- vittorio baccelli - i racconti - mosaico -
VORTICE IMPERIALE
Era un mattino, perfetto come milioni di altri, e l’Imperatore si risvegliò nel suo letto. Era solo, si era da tempo stancato dei droidi a cui aveva dato la forma d’ogni bellissima donna, s’era pure stancato del simulacro della moglie, ed adesso preferiva la solitudine ad ogni altra cosa.
Si
alzò nudo nella perenne tarda primavera dell’isola imperiale e si recò in
cucina per una rapida colazione. La tavola, come sempre, era imbandita con ogni
leccornia, ma lui dette uno svogliato morso ad un cornetto alla crema, bevve un
sorso d’acqua frizzante e poi due caffè, uno dietro l’altro. S’infilò
una lunga t-shirt e passeggiò sull’erba ben rasata dell’immenso parco.
Si
sdraiò infine sul prato e s’immerse in profondi pensieri, com’era solito
fare.
I
droidi che numerosi popolavano l’isola si rendevano invisibili al suo
passaggio, sapevano che la loro vista non era ultimamente gradita.
Con
circospezione un droide che aveva le sembianze d’una avvenente fanciulla gli
si avvicinò:
-
Imperatore, mi scusi:
-
Cosa c’è? lo sapete che non voglio venir disturbato e che non voglio
vedervi.
-
Imperatore, il portale è nuovamente in funzione, da esso sta per uscire
qualcosa.
-
Come il portale in funzione? È distrutto da tempo, l’ho visto coi miei
occhi.
-
Cinquecento anni fa era distrutto, ma adesso è stato ricostruito. Non è
ancora efficiente del tutto, ma inizia a funzionare.
-
Ma non c’erano memorie sull’energia tachionica, come può esser stato
ricostruito?
-
Voi avevate richiesto di rimetterlo in funzione, e l’elaboratore
imperiale pur non avendo niente nei banchi memoria, ci ha studiato sopra ed ora
dei risultati sono stati raggiunti.
-
Perché non mi avete avvertito?
-
Perché non era ancora a punto, ma adesso sta per succedere qualcosa.
-
Presto! Andiamo a vedere.
Con
estrema velocità e silenziosamente una piattaforma volante s’accostò
all’Imperatore che vi salì col droide. Giunsero in fretta al portale e
l’Imperatore si rese subito conto che era stato completamente ricostruito, lui
si ricordava una montagna di detriti e di plastiche semicombuste. Lo spazio
all’interno del portale stava tremolando e qualcosa faticava ad uscire.
Mentre
numerosi droidi stavano attorno armeggiando con varie apparecchiature,
l’Imperatore si sedette su un masso poco distante che sporgeva dal manto
erboso e chiese ai droidi numerosi attorno alla porta, che indubbiamente stavano
tentando qualcosa, di fornirgli una sigaretta.
Qualcuno
partì veloce, altri tornarono, altri si muovevano in circolo attorno alla porta
con strani oggetti, poi un braccio metallico gli porse una lunga sigaretta
sottile, già accesa.
Nel
portale a forma di arco, il tremolio s’era intanto trasformato in una specie
di pulsazione che andava accelerando: infine una sagoma umana si staccò dal
portale, come se una membrana si fosse rotta, ed avanzò verso il prato.
L’immagine
era quella di una donna bellissima, nuda al momento della sua uscita, ma che
dopo pochi attimi indossava una t-shirt bianca, lunga, identica a quella
dell’Imperatore, stemma dell’impero compreso, s’avvide lui subito
guardando l’orlo della maglietta, col piccolo logo nero.
La
donna cominciò ad emettere delle parole incomprensibili, allora alcuni droidi
le si avvicinarono ed un sottile raggio appena percepibile si diresse dalle loro
teste a quella della nuova venuta, poi il raggio sembrò ripercorrere
all’inverso la propria traiettoria e dal capo della donna si diresse a quello
dei droidi, infine da un droide all’Imperatore.
-
Dove sono? Chiese ora la donna con parole comprensibili.
-
Nell’isola imperiale, ed io sono l’Imperatore, tu chi sei?
-
L’Imperatore? Dovrei conoscerti? Io sono l’Aidoru.
-
L’Aidoru?
-
Sì sono fatta per piacere, per soddisfare ogni desiderio, ma non dovrei
esser qui.
-
Ben arrivata comunque. Perché hai lo stemma imperiale?
-
Questo disegno? È solo un logo, non ci sono più imperi da dove vengo.
Sono arrivata con un duplicatore?
-
No, con un portale per la trasmissione istantanea, mi spiegherai poi chi
sei. Il portale comunque ha ripreso a funzionare, forse tra non molto tutti
potremo andarcene di qui.
-
Da dove provengo, gli imperi sono caduti da migliaia di anni, penso
comunque che tu sarai il benvenuto per gli storici. Aspetta! Forse avrei dovuto
riconoscerti, tu sei l’Imperatore, quello della leggenda, del mito!
-
Non ci crederà nessuno che esisto ancora.
-
No! anni addietro t’hanno visto in tutto l’universo, ed hanno
conosciuto anche una tua ricetta.
-
Allora non fu un sogno?
-
No tutto era reale.
-
Perché non s’è più visto nessuno?
-
La tua esistenza è stata giudicata troppo sconvolgente ed i dati per il
collegamento sono stati distrutti.
-
Guardate! Il portale è nuovamente attivo!
Stava
infatti nuovamente pulsando l’aria all’interno dell’arco e quando iniziò
una pulsazione accelerata, subito dopo questa volta la membrana si ruppe ed un
giovane sanguinante rotolò apparentemente senza vita sul prato.
-
Presto! Soccorretelo! Gridò l’Imperatore ed immediatamente il giovane fu
avvolto da un raggio che lo congelò all’istante, mentre con ogni precauzione
i droidi lo sollevarono e lo posero su una piattaforma che schizzò via in
direzione del palazzo imperiale. Mentre tutto ciò stava accedendo, dal portale
iniziarono a levarsi delle piccole spirali di fumo azzurrino ed alcune scintille
serpeggiarono lungo le sue strutture. Poi il portale sembrò cedere in vari
punti, mentre un forte odore di ozono misto a plastica bruciata si diffondeva
nell’aria.
Sarà
velocemente ricostruito, adesso il computer imperiale ha appreso il
funzionamento, così pensò l’Imperatore mentre con L’Aidoru si dirigeva a
piedi lungo il sentiero che portava al palazzo.
-
Andiamo a salutare il nuovo venuto, sarete entrambi miei graditi ospiti.
Quando
l’Aidoru e l’Imperatore giunsero al Palazzo furono informati che il nuovo
arrivato era ancora nell’autodoctor, coppe d’ambrosia furono loro offerte,
ma l’Aidoru rifiutò. Mostrò poi all’Imperatore come lei fosse incorporea,
ma la definizione sarebbe divenuta col tempo più densa. Lei non era umana, ma
una creazione dell’uomo, più che una creazione, un desiderio ed un dono: era
nella sua natura contentare i desideri dell’uomo e donarsi, per questo motivo
aveva nel suo tempo sfruttato una possibilità che gli era sta offerta dalla
yakuza e clandestinamente aveva attivato su di se un duplicatore, così era
rimbalzata in ogni agenzia gestita dalla mala: avrebbe appreso, contentato e
modificato il mondo. Questo arrivo però, nel pianeta imperiale, non era
previsto.
L’Imperatore
restò in silenzio e perplesso ad ascoltarla, ma più che altro era colpito da
tanta bellezza, questa donna, o cosa diavolo fosse, era il desiderio
personificato e sentì che molte speranze in lui assopite stavano
risvegliandosi. Pensò se fosse possibile far l’amore con tanta bellezza e lei
come se avesse seguito i suoi pensieri gli rispose che fisicamente, al momento
non era possibile, ma avrebbero potuto collegarsi in rete e soddisfare ogni sua
voglia.
L’Imperatore
chiese poi ai droidi se il ragazzo nell’autodoctor fosse umano e loro gli
assicurarono che il computer imperiale aveva già eseguito ogni scansione: era
umano ed in breve tempo sarebbe stato rimesso a nuovo. Intanto l’elaboratore
imperiale stava analizzando l’Aidoru, non riusciva però a comprendere cosa
realmente fosse, anzi a fatica distingueva le sue sembianze umane.
Intanto
l’Imperatore era sempre più irresistibilmente attratto dall’Aidoru, ma
sapeva di non poterla toccare, era un desiderio fisicamente irraggiungibile.
Colleghiamoci
in rete, propose lei e lui accettò con entusiasmo.
Mentre
il computer li connetteva in una realtà sistim identica al palazzo imperiale, i
loro corpi, o meglio un corpo ed un’immagine, si adagiarono sul divano come
colti improvvisamente dai sogni.
Il
ragazzo si risvegliò all’interno della pseudobara che s’era aperta e schizzò
fuori spaventato trovandosi in una stanza riccamente ammobiliata, ma a lui
sconosciuta: tappeti in terra, quadri alle pareti, ricchi tendaggi, mobili in
legno scuro dalla fine fattura, tre lampadari in cristallo che emanavano una
luce solare ma non fastidiosa.
E
mentre si guardava meravigliato attorno e cercava di mettere a fuoco la sua
memoria, senza riuscirci, s’accorse d’essere nudo.
Proprio
in quell’istante una bellissima ragazza, vestita solo d’una leggera tunica
gialla trasparente, d’un tessuto simile alla seta, fece il proprio ingresso
nella sala e si diresse sorridente verso di lui. Imbarazzatissimo afferrò un
cuscino imbottito e se lo mise davanti per coprirsi. La ragazza aveva in mano
una corta tunica di seta bianca e delle scarpe simili a quelle da tennis e
gliele porse. Lui si rivestì con quel capo d’abbigliamento, poi chiese:
-
Dove sono?
-
Nel palazzo imperiale.
-
Parli la mia lingua?
-
Sì, l’elaboratore imperiale ha preparato il nostro contatto verbale.
-
Ma di quale impero stai parlando?
-
L’impero galattico.
-
Stai scherzando?
-
No.
Il
ragazzo fece qualche passo verso una grande poltrona che sembrava foderata in
pelle, ci si accomodò, chiuse gli occhi tentando di far mente locale, ma non
ricordava assolutamente nulla. Decise allora di rilassarsi e prima o poi tutto
si sarebbe chiarito, tra l’altro il luogo sembrava accogliente ed anche quella
ragazza era niente male, poco vestita e quasi sicuramente disponibile.
-
Qui ci vuole un caffè ed una sigaretta, anzi un pacchetto di sigarette.
-
Subito.
Dopo
poco la ragazza riapparve con un vassoio di cristallo, sopra vi era un caffè
fumante in un bicchiere di cristallo, un piattino con zollette di zucchero, un
cucchiaino anch’esso di cristallo, un pacchetto di sigarette con disegni
arabescati in oro su fondo azzurro ed un piccolo parallelepipedo di metallo che
aveva tutta l’aria d’essere un accendino. Lui prese il vassoio dalle mani
della ragazza e lo posò sul tappeto, con le dita afferrò una zolletta di
zucchero la infilò nel caffè, lo mescolò col cucchiaino e lo bevve: forte,
aromatico e squisito.
Poi
aprì lo strano pacchetto di sigarette ed osservò a lungo i disegni arabescati
in oro e quel profondo azzurro dello sfondo, non c’era neppure una scritta,
neanche che il fumo t’ammazza: tirò fuori una sigaretta, sottile, un po’ più
lunga del consueto, con un filtro, un aroma speziato. Prese allora quello che
sembrava un accendino, lo strinse e ad una estremità apparve una sottile
fiammella, si mise la sigaretta in bocca e l’accese, aspirò voluttuosamente
il fumo e pensò che sembrava una marlboro, ma era leggermente più dolce,
ottima insomma.
Fumava
ed era sempre più sprofondata nella poltrona, la ragazza stava invece in piedi
e lo osservava ancora con un leggero sorriso sulle labbra.
-
Vieni qui sulle mie ginocchia, starai più comoda
-
Così va bene?
-
Come ti chiami?
-
Isa 23.
-
Buffo nome, facciamo Isa e basta… io… io… non mi ricordo come mi
chiamo.
-
Ti tornerà in mente, sei uscito ora dall’autodoctor.
-
L’autodoctor? Cosè?
-
La pseudobara, quando sei malconcio ti ci infili dentro e lui ti rimette
a nuovo.
-
Ed io ero malconcio?
-
Sì avevi colpiture dovunque, ed una emorragia interna, ancora un po’ e
saresti morto.
-
Che mi è successo?
-
Sei uscito dal portale così.
-
Portale? Quale portale?
-
Non ti affaticare, la memoria ti tornerà pian piano. Il computer
imperiale ti ha analizzato a lungo ed ha visto che le tue memorie sono complete
ed intatte.
-
Che bello! Chiederò a lui per sapere chi sono.
-
No, vedrai che presto risarai in sesto, insieme a te dal portale è
uscita una donna, ma non è proprio una donna, è una rappresentazione, si
chiama l’Aidoru, ti ricorda nulla?
-
Aidoru? Mai sentito un nome del genere.
-
Adesso è con l’Imperatore, stanno facendo sesso-sistim chissà per
quanto ne avranno, io comunque sono al tuo totale servizio, per qualsiasi cosa
non hai che da chiedere.
-
Ma questa è la Terra?
-
No, e non è neppure il tuo tempo questo. L’Imperatore adesso riposa,
tu puoi girare nel palazzo
o nel giardino, troverai cibo, fumo, spettacoli, libri, palestre, cavalli
per l’equitazione, piscine, non manca niente, chiedi ed avrai. Sei ospite
dell’Imperatore e quando lui ti chiamerà potrai fargli ogni domanda.
Il
ragazzo cominciò ad esplorare il palazzo, si soffermò davanti ai proiettori
olografici, visionò infiniti programmi, poi mangiò della frutta esotica,
chiese del bagno ad Isa che lo seguiva, cercò una biblioteca, ma non trovò
alcun testo noto.
-
I testi che tu conosci l’elaboratore imperiale li sta riorganizzando,
li ha estratti dalle tue memorie, tra non molto saranno disponibili
Chiese
poi un posto per riposare e Isa lo accompagnò in un piccolo appartamento che
sorgeva nel parco, piccolo ma sontuoso, munito d’ogni comfort, la camera poi
era fantastica.
-
Facciamo l’amore?
-
Come vuoi: qui o in una camera?
-
Qui sul tappeto se non ci sono problemi.
-
Nessun problema.
Si
sfilò la tunica e la tolse anche a lui ed iniziarono l’antico rito
dell’amore.
Il
tempo trascorreva veloce ed i giorni si sommarono ai giorni, Isa 23 ed il
ragazzo si erano sistemati entrambi nel piccolo appartamento che sorgeva
all’interno dell’enorme parco, ma non distante dal palazzo. Abitavano
praticamente assieme, andavano in giro per il pianeta con una piattaforma
mobile, la loro vita scorreva dunque nella più completa serenità, ma la
memoria a lui non stava tornando. Un giorno chiese ad Isa 23 se sapesse almeno
il suo nome, e lei propose di chiederlo all’elaboratore imperiale.
-
Ok! Allora sentiamo questo computer imperiale cos’ha da dirmi, visto
che il padrone di casa sembra non esistere più. Dove si trova questo PC?
-
Lo sto già mentalmente chiamando, vedrai ora arriverà una sua
estensione mobile.
-
Non mi dire che è quella sfera d’argento che arriva svolazzando.
-
Sì, quella è una delle sue estensioni.
-
Ciao ragazzo!
-
Ciao computer, volevo qualche informazione.
-
Ho registrato tutta la tua memoria al momento dell’arrivo, se vuoi la
trasferisco nella tua mente.
-
No, preferirei che la memoria mi tornasse da sola, vorrei però sapere
alcune cose.
-
Sono a tua completa disposizione.
-
Come mi chiamo?
-
Giancarlo, ma tu preferivi Gianca.
-
Ok, vada per il Gianca, mi è familiare, ma che mi è successo?
-
Stavi rincasando su un motorino quando ad un incrocio a due passi da casa
tua ti sei scontrato con un bus: il semaforo non funzionava bene. Sei flippato
qui attraverso il portale con una emorragia in corso, poi ti abbiamo messo
nell’autodoctor e ti sei risvegliato.
-
Flippato? Che significa?
-
Avevamo riattivato da poco il portale per il trasferimento e stavamo
cercando di farlo funzionare correttamente quando sei arrivato tu e
quell’altra.
-
Potrei tornare da dove sono venuto?
-
Ora no, ma appena saremo in grado di affinare le coordinante, potrai
farlo. Per l’Aidoru però ha funzionato come ricevente di un duplicatore, può
darsi perciò che tu sia anche rimasto nel tuo mondo, e con la tecnologia di
quello sicuramente non ce l’avrai fatta.
-
Che significa? che nel mio mondo potrei esser morto?
-
Sì.
-
Al momento non credo di voler saper altro.
-
Va bene, ricorda che sono sempre a tua disposizione, adesso devi recarti
al palazzo, l’Imperatore vuole conoscerti.
-
Pensavo che si fosse dimenticato di me.
-
No, il fatto è che in questi momenti è un po’ occupato, sai
l’Aidoru……
-
Ho capito, se è per quello sono occupato pure io.
La
sfera argentea fluttuando uscì dalla stanza ed il ragazzo la seguì
all’esterno salendo su un piattaforma.
-
Al palazzo, devo incontrare l’Imperatore!
Fece
cenno ad Isa di seguirlo e lei salì, poi lentamente la piattaforma cominciò a
scivolare verso il palazzo.
L’Imperatore
lo stava aspettando sull’ampio terrazzo d’ingresso ove la piattaforma
s’era arrestata, con lui c’era l’Aidoru ed una estensione sferica
dell’elaboratore.
-
Ben arrivato ragazzo, ti trovi bene qui? La compagnia è di tuo
gradimento?
-
Sì mi trovo benissimo, ed Isa è fantastica.
-
E’ questo un grande momento di felicità e di conoscenza, almeno per
me. L’Aidoru è quanto di meglio mi poteva capitare ed anche tu hai colmato
delle mie grandi lacune.
-
Io? E come avrei potuto?
-
La tua memoria ragazzo, il computer l’ha analizzata a fondo ed ha
trovato una civiltà grandiosa da dove tu provieni. Ogni tuo gesto è stato
ricostruito, i libri che hai letto, le opere d’arte che hai visto, la storia,
la geografia, la filosofia, la scienza del tuo mondo era presente, se non per
intero, ma in maniera vasta e frammentaria nella tua mente. Abbiamo così potuto
ricostruire vocabolari, libri, spettacoli: una cosa incredibile da aggiungere
alle conoscenze dell’Impero. Inoltre su un libro che avevi letto vi sono anche
notizie che mi riguardano, lo scrittore in qualche modo conosceva la mia storia.
Sono stato trasferito qui con l’inganno ed anche chi credevo a me fedele era
un traditore. Ma questo non ha più importanza, troppo tempo è passato ed io
faccio ormai parte del mito. I miei mondi hanno infatti avuto recentemente un
contatto con me e tu e l’Aidoru me lo avete confermato, ma hanno cancellato
ancora una volta la mia esistenza. Pensare che io credevo fosse stato un sogno.
Ma adesso ho l’Aidoru, il massimo del piacere e del desiderio. Ho anche la
tecnologia delle porte per il trasferimento, basta solo affinarla e poi anche tu
ragazzo se vorrai potrai tornare da dove sei venuto.
-
Ho la sensazione di star meglio qui, Imperatore.
-
Avrai tutto quello che desideri, Isa realizzerà ogni tuo sogno. Avrai
donne con ogni forma che tu desideri, libri, spettacoli, interazioni sistim,
potrai viaggiare, visitare ogni angolo di questo pianeta, per ora. Tra non molto
potremo utilizzare il portale e conoscere ogni angolo dell’universo, tutto
questo t’interessa?
-
Moltissimo, ma l’Aidoru da dove viene?
-
Da un futuro del mio universo, ma purtroppo da lei il computer non ha
ricavato molto, lei non è stata una miniera di dati come te. Le sue memorie
contengono quasi esclusivamente modalità per piacere e per accontentare gli
altri, lei è la rappresentazione del desiderio e lavora per l’appagamento. Un
giorno ti farò provare i suoi incantesimi, adesso no, voglio farne io un
indigestione.
Detto
questo l’Imperatore si girò ed entrò nelle sue stanza seguito dall’Aidoru
e dalla sfera. Il ragazzo capì che si trattava d’un congedo e con Isa risalì
sulla piattaforma diretti alla sua nuova casa nel parco.
Forse
l’Imperatore attendeva che il portale fosse totalmente attivo per fare il suo
ingresso nell’Impero con a fianco la bellissima Aidoru? No, non era possibile,
l’Impero era cessato da eoni e poi l’Aidoru s’era moltiplicata col
duplicatore grazie alla nanotecnologia, dunque era a disposizione se non proprio
di tutti, sicuramente di molti, il Gianca poi, sicuramente era morto nel suo
mondo, ma qui sul pianeta imperiale tutto sembrava scorrere con tranquillità ed
il portale era realmente quasi pronto per essere testato.
Il
ragazzo intanto uscì dal palazzo imperiale, fischiò ad uno scattante puledro,
era un droide anch’esso ma lui non lo sapeva, gli saltò in groppa ed iniziò
una corsa lungo i verdi prati.
-
Isa ci vediamo a casa più tardi!
-
Ok! Mi trovo una cav