- vittorio
baccelli - i racconti - daemon - pixel ed
altri deliri -
11
SETTEMBRE
2001
il giorno che cambiò il mondo
Questa è guerra all’ultimo sangue
– combattete cellula per cellula attraverso i corpi e gli schermi cerebrali
della terra – Anime imputridite dalla Droga dell’Orgasmo – Carne che
rabbrividisce nei Forni – Prigionieri della Terra uscite fuori – Prendete
d’assalto lo Studio.
Gli uccelli metallici volteggiano leggiadri nell’aria carichi di vite che saranno prematuramente spezzate, minacciosi stanno per seminare a piene mani il terrore, inviati dal signore della Casa dei Morti sorvolano un mondo civile ancora ignaro nella sua cappa d’ingenuità della triste minaccia che incombe.
Ballano,
forse un valzer, e dopo l’ultimo giro, gli uccelli metallici, prima l’uno e
poi l’altro penetrano col rombo attutito dell’impatto nelle torri con la
facilità d’un coltello nel panetto di burro.
Ardono
le fiamme, prima su una torre, poi su l’altra, molti si rifiutano di finire
arrosto e vista l’impossibilità della discesa si buttano giù dalle finestre
degli ultimi piani, si tuffano da questi giganteschi trampolini non prima
d’aver frantumato i vetri delle finestre.
Scavalcano
i davanzali d’impeto ed uno ad uno, con inconsce tecniche diverse si gettano:
come ci si lancia da un trampolino, come ci si immerge sott’acqua, come ci si
butta da un aereo………
Ma
sotto non vi sono specchi d’acqua, ma il fumo, le fiamme…e poi il vuoto.
Mentre
l’orrore si fa tangibile, concreto, eccone uno! Si butta come ci si lancia da
un aereo con addosso il paracadute, ma lui ne è privo, ma ugualmente vien giù
lentamente, lentamente……
Altri
agitano le braccia e le gambe, come se stessero nuotando nell’aria. Un altro
ancora si esibisce in giravolte: carpiato, semicarpiato, giro della morte: mai
giro fu così azzeccato.
Uno
dopo l’altro, sembrano nuotare, sì proprio nuotare nell’aria. Dalle
finestre dei piani più alti, rotte ovviamente per riuscire a respirare, altri
si sporgono ad osservare impietriti i lanci che si susseguono.
Intanto
ancora alcuni nuotano volando e sembra che il loro volo non abbia fine, ma
giunti alle ultime diecine di piani, e ci arrivano uno alla volta, talvolta, ma
più raramente in gruppi di due o di tre……..e giunti alle ultime diecine di
piani, tra il trentesimo ed il ventesimo, subiscono una forte accelerazione ed
allora sempre uno alla volta si mettono a gesticolare, sempre più
scompostamente, perdono quel ritmo armonico iniziale, quasi di danza e poi
disperati e sicuramente pentiti del gesto precipitano sempre più velocemente
con le bocche spalancate lanciando urli afoni che nessuno può udire, perché
anche l’udito di chi osserva è pietrificato. Ed infine con un plop! finale
uno ad uno giungono all’asfalto che è coperto di detriti e di macerie, come
una zona di guerra sotto un bombardamento. Ed i corpi lì terminano il loro volo
e si trasformano in mucchietti di carne, di ossa, di vestiti e di liquidi
organici casualmente sparsi.
Attorno
volti increduli, sgomenti, terrorizzati (l’odio e la giusta vendetta si
presenteranno in un secondo tempo): ora è la MORTE in scena.
Ed
ancora le torri, una dopo l’altra, la prima implode inghiottendo se stessa,
l’altra fonde come un gigantesco panetto di burro. Dopo l’orrore, il
silenzio, poi la giustizia infinita.
(liberamente
tratto dalle immagini CNN e da “L’orgoglio e la rabbia” di Oriana
Fallaci”