Tempo,
spazio,
né la vita, né la morte
è la risposta.
(E.Pound)
- Allora,
cosa stai facendo?
- Non lo vedi? Sono sul letto e mi mangio un panino.
- E tutte quelle birre vuote sul comodino?
- Sono per buttare giù il panino.
- Il lavoro l'hai pronto? Sei già in ritardo di due giorni.
- Mio caro editore, sì che l'ho pronto, finivo il panino e poi ti
chiamavo.
- Come ci credo! Dimmi di cosa si tratta, non sarà mica la solita
paccottiglia dell'astronave nell'iperspazio che incontra gli alieni?
- No, è tutta un'altra storia, ed è una storia vera, questa volta.
- Sono curioso, racconta.
- Stavo guardando in rete delle vecchie riviste edite a cavallo del
millennio, quando su un giornale che si chiamava Capital ho letto una
storia di una ragazza che si fa tutta tatuare e si riempie di piercing,
poi fa l'amore con l'artista che l'ha così conciata ed infine si
suicida. Questa narrazione mi ha fatto venire in mente una storia vera
che mi ero dimenticato.
- Si tatua tutta, fa l'amore con l'operatore e poi si suicida? Ma è di
una banalità sconcertante!
- No! quel racconto è molto bello, e poi la mia ragazza non fa l'amore
con l'artista e neppure si suicida.
- Va bene, sentiamola, la registrazione è già attiva ed anche il
gruppo d'ascolto, ecco, ora ho connesso anche il mio computer che
analizzerà la storia mentre la narri, non ti preoccupare per le tue
reazioni emotive, quelle le correggiamo noi, sempre che la storia sia
degna di finire in rete.
- Le mie storie sono sempre degne di finire in rete!
- ………………..
- OK! Allora vado.
< INIZIO REGISTRAZIONE >
Ogni epoca ha il suo spirito: quello degli anni trenta e quaranta era
dominato dalla presenza di Ares, quello degli anni cinquanta e sessanta
era cambiare tutto per non cambiare nulla ed allargare l'area di
coscienza di chi ci riusciva, quello degli anni settanta era l'edonismo
reganiano. Quello degli anni ottanta era apparire e non essere, quello
degli anni novanta era tutti a comunicare che stanno comunicando, lo
spirito del terzo millennio, il suo zeitgeist, era il superamento della
realtà con l'erompere delle teorie del caos nelle sue maglie ed ha
avuto sicuramente come precursori letterari Pilip K. Dick e William
Gibson.
Ma le teorie del caos prima che prorompessero a livello di mass media
avevano già avuto un ruolo fondamentale in molte delle grandi scoperte.
Chiusero Cambridge per l'epidemia di peste bubbonica che era scoppiata e
Newton dovette rientrare a casa ove possedeva un frutteto di mele.
A James Christy si era rotta una Star Scan, aveva appena fotografato
Plutone e stava per gettare la foto appena ottenuta perché sul pianeta
era visibile una sporgenza, lui pensò che fosse sicuramente dovuta ad
un difetto della lastra. Non la gettò via subito perché dovette con
urgenza chiamare il tecnico della Star Scan per la riparazione. Il
tecnico gli chiese di trattenersi perché poteva aver bisogno del suo
aiuto, così Christy mentre aspettava, tanto per ammazzare il tempo,
esaminò più attentamente la lastra con Plutone e la sporgenza che
risaltava, pensò poi di controllare le foto precedenti. Subito ne trovò
una con la scritta "IMMAGINE DI PLUTONE - ALLUNGATA - LASTRA
DIFETTOSA - SCARTARE". Così la confrontò con quella appena
scattata e si accorse che erano proprio identiche, dunque a causa di una
fotocopiatrice rotta fu scoperta una luna di Plutone.
Alexander Fleming partì per il fine settimana e lasciò il suo piccolo
laboratorio in completo disordine, anche perché aveva dovuto far posto
in fretta e furia ad un nuovo assistente. Una vaschetta di coltura
rimase leggermente aperta ed una muffa uccise tutti i batteri, così al
ritorno dal fine settimana scoprì la penicillina.
W.Roentgen mise per caso una mano sotto la luce della sua lampada a
raggi catodici e poté ammirare le sue ossa.
Nel laboratorio di Luigi Galvani un colpo di vento aprì una finestra
che spinse le zampe di una rana contro una ringhiera metallica ed il
circuito si chiuse.
Albert Einstein scoprì la relatività mentre lavorava in un piccolo
locale incasinato all'inverosimile, dell'ufficio brevetti.
Il marito di Caresse Crosby si suicidò a Parigi nel 1929, sparandosi, e
questo rese molto triste Ernest Hemingway. Se non lo avesse fatto, sua
moglie con tutta probabilità non sarebbe tornata a casa e non avrebbe
inventato per distrarlo il reggiseno moderno annodando tra loro due
fazzoletti. A quel punto l'intera storia dell'intimo femminile sarebbe
stata diversa.
E potremo dissertare a lungo sulle variabili caotiche che hanno generato
gli eventi.
L'effetto farfalla, l'attrattore di Lorenz, il principio
d'indeterminazione di Heisenberg, la geometria frattale, l'insieme di
Mandelbrot, e Julia, Cantor, non hanno fatto altro che render visibili,
geometricamente e matematicamente constatabili, anche con l'ausilio dei
computer, fenomeni da sempre esistenti, cercando di mettere ordine nel
caos.
I sistemi più sono complessi, più sono vicini al collasso, ma il
collasso porta a forme più avanzate e sofisticate di caos e quando il
grado di complessità è saturo, il sistema collassando si riorganizza
ad un nuovo grado di equilibrio caotico ancor più elevato.
<INTERRUZIONE>
- Perché mi hai interrotto?
- Ma che cazzo di storia è questa? Dov'è la ragazza che si fa tatuare,
fa l'amore con l'artista e poi si suicida?
- Te l'ho detto, non fa l'amore con l'artista e poi non si suicida.
- Ma questa non è una storia, è una lezione sulle leggi del caos, che
pizza! Il computer m'ha tirato fuori un centinaio di articoli che
parlano delle cose che tu hai ora detto, ed anche un sacco di libri, tra
questi ce n'è uno di una certa Willis che adopera le tue stesse cose
per una elaborata ipotesi sulle mode.
- Ho capito, non hai pazienza, ma ora arriva la ragazza.
< RIPRESA >
Alba ad undici anni si fece bucare i lobi degli orecchi per potersi
applicare gli orecchini.
I due buchi furono eseguiti con l'apposita pistola dal commesso di un
supermercato sotto la supervisione dei genitori della ragazza.
Quando l'acciaio chirurgico entrò nella carne, Alba provò per la prima
volta nella sua vita una calda sensazione di piacere.
Passò qualche anno ed Alba convinse, non senza sforzo, i suoi genitori
a farsi fare altri due buchi negli orecchi per potersi applicare quegli
anellini d'oro tanto di moda in quei tempi.
Questa volta l'operazione fu compiuta da una commessa di una gioielleria
del centro con una pistolina cromata ancor più piccola della
precedente.
Quando lo stelo d'oro affondò nella cartilagine, il piacere di Alba fu
ancor più elevato di quella prima volta ed il dolore provocò una
sensazione per lei indescrivibile.
Un giorno si recò in un negozio di tatuaggi e scelse una variopinta
farfalla per la sua spalla sinistra.
Ancora una volta la sensazione di piacere la colse all'improvviso,
mentre gli aghi penetravano le sue carni ed i colori si fissavano
all'interno della pelle.
Una volta raggiunta la maggior età volle farsi un piercing
all'ombelico, poi scoprì un laboratorio alla periferia della città
gestito da un simpatico cinese sulla sessantina che, con magistrale
perizia eseguiva tatuaggi fantasiosi e piercing in ogni parte del corpo.
Alba iniziò a frequentare regolarmente il laboratorio del cinese, ad
entrare in confidenza con lui, a sottoporsi mensilmente alle sue mani
esperte.
Le sedute si svolgevano sotto una luce accecante bianco ghiaccio e le
musiche che lei sceglieva erano immancabilmente techno e metallica.
Così il suo corpo divenne lentamente un arabesco di colori ove le linee
variopinte si mescolavano fondendosi al metallo ed alla carne.
Anellino sul labbro inferiore, anellini alle palpebre, un drago
variopinto sulla schiena, arabeschi su polpacci ed avambracci, piercing
sulla lingua, anello alla narice.
Mai aveva usato droghe o pomate anestetiche per lenire il dolore, perché
era proprio il dolore a procurarle immenso piacere, un piacere sempre più
ricercato ed intenso.
Quando si fece bucare il capezzolo, una vampa di calore onirico
miscelata al dolore le fece raggiungere per la prima volta l'orgasmo,
mentre il cinese, in silenzio, la osservava soddisfatto.
Terminate le vampe di calore, ammirò compiaciuta il suo seno, perfetto,
ove la carne si fondeva con l'acciaio chirurgico, l'altro seno invece,
era semplicemente naturale, privo di fascino.
<INTERRUZIONE>
- E questa volta che c'è?
- Il computer ha trovato il racconto che dicevi, anche in questo si
osserva il seno intatto, quella storia vera che dicevi comprendeva anche
l'osservazione del seno?
- Nella storia vera non so se questo sia successo, ma a me piaceva
metterlo, e già che ci siamo di' al quel furbone del tuo computer che
ci ho messo anche i cinque anellini e la catenella.
- I cinque anellini?
- Si, vedrai, se mi fai andare avanti avrai la storia dei cinque
anellini ed anche quella della catenella, tra l'altro queste due
applicazioni l'ho anche trovate su una vecchia videocassetta a luci
rosse, ma quella il tuo bigotto computer Sòtutto non la rintraccia
sicuramente .
- OK, tu hai sempre ragione, andiamo avanti.
< RIPRESA>
Si fece poi tatuare i glutei con simboli alchemici.
Si addentrò nel piercing estremo arrivando a farsi sospendere con gli
anelli sistemati sul corpo dal cinese, si fece togliere piccoli pezzi di
carne creando motivi e sfondi con la tecnica della scarification e con
la chemical scarification la sua pelle venne lavorata con agenti
chimici.
Usando il banding si fece incisioni con lame e marchi a fuoco, col bod
mod ottenne una lingua biforcuta ed i denti affilati, con il cutting si
disegnò una ragnatela di tagli sulla pelle.
Con il body implant si fece impiantare una svastica di acciaio sotto la
pelle tra l'attaccatura dei due seni.
Ogni parte del suo corpo era ormai ricoperta da segni e disegni che
s'intrecciavano l'uno all'altro fondendosi, ed il metallo appariva e
scompariva nelle carni ovunque.
Fu nello studio del cinese che Alba conobbe Edna, una giovane artista
d'avanguardia molto nota per le sue opere in tutto il mondo e grazie a
queste divenuta ricchissima.
Edna stava facendosi tatuare tutta una rete di sottili righe verdi e
azzurre che a lavoro finito le avrebbero ricoperto per intero il corpo.
Edna una volta aveva anche assistito ad una seduta di Alba ed era
rimasta tanto colpita dal suo corpo che l'aveva utilizzato come modello
per alcune sue opere ed una l'aveva a lei regalata: era una lastra
metallica incisa col laser in righe sottili ove linee di carne e di
metallo si fondevano insieme dando l'illusione tridimensionale del suo
simulacro.
Alba si preparò intensamente al gran finale e quando si recò, sapeva
per l'ultima volta, dal cinese, lui subito capì che era giunto il
momento di completare il capolavoro.
Senza aver detto una parola, lentamente si spogliò e si distese nuda
sul lettino.
Il cinese, intanto, da una scatoletta foderata di velluto rosso aveva
estratto cinque anelli di platino di grandezze decrescenti.
Le luci questa volta furono calibrate sull'azzurro mentre la musica
techno e metallica pulsava con più complessità.
Il cinese si avvicinò ad Alba con una pomata anestetica, ma lei scosse
vigorosamente il capo.
I cinque anelli furono, con le apposite pinze, infilati: i due più
grandi nelle grandi labbra, i due medi nelle piccole labbra ed il più
piccolo nel clitoride.
Il calore e gli orgasmi multipli si susseguirono alla vampe di dolore in
Alba e quando il clitoride fu penetrato urlò di piacere mentre anche il
cinese raggiunse l'orgasmo.
Rimasero a lungo immobili abbracciati sul lettino bersagliati dalle luci
e dalla musica.
Il cinese quella volta non volle essere pagato e le offrì un tè al
termine della seduta, sapendo che sarebbe stata l'ultima.
Le disse di ritornare il mese successivo per un controllo.
Alba capì che il cinese voleva rivedere la sua opera, il suo
capolavoro, ed acconsentì volentieri a ritornare.
Tutte le sere Alba, prima di addormentarsi, mirava completamente nuda il
suo corpo riflesso negli specchi che aveva posto nella camera.
Un pomeriggio, mentre era sdraiata sul letto, riflessa dagli specchi
laterali e da quello sul soffitto, con musiche techno e metallica che
riempivano la stanza ed entravano pure in lei, accese luci strobo
multicolori, collegò la sua piastra neurale ad un programma
d'interferenza sistim ad ampio raggio, certa che in molti si sarebbero
collegati con lei.
Attivò pure il diffusore delta ed il proiettore olografico; le luci
strobo multicolori, divenute tridimensionali, la inondavano e cominciò
a seguire le storie che dal suo corpo si dipanavano verso gli specchi
per tornare a lei con sequenze sempre più vorticose in un set che si
stava dilatando all'infinito.
Luci, linee, metallo, carne, musica si fondevano in volute sempre più
armoniose e complesse, e da lei rimbalzavano sugli specchi per
proiettarsi poi nell'infinito per a lei ritornare in un feed back senza
tempo e senza fine.
Avvertiva storie sue e di estranei, storie di popoli e della stessa
Terra mentre la lastra olografica, con il suo ritratto che Edna le aveva
donato e che aveva appesa nella camera tra gli specchi, iniziò
anch'essa ad emanare linee di luce di carne e di metallo che da essa
andavano al corpo di Alba e da questo agli specchi, facendo apparire
fluttuante e lampeggiante a mezz'aria il suo simulacro olografico,
mentre la svastica impiantata emanava fasci di luce che dal sua persona
uscivano roteando generando l'immagine del vento solare.
Prese allora una lunga e sottile catenella argentea che si era procurata
quel mattino e con essa congiunse uno ad uno tutti gli anelli che le
spuntavano dalla carne, facendola passare al loro interno.
Techno, metallica, luci, colori, linee, carne, metallo, energie, tutto
era in moto mentre la catenella magneticamente trattata scorreva,
stringendo gli anelli, con un lento movimento quasi rotatorio e gli
specchi, divenuti finestre verso altri universi proiettavano carni ed
argenti in costante movimento, e lei ormai fissa ad apprendere storie
divenute aliene e non comprensibili per la loro immensità.
Come saette temporalesche, le linee, ora plasmatiche ed incontrollabili
si scagliavano verso gli infiniti, ed il corpo di Alba sovrapposto a
quello lampeggiante del suo simulacro, appena riconoscibile con metalli
e carne fusi assieme ed immersi nel vortice, riluceva: come le elitre di
un insetto, come le ali di una farfalla, come l'insieme di Mandelbrot,
come un mandala tibetano, come un orgasmo tantrico, come una nova in
espansione. Splendente di linee, di luce, di rumori e di energie,
metallico, angelico, satanico, plasmatico, concreto, sferzante,
agghiacciante, multiplo e poi dall'infinità sgorgò un urlo di piacere
disumano proveniente dagli spazi siderali e lei e il set attorno a lei
si frantumò in miliardi di frattali, per poi ricomporsi e di nuovo
disgregarsi in volute sempre più caotiche e complesse, mentre distanze,
tempo, percezioni e dimensioni note, raggiunsero gli apici del caos e
tutto intorno collassò riducendosi ad un sol punto, grande come un
coriandolo, luminoso, iridescente, concreto, vibrante, indefinibile,
mentre una nuova struttura frattale al suo interno si stava
riorganizzando e riordinando con regole diverse, aliene e
sofisticatamente ancor più astruse.
Il coriandolo luminescente si librò allora nell'aria, spinto in alto,
sempre più in alto, fino a scomparire del tutto nel cielo del tiepido
pomeriggio primaverile.
< FINE REGISTRAZIONE >
- Niente male! Artista - e l'editore tolse il collegamento.
< APPROVATO >
L'artista chiuse ogni collegamento, subito dopo stappò l'ennesima
lattina di birra e bestemmiando sottovoce si ributtò sul letto.
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