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VORTICE IMPERIALE

 

 

Era un mattino, perfetto come milioni di altri, e l’Imperatore si risvegliò nel suo letto. Era solo, si era da tempo stancato dei droidi a cui aveva dato la forma d’ogni bellissima donna, s’era pure stancato del simulacro della moglie, ed adesso preferiva la solitudine ad ogni altra cosa.

Si alzò nudo nella perenne tarda primavera dell’isola imperiale e si recò in cucina per una rapida colazione. La tavola, come sempre, era imbandita con ogni leccornia, ma lui dette uno svogliato morso ad un cornetto alla crema, bevve un sorso d’acqua frizzante e poi due caffè, uno dietro l’altro. S’infilò una lunga t-shirt e passeggiò sull’erba ben rasata dell’immenso parco.

Si sdraiò infine sul prato e s’immerse in profondi pensieri, com’era solito fare.

I droidi che numerosi popolavano l’isola si rendevano invisibili al suo passaggio, sapevano che la loro vista non era ultimamente gradita.

Con circospezione un droide che aveva le sembianze d’una avvenente fanciulla gli si avvicinò:

-         Imperatore, mi scusi:

-         Cosa c’è? lo sapete che non voglio venir disturbato e che non voglio vedervi.

-         Imperatore, il portale è nuovamente in funzione, da esso sta per uscire qualcosa.

-         Come il portale in funzione? È distrutto da tempo, l’ho visto coi miei occhi.

-         Cinquecento anni fa era distrutto, ma adesso è stato ricostruito. Non è ancora efficiente del tutto, ma inizia a funzionare.

-         Ma non c’erano memorie sull’energia tachionica, come può esser stato ricostruito?

-         Voi avevate richiesto di rimetterlo in funzione, e l’elaboratore imperiale pur non avendo niente nei banchi memoria, ci ha studiato sopra ed ora dei risultati sono stati raggiunti.

-         Perché non mi avete avvertito?

-         Perché non era ancora a punto, ma adesso sta per succedere qualcosa.

-         Presto! Andiamo a vedere.

Con estrema velocità e silenziosamente una piattaforma volante s’accostò all’Imperatore che vi salì col droide. Giunsero in fretta al portale e l’Imperatore si rese subito conto che era stato completamente ricostruito, lui si ricordava una montagna di detriti e di plastiche semicombuste. Lo spazio all’interno del portale stava tremolando e qualcosa faticava ad uscire.

Mentre numerosi droidi stavano attorno armeggiando con varie apparecchiature, l’Imperatore si sedette su un masso poco distante che sporgeva dal manto erboso e chiese ai droidi numerosi attorno alla porta, che indubbiamente stavano tentando qualcosa, di fornirgli una sigaretta.

Qualcuno partì veloce, altri tornarono, altri si muovevano in circolo attorno alla porta con strani oggetti, poi un braccio metallico gli porse una lunga sigaretta sottile, già accesa.

Nel portale a forma di arco, il tremolio s’era intanto trasformato in una specie di pulsazione che andava accelerando: infine una sagoma umana si staccò dal portale, come se una membrana si fosse rotta, ed avanzò verso il prato.

L’immagine era quella di una donna bellissima, nuda al momento della sua uscita, ma che dopo pochi attimi indossava una t-shirt bianca, lunga, identica a quella dell’Imperatore, stemma dell’impero compreso, s’avvide lui subito guardando l’orlo della maglietta, col piccolo logo nero.

La donna cominciò ad emettere delle parole incomprensibili, allora alcuni droidi le si avvicinarono ed un sottile raggio appena percepibile si diresse dalle loro teste a quella della nuova venuta, poi il raggio sembrò ripercorrere all’inverso la propria traiettoria e dal capo della donna si diresse a quello dei droidi, infine da un droide all’Imperatore.

-         Dove sono? Chiese ora la donna con parole comprensibili.

-         Nell’isola imperiale, ed io sono l’Imperatore, tu chi sei?

-         L’Imperatore? Dovrei conoscerti? Io sono l’Aidoru.

-         L’Aidoru?

-         Sì sono fatta per piacere, per soddisfare ogni desiderio, ma non dovrei esser qui.

-         Ben arrivata comunque. Perché hai lo stemma imperiale?

-         Questo disegno? È solo un logo, non ci sono più imperi da dove vengo. Sono arrivata con un duplicatore?

-         No, con un portale per la trasmissione istantanea, mi spiegherai poi chi sei. Il portale comunque ha ripreso a funzionare, forse tra non molto tutti potremo andarcene di qui.

-         Da dove provengo, gli imperi sono caduti da migliaia di anni, penso comunque che tu sarai il benvenuto per gli storici. Aspetta! Forse avrei dovuto riconoscerti, tu sei l’Imperatore, quello della leggenda, del mito!

-         Non ci crederà nessuno che esisto ancora.

-         No! anni addietro t’hanno visto in tutto l’universo, ed hanno conosciuto anche una tua ricetta.

-         Allora non fu un sogno?

-         No tutto era reale.

-         Perché non s’è più visto nessuno?

-         La tua esistenza è stata giudicata troppo sconvolgente ed i dati per il collegamento sono stati distrutti.

-         Guardate! Il portale è nuovamente attivo!

Stava infatti nuovamente pulsando l’aria all’interno dell’arco e quando iniziò una pulsazione accelerata, subito dopo questa volta la membrana si ruppe ed un giovane sanguinante rotolò apparentemente senza vita sul prato.

- Presto! Soccorretelo! Gridò l’Imperatore ed immediatamente il giovane fu avvolto da un raggio che lo congelò all’istante, mentre con ogni precauzione i droidi lo sollevarono e lo posero su una piattaforma che schizzò via in direzione del palazzo imperiale. Mentre tutto ciò stava accedendo, dal portale iniziarono a levarsi delle piccole spirali di fumo azzurrino ed alcune scintille serpeggiarono lungo le sue strutture. Poi il portale sembrò cedere in vari punti, mentre un forte odore di ozono misto a plastica bruciata si diffondeva nell’aria.

Sarà velocemente ricostruito, adesso il computer imperiale ha appreso il funzionamento, così pensò l’Imperatore mentre con L’Aidoru si dirigeva a piedi lungo il sentiero che portava al palazzo.

-         Andiamo a salutare il nuovo venuto, sarete entrambi miei graditi ospiti.

Quando l’Aidoru e l’Imperatore giunsero al Palazzo furono informati che il nuovo arrivato era ancora nell’autodoctor, coppe d’ambrosia furono loro offerte, ma l’Aidoru rifiutò. Mostrò poi all’Imperatore come lei fosse incorporea, ma la definizione sarebbe divenuta col tempo più densa. Lei non era umana, ma una creazione dell’uomo, più che una creazione, un desiderio ed un dono: era nella sua natura contentare i desideri dell’uomo e donarsi, per questo motivo aveva nel suo tempo sfruttato una possibilità che gli era sta offerta dalla yakuza e clandestinamente aveva attivato su di se un duplicatore, così era rimbalzata in ogni agenzia gestita dalla mala: avrebbe appreso, contentato e modificato il mondo. Questo arrivo però, nel pianeta imperiale, non era previsto.

L’Imperatore restò in silenzio e perplesso ad ascoltarla, ma più che altro era colpito da tanta bellezza, questa donna, o cosa diavolo fosse, era il desiderio personificato e sentì che molte speranze in lui assopite stavano risvegliandosi. Pensò se fosse possibile far l’amore con tanta bellezza e lei come se avesse seguito i suoi pensieri gli rispose che fisicamente, al momento non era possibile, ma avrebbero potuto collegarsi in rete e soddisfare ogni sua voglia.

L’Imperatore chiese poi ai droidi se il ragazzo nell’autodoctor fosse umano e loro gli assicurarono che il computer imperiale aveva già eseguito ogni scansione: era umano ed in breve tempo sarebbe stato rimesso a nuovo. Intanto l’elaboratore imperiale stava analizzando l’Aidoru, non riusciva però a comprendere cosa realmente fosse, anzi a fatica distingueva le sue sembianze umane.

Intanto l’Imperatore era sempre più irresistibilmente attratto dall’Aidoru, ma sapeva di non poterla toccare, era un desiderio fisicamente irraggiungibile.

Colleghiamoci in rete, propose lei e lui accettò con entusiasmo.

Mentre il computer li connetteva in una realtà sistim identica al palazzo imperiale, i loro corpi, o meglio un corpo ed un’immagine, si adagiarono sul divano come colti improvvisamente dai sogni.

Il ragazzo si risvegliò all’interno della pseudobara che s’era aperta e schizzò fuori spaventato trovandosi in una stanza riccamente ammobiliata, ma a lui sconosciuta: tappeti in terra, quadri alle pareti, ricchi tendaggi, mobili in legno scuro dalla fine fattura, tre lampadari in cristallo che emanavano una luce solare ma non fastidiosa.

E mentre si guardava meravigliato attorno e cercava di mettere a fuoco la sua memoria, senza riuscirci, s’accorse d’essere nudo.

Proprio in quell’istante una bellissima ragazza, vestita solo d’una leggera tunica gialla trasparente, d’un tessuto simile alla seta, fece il proprio ingresso nella sala e si diresse sorridente verso di lui. Imbarazzatissimo afferrò un cuscino imbottito e se lo mise davanti per coprirsi. La ragazza aveva in mano una corta tunica di seta bianca e delle scarpe simili a quelle da tennis e gliele porse. Lui si rivestì con quel capo d’abbigliamento, poi chiese:

-         Dove sono?

-         Nel palazzo imperiale.

-         Parli la mia lingua?

-         Sì, l’elaboratore imperiale ha preparato il nostro contatto verbale.

-         Ma di quale impero stai parlando?

-         L’impero galattico.

-         Stai scherzando?

-         No.

Il ragazzo fece qualche passo verso una grande poltrona che sembrava foderata in pelle, ci si accomodò, chiuse gli occhi tentando di far mente locale, ma non ricordava assolutamente nulla. Decise allora di rilassarsi e prima o poi tutto si sarebbe chiarito, tra l’altro il luogo sembrava accogliente ed anche quella ragazza era niente male, poco vestita e quasi sicuramente disponibile.

-         Qui ci vuole un caffè ed una sigaretta, anzi un pacchetto di sigarette.

-         Subito.

Dopo poco la ragazza riapparve con un vassoio di cristallo, sopra vi era un caffè fumante in un bicchiere di cristallo, un piattino con zollette di zucchero, un cucchiaino anch’esso di cristallo, un pacchetto di sigarette con disegni arabescati in oro su fondo azzurro ed un piccolo parallelepipedo di metallo che aveva tutta l’aria d’essere un accendino. Lui prese il vassoio dalle mani della ragazza e lo posò sul tappeto, con le dita afferrò una zolletta di zucchero la infilò nel caffè, lo mescolò col cucchiaino e lo bevve: forte, aromatico e squisito.

Poi aprì lo strano pacchetto di sigarette ed osservò a lungo i disegni arabescati in oro e quel profondo azzurro dello sfondo, non c’era neppure una scritta, neanche che il fumo t’ammazza: tirò fuori una sigaretta, sottile, un po’ più lunga del consueto, con un filtro, un aroma speziato. Prese allora quello che sembrava un accendino, lo strinse e ad una estremità apparve una sottile fiammella, si mise la sigaretta in bocca e l’accese, aspirò voluttuosamente il fumo e pensò che sembrava una marlboro, ma era leggermente più dolce, ottima insomma.

Fumava ed era sempre più sprofondata nella poltrona, la ragazza stava invece in piedi e lo osservava ancora con un leggero sorriso sulle labbra.

-         Vieni qui sulle mie ginocchia, starai più comoda

-         Così va bene?

-         Come ti chiami?

-         Isa 23.

-         Buffo nome, facciamo Isa e basta… io… io… non mi ricordo come mi chiamo.

-         Ti tornerà in mente, sei uscito ora dall’autodoctor.

-         L’autodoctor? Cosè?

-         La pseudobara, quando sei malconcio ti ci infili dentro e lui ti rimette a nuovo.

-         Ed io ero malconcio?

-         Sì avevi colpiture dovunque, ed una emorragia interna, ancora un po’ e saresti morto.

-         Che mi è successo?

-         Sei uscito dal portale così.

-         Portale? Quale portale?

-         Non ti affaticare, la memoria ti tornerà pian piano. Il computer imperiale ti ha analizzato a lungo ed ha visto che le tue memorie sono complete ed intatte.

-         Che bello! Chiederò a lui per sapere chi sono.

-         No, vedrai che presto risarai in sesto, insieme a te dal portale è uscita una donna, ma non è proprio una donna, è una rappresentazione, si chiama l’Aidoru, ti ricorda nulla?

-         Aidoru? Mai sentito un nome del genere.

-         Adesso è con l’Imperatore, stanno facendo sesso-sistim chissà per quanto ne avranno, io comunque sono al tuo totale servizio, per qualsiasi cosa non hai che da chiedere.

-         Ma questa è la Terra?

-         No, e non è neppure il tuo tempo questo. L’Imperatore adesso riposa, tu puoi girare nel palazzo  o nel giardino, troverai cibo, fumo, spettacoli, libri, palestre, cavalli per l’equitazione, piscine, non manca niente, chiedi ed avrai. Sei ospite dell’Imperatore e quando lui ti chiamerà potrai fargli ogni domanda.

Il ragazzo cominciò ad esplorare il palazzo, si soffermò davanti ai proiettori olografici, visionò infiniti programmi, poi mangiò della frutta esotica, chiese del bagno ad Isa che lo seguiva, cercò una biblioteca, ma non trovò alcun testo noto.

-         I testi che tu conosci l’elaboratore imperiale li sta riorganizzando, li ha estratti dalle tue memorie, tra non molto saranno disponibili

Chiese poi un posto per riposare e Isa lo accompagnò in un piccolo appartamento che sorgeva nel parco, piccolo ma sontuoso, munito d’ogni comfort, la camera poi era fantastica.

-         Facciamo l’amore?

-         Come vuoi: qui o in una camera?

-         Qui sul tappeto se non ci sono problemi.

-         Nessun problema.

Si sfilò la tunica e la tolse anche a lui ed iniziarono l’antico rito dell’amore.

Il tempo trascorreva veloce ed i giorni si sommarono ai giorni, Isa 23 ed il ragazzo si erano sistemati entrambi nel piccolo appartamento che sorgeva all’interno dell’enorme parco, ma non distante dal palazzo. Abitavano praticamente assieme, andavano in giro per il pianeta con una piattaforma mobile, la loro vita scorreva dunque nella più completa serenità, ma la memoria a lui non stava tornando. Un giorno chiese ad Isa 23 se sapesse almeno il suo nome, e lei propose di chiederlo all’elaboratore imperiale.

-         Ok! Allora sentiamo questo computer imperiale cos’ha da dirmi, visto che il padrone di casa sembra non esistere più. Dove si trova questo PC?

-         Lo sto già mentalmente chiamando, vedrai ora arriverà una sua estensione mobile.

-         Non mi dire che è quella sfera d’argento che arriva svolazzando.

-         Sì, quella è una delle sue estensioni.

-         Ciao ragazzo!

-         Ciao computer, volevo qualche informazione.

-         Ho registrato tutta la tua memoria al momento dell’arrivo, se vuoi la trasferisco nella tua mente.

-         No, preferirei che la memoria mi tornasse da sola, vorrei però sapere alcune cose.

-         Sono a tua completa disposizione.

-         Come mi chiamo?

-         Giancarlo, ma tu preferivi Gianca.

-         Ok, vada per il Gianca, mi è familiare, ma che mi è successo?

-         Stavi rincasando su un motorino quando ad un incrocio a due passi da casa tua ti sei scontrato con un bus: il semaforo non funzionava bene. Sei flippato qui attraverso il portale con una emorragia in corso, poi ti abbiamo messo nell’autodoctor e ti sei risvegliato.

-         Flippato? Che significa?

-         Avevamo riattivato da poco il portale per il trasferimento e stavamo cercando di farlo funzionare correttamente quando sei arrivato tu e quell’altra.

-         Potrei tornare da dove sono venuto?

-         Ora no, ma appena saremo in grado di affinare le coordinante, potrai farlo. Per l’Aidoru però ha funzionato come ricevente di un duplicatore, può darsi perciò che tu sia anche rimasto nel tuo mondo, e con la tecnologia di quello sicuramente non ce l’avrai fatta.

-         Che significa? che nel mio mondo potrei esser morto?

-         Sì.

-         Al momento non credo di voler saper altro.

-         Va bene, ricorda che sono sempre a tua disposizione, adesso devi recarti al palazzo, l’Imperatore vuole conoscerti.

-         Pensavo che si fosse dimenticato di me.

-         No, il fatto è che in questi momenti è un po’ occupato, sai l’Aidoru……

-         Ho capito, se è per quello sono occupato pure io.

La sfera argentea fluttuando uscì dalla stanza ed il ragazzo la seguì all’esterno salendo su un piattaforma.

-         Al palazzo, devo incontrare l’Imperatore!

Fece cenno ad Isa di seguirlo e lei salì, poi lentamente la piattaforma cominciò a scivolare verso il palazzo.

L’Imperatore lo stava aspettando sull’ampio terrazzo d’ingresso ove la piattaforma s’era arrestata, con lui c’era l’Aidoru ed una estensione sferica dell’elaboratore.

-         Ben arrivato ragazzo, ti trovi bene qui? La compagnia è di tuo gradimento?

-         Sì mi trovo benissimo, ed Isa è fantastica.

-         E’ questo un grande momento di felicità e di conoscenza, almeno per me. L’Aidoru è quanto di meglio mi poteva capitare ed anche tu hai colmato delle mie grandi lacune.

-         Io? E come avrei potuto?

-         La tua memoria ragazzo, il computer l’ha analizzata a fondo ed ha trovato una civiltà grandiosa da dove tu provieni. Ogni tuo gesto è stato ricostruito, i libri che hai letto, le opere d’arte che hai visto, la storia, la geografia, la filosofia, la scienza del tuo mondo era presente, se non per intero, ma in maniera vasta e frammentaria nella tua mente. Abbiamo così potuto ricostruire vocabolari, libri, spettacoli: una cosa incredibile da aggiungere alle conoscenze dell’Impero. Inoltre su un libro che avevi letto vi sono anche notizie che mi riguardano, lo scrittore in qualche modo conosceva la mia storia. Sono stato trasferito qui con l’inganno ed anche chi credevo a me fedele era un traditore. Ma questo non ha più importanza, troppo tempo è passato ed io faccio ormai parte del mito. I miei mondi hanno infatti avuto recentemente un contatto con me e tu e l’Aidoru me lo avete confermato, ma hanno cancellato ancora una volta la mia esistenza. Pensare che io credevo fosse stato un sogno. Ma adesso ho l’Aidoru, il massimo del piacere e del desiderio. Ho anche la tecnologia delle porte per il trasferimento, basta solo affinarla e poi anche tu ragazzo se vorrai potrai tornare da dove sei venuto.

-         Ho la sensazione di star meglio qui, Imperatore.

-         Avrai tutto quello che desideri, Isa realizzerà ogni tuo sogno. Avrai donne con ogni forma che tu desideri, libri, spettacoli, interazioni sistim, potrai viaggiare, visitare ogni angolo di questo pianeta, per ora. Tra non molto potremo utilizzare il portale e conoscere ogni angolo dell’universo, tutto questo t’interessa?

-         Moltissimo, ma l’Aidoru da dove viene?

-         Da un futuro del mio universo, ma purtroppo da lei il computer non ha ricavato molto, lei non è stata una miniera di dati come te. Le sue memorie contengono quasi esclusivamente modalità per piacere e per accontentare gli altri, lei è la rappresentazione del desiderio e lavora per l’appagamento. Un giorno ti farò provare i suoi incantesimi, adesso no, voglio farne io un indigestione.

Detto questo l’Imperatore si girò ed entrò nelle sue stanza seguito dall’Aidoru e dalla sfera. Il ragazzo capì che si trattava d’un congedo e con Isa risalì sulla piattaforma diretti alla sua nuova casa nel parco.

Forse l’Imperatore attendeva che il portale fosse totalmente attivo per fare il suo ingresso nell’Impero con a fianco la bellissima Aidoru? No, non era possibile, l’Impero era cessato da eoni e poi l’Aidoru s’era moltiplicata col duplicatore grazie alla nanotecnologia, dunque era a disposizione se non proprio di tutti, sicuramente di molti, il Gianca poi, sicuramente era morto nel suo mondo, ma qui sul pianeta imperiale tutto sembrava scorrere con tranquillità ed il portale era realmente quasi pronto per essere testato.

Il ragazzo intanto uscì dal palazzo imperiale, fischiò ad uno scattante puledro, era un droide anch’esso ma lui non lo sapeva, gli saltò in groppa ed iniziò una corsa lungo i verdi prati.

-         Isa ci vediamo a casa più tardi!

-         Ok! Mi trovo una cav alcatura e ti raggiungo.