorate in nero profondo, la borsa con l’immagine tridimensionale troppo osé di una cantante rock nuda degli anni novanta, i mini short che lasciano intravedere tutte le forme.

Il martirio non finisce qui, sparano a raffica, non si chetano mai, mentre io m’ingozzo di cornetti appena usciti dal forno, con burro e marmellata inzuppati in un cioccolato caldo, rispondere? Mai, dite a me?

In spiaggia l’interrogatorio diviene del terzo grado, hai fatto i compiti per l’estate, ma che razza di riviste leggi, ma che cazzo di musica ascolti, perché ti porti sempre dietro il diffusore audio TV, ma che razza di occhiali ti sei messa, la crema che ti dai ha un odore nauseabondo, il bikini è troppo ridotto e perché ti togli sempre il pezzo di sopra, e poi ti esponi per troppo tempo al sole, lo sai che fa male, stai sempre in acqua, dove sparisci quando passeggi sulla spiaggia, le bibite che bevi sono disgustose, le bevi perché le sponsorizzano alla TRI TV, ma quanto gelato mangi, falla finita d’ingozzarti sempre, sarai anche brava a scuola ma se seguiti così farai una finaccia nella vita.

Non dire parolacce, parla ammodo.

                                              < INTERRUZIONE >

 

-         Ora che c’è che non va?

-         Niente, solo che volevo informarti che il mio computer ha rintracciato il quotidiano su cui era stampato l’articolo che ti ha ispirato, il quotidiano si chiamava IL TIRRENO e l’articolista Oliviero Toscani.

-         Lo sapevo anch’io, ma il tempo non è danaro?

-         Interrompo quanto mi pare, sono io che pago, un’altra cosa, il mio computer si sta annoiando ed anche il gruppo d’ascolto.

-         Il tuo gruppo d’ascolto del cazzo s’annoia sempre, per forza sono dei vecchietti maniaci che hai preso all’ospizio, per risparmiare.

-         Andiamo avanti e speriamo succeda qualcosa. Tra l’altro quella che descrivi sembra mia figlia.

 

                                       < RIPRESA REGISTRAZIONE >

A pranzo uno si aspetterebbe una tregua, invece no, perché mangi così tanto, stai composta a tavola, perché spilucchi, perché sbricioli il pane, perché non mangi le verdure, leva i gomiti dal tavolo, perché bevi la cocacola con gli spaghetti alle vongole, non fare la scarpetta, perché stai sempre zitta, perché parli quando non dovresti, dì per favore e non mangiarti le unghie!

La sera mi si consente di andare con gli amici in discoteca solo due volte al massimo in quindici giorni e rientro all’una, se no viene mia madre a prendermi, ed il resto dei giorni nel giardino o nella sala giochi dell’hotel con un’altra diecina di disgraziate ammorbate da genitori anche più apprensivi dei miei e con cinque o sei ragazzetti della mia età anch’essi lì reclusi

                                                 < INTERRUZIONE >

 

-         Ma questo programma è proprio una palla! Sono sensazioni noiose quelle che trasmette.

-         Cosa ci vuoi fare, la vita è noiosa, una volta la gente si sorbiva le soap-opera, ora si becca questo!

-         Coraggio!Andiamo avanti nello strazio.

 

                                        < RIPRESA REGISTRAZIONE >

Qualche volta ci danno a tutti il permesso di ciabattare un po’ sul lungomare, ma la rottura, le poche volte che esco, riprende al rientro.

Non sarai mica andata in un pub o in un’olosala, con chi ti sei fermata a parlare, perché sei tornata così tardi, perché sei rientrata così presto, non avrai mica litigato con qualcuno, non avrai mica bevuto, cosa hai mangiato.

Il supplizio termina solo quando gli alito in faccia per far sentire che non ho né bevuto né fumato, ma poi loro bevono, fumano, si fanno le canne, sniffano la neococa, tutti e due.

Quando vado a letto, si odono i tipici rumori d’albergo per famiglie, tapparelle che si srotolano, i passi degli ospiti, sciacquoni che gorgheggiano in lontananza, rumore di mobili che sono spostati al piano di sopra, un televisore remoto, un bambino che singhiozza, qualche gemito ovattato dalla stanza accanto, un’auto che sgomma nella strada proprio nel momento in cui stai per addormentarti.

Questi sono i motivi per cui ho preparato il programma, ecco perché ho messo i miei KO per sedici giorni.

Con due miei amici partirò per quindici giorni di vere ferie in Spagna, on the road, dormiremo di giorno e vivremo di notte.

Tutte le discoteche, le olosale, i pub, le spiagge, i concerti, i posti da sballo saranno nostri.

Berremo ogni tipo di birra, fumeremo ciò che ci pare, ingurgiteremo gelati, pizze senza misura e faremo tutto quello che ci verrà in mente, sesso compreso, soprattutto sesso!

                                               < INTERRUZIONE >

 

-         Qui ci pensate voi ad infilarci i rapporti giovanili hard a tre così i vecchietti ci sbaveranno sopra, ed i concerti più scoppiati così i ragazzini impazziranno.

-         Sì con scopate giovanili, neococa a fiumi e concerti schizzati in anteprima, faremo tutti felici e contenti. Avanti col finale!

 

                                       < RIPRESA REGISTRAZIONE >

Al rientro tutti saremo felici, io avrò finalmente fatto ciò che mi pare, i miei saranno doppiamente felici per le vacanze perfette di quest’anno e per il mio irreprensibile comportamento, quanto è brava la loro adorata bambina.

Visto che sono stata così brava, forse i miei mi permetteranno di farmi tatuare una variopinta farfalla sulla spalla destra.

                                      < FINE REGISTRAZIONE >

 

-         Caro autore, non è che mi convince un granché.

-         Faccio del mio meglio, come sempre, e poi le cose che realizzo, piacciono.

-         Dovrebbero piacere anche a me.

-         Senti tu ci infili tutte le stronzate che ti pare, io ci metto il nome, e per ora il mio nome è una garanzia d'incasso.

-         Il computer ed il gruppo d’ascolto mi dicono che è appena passabile, comunque ci lavorerò sopra, ho già delle idee su cosa inserirci: i programmi di viaggio standard, le orge giovanili ed un paio di concerti in anteprima da sballo.

                                             < APPROVATO >

 

-         Ti saluto, e cerca di fare di meglio per la prossima volta. Per la presentazione organizzeremo un mega party con i complessi musicali che useremo, va bene?

-         Fai come ti pare.

-         Allora ci sarai?

-         Non vuoi mica scherzare? Lo sai che odio queste cose.

-         Allora utilizzeremo il tuo simulacro, come al solito. Lo sai che è più simpatico di te?

-         Se sapesse fare anche i programmi, mi leveresti subito dalle palle, vero?

-         Ci puoi scommettere!

Detto questo l’editore spense i collegamenti, ripose gli occhiali, disattivò la piastra neurale e s’avviò verso l’uscita dell’ospedale, alzando a mo’ di saluto il dito medio della mano sinistra.