MAIL ART – 1  

Le pagine che seguono ripercorrono i miei primi venti anni d’esperienze vissute nel circuito internazionale dell’arte postale: gli scritti saranno asimmetrici, talvolta ripetitivi, circolari. Non geometria euclidea, ma frattale, la trama seguirà le esperienze di vita, rimbalzerà fino a ritorni imprevisti. Una lettura che potrà esser iniziata da qualsivoglia punto, un po’ come nell’Ulisse di Joyce. Si va da un intervento all’altro seguendo le varie rassegne alle quali ho partecipato, che s’intrecciano con quelle da me organizzate. Un saggio, che sarà una "mostra", una collettiva ed allo stesso tempo un’esperienza di vita. Un saggio, una collettiva, la mia ultima personale esposta nel villaggio globale: un unico intervento formato da un concatenarsi d’interventi che si sovrappongono, interagiscono, si ripetono, senza minimamente rispettare l’ordine cronologico e logico. Il tutto specchio dei miei affluenti che sono stati e sono (almeno i principali): Archivio Storico, Bureau de l’art, Vittorio Baccelli Magazine, La rivolta degli straccioni, FUCK, Alta scuola di Corrispondenza. Infatti la mail art, scrive (quasi) sempre al domani. Metà della mia vita l’ho passata in stretto contatto col medium postale, immaginatevi di ricevere ogni giorno, festività comprese, quattro o cinque lettere colme di gadget e cose varie da leggere, riciclare, catalogare ed ovviamente pensare alle risposte. Una faticaccia, ma me la sono cercata, inviando materiali artistici, scrivendo, contattando centinaia d’artisti o di sconosciuti. Ma cerchiamo d’andare con un minimo d’ordine: era il 1977 ed all’Università di Pisa, nel salone d’ingresso della facoltà di Lettere, affissi ANAEXPLOSION, un manifesto libertario e creativo che molto risentiva dell’influsso della rivista genovese ANA ETCETERA e che attirò su di se, e su di me che ne fui l’estensore, un forte interesse da parte dei miei colleghi studenti. E fu così che Vittore Baroni, allora già attivo mailartista, si mise in contatto con me, e da questo contatto – io allora poeta visivo – nacquero le prime collaborazioni e le prime conoscenze all’interno del circuito postale. Aprii poi il "Bureau de l’art » a Lucca in pieno centro storico, era uno spazio artistico autogestito e successivamente fondai la "Alta Scuola di Corrispondenza", ma andiamo per ordine. L’arte per corrispondenza è un’arte viva, aperta, collettiva, solidale, un processo che s’insinua nei ritmi quotidiani, il sogno di tante avanguardie di un’arte perfettamente compenetrata nell’esistenza fattasi realtà. Essa non è creata per musei e gallerie – anche se talvolta vi staziona di passaggio – soprattutto non è tagliata per i traffici del mercato e gli sbrodolamenti dei critici togati. E’ uno scambio libero e gratuito, una rete frequentata da giovani, vecchi e bambini, artisti affermati e principianti, casalinghe e scienziati pazzi. Questo mio intervento non vuol essere una vera storia di un fenomeno per sua stessa natura elusivo, difficilissimo da studiare in maniera scientifica ed esaustiva. L’arte postale non è un comune movimento formato da una manciata d’artisti, bensì una pratica che coinvolge migliaia d’operatori, con tali e tante ramificazioni da render impossibile conoscere tutto quello che accade in ogni momento nel circuito. Al tempo stesso questo non è neppure un intervento teorico sul ruolo innovativo della cultura in rete, da quella postale ad internet, è un manuale per chi non la conosce e per chi già è immerso nel circuito. Il progetto mail art nasce all’interno di una sollecitazione tesa a ricercare forme di comunicazione capaci di veicolare in modo universale i messaggi profondi che sottendono alle attività di promozione umana. L’arte è un linguaggio vivente, universale. Il linguaggio artistico può esser infatti considerato il linguaggio dei linguaggi: quello sulle cui produzioni poggiano le mitologie, sulle quali, a loro volta, si sviluppa e s’articola la vita sociale degli esseri umani. L’universalità dell’arte si oggettiva nella produzione materiale, nell’opera in se, ed esplica a pieno la sua valenza, riuscendo ad interagire – e non solo ad essere fruita – col sentire d’artisti e d’altri popoli. Una forma artistica veramente universale, senza limiti e frontiere, capace di favorire nuovi linguaggi espressivi universali nell’esaltazione delle migliori qualità proprie dell’uomo, l’intelligenza e la fantasia nel segno della pacifica, costruttiva, solidale convivenza trai popoli: ecco la mail art. L’arte postale mette in comunicazione artisti di tutto il mondo che dialogano tra loro utilizzando il mezzo postale per scambiarsi ed interagire con le proprie opere rispondendo a richiami, a progetti lanciati da latri artisti. Non importa il luogo dal quale parte il richiamo, può essere la grande mela, una cittadina perennemente innevata dell’Alaska, o un piccolo paesino di montagna, la mail art per sua natura è fuori da ogni esigenza commerciale o di territorio, non ricerca legittimazioni, non segue modelli, non aspira ad uno status: la mail art è l’affermazione della libertà dell’arte comunicata, totale.

(1.Vittorio Baccelli / segue) -------->

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senza titolo - H.R.Fricker

oltre il mito - V.Baccelli

ragged edge press

 

  

    avanti.........  

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Questa pagina è sperimentale, ovverosia di lavori in corso per il mio sito. Dovete sapere che il sottoscritto è un analfabeta informatico e pertanto tutto quello che vedete realizzato è stato (mal) fatto dal sottoscritto. Dunque abbiate pazienza, tra qualche anno questo (forse ) sarà un sito come gli altri, per ora prendetelo com'è.

 

 

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E questa volta siamo sicuri che tutto quanto funzioni?

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Storie di fine millennio - Prospettiva Editrice -

45 lezioni sul vuoto - Montedit - (di prossima pubblicazione)

Mainframe - disponibile su floppy

Empire State Building - può esser scaricato dal sito

Il gioco del tempo (bozze) - può esser scaricato dal sito

Ai critici integrali ed alla suffragette DADA

quando vi dico che c'è sostanza

cosa v'importa della stanza accanto

tra

gridi e sussurri sospiri e spaventi

mi sembra d'essere uccello tra serpi

vi date vi date suffragette del cazzo intanto la

casa di vetro v'assilla

di certo faville d'artista melenso

di prete taroccato e d'anarchico fiero

tette al vento culi in posa

lenzuoli a fiori nelle teste flippate

stanze affittate

ad ore.

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 Sto scrutando l'orizzonte alla ricerca del nuovo che non si manifesta.

 

Caro****

per ogni artista il proprio prodotto è unico ed insindacabile. Ed un artista è libero di fare ciò che vuole se è divenuto grande, oppure se produce solo per se stesso. Ma un artista giovane o sconosciuto nel momento in cui si propone ad una galleria o ad un editore per entrare nel mercato, è ovvio che è soggetto al gusto, alle necessità ed agli umori del mercato a cui si vuole avvicinare. Se non vuol esser condizionato da alcunché, lavora e produce solo per se stesso e per la cerchia dei suoi amici e parenti, è comunque piacevole!                                                                            

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SULL'ARTE E SULLA LETTERATURA

 

AVATAR

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Vittorio Baccelli – c.p.132 – 55100 LUCCA 

baccelli1@interfree.it 

http://baccelli1.interfree.it 

 

Vittorio Baccelli è nato a Lucca nel 1941, ha conseguito una laurea in lettere presso l’Università degli Studi di Pisa, libera laurea in Scienze Umane e Sociali presso la Città studio di Urbino, Master in Scienze biomediche con la Pacific Western University di Los Angeles. Attivo nel mondo dell’arte fin dagli anni 60, è poeta, scrittore e collagista.

E’ stato il direttore del mitico giornale underground "FUCK" e successivamente de "La rivolta degli straccioni".

Ha partecipato a rassegne multimediali e di mail art in tutto il mondo, è l’ideatore dei progetti "millennium" e "luther blissett experience"

E’ presente in numerose pagine web e collabora a varie riviste letterarie, ha pubblicato:

- La città sottile Stampa Alternativa, Roma 1979

- L’anima delle cose (con A.Bocconi) Tipografica Pistoiese, Pistoia 1981

- La mail art scrive al domani Centro Documentazione, Pistoia 1990

- Poetica italiana di frontiera negli anni 70 Centro Documentazione, Pistoia 1996

- Storie di fine millennio Prospettiva Editrice, Siena 2000

- 45 lezioni sul vuoto Montedit, Melegnano 2001

 

in preparazione:

- Mainframe

- La rosa gialla

 

 

 

 

COMUNICATO 

 

STORIE DI FINE MILLENNIO di Vittorio Baccelli - edizioni Prospettiva nella collana I RIDOTTI – pagg.88

L.10.000 - ISBN 88-87926-14-X

 

LUCCA - Interessante pomeriggio letterario all’antico caffè Di Simo ove l’associazione culturale "Cesare Viviani" con la collaborazione dell’associazione "Nando Guarnieri" ha organizzato un incontro sull’ultima opera di Vittorio Baccelli "Storie di fine millennio" recentemente pubblicata dall’editrice Prospettiva di Siena.

Il commento critico è stato affidato allo scrittore lucchese Bartolomeo Di Monaco e l’attore Enzo Parra ha letto alcuni dei racconti proposti e cioè: Il racconto dell’amico di Assuero, La scatola, Le metasfere e L’inquisitore.

Mentre Di Monaco ha affrontato un’analisi anche tecnica sulle modalità di scrittura dell’Autore, Baccelli ha risposto alle numerose domande che gli sono state rivolte dall’attento pubblico.

Al termine sono state vendute tutte le poche copie rimaste dell’opera, ma a giorni è in arrivo in libreria la nuova ristampa.

* * *

STORIE DI FINE MILLENNIO – In questi trenta racconti l’Autore ci conduce in tutta una serie di storie e situazioni a cavallo tra la realtà, o le realtà possibili e la fantasia più dirompente.

Il personale, nei suoi ricordi è filtrato attraverso riferimenti culturali e letterari che spaziano dall’underground a Stephen King, da Roland Topor a Valerio Evangelisti, da Wilhelm Reich a Friedrich Nietzsche.

Nell’ultimo racconto, Radici, già tradotto e pubblicato in inglese e che era presente nel catalogo della rassegna milanese CAOS, l’Autore scopre il mondo geometrico dei frattali assaporando l’insieme di Mandelbrot, s’addentrerà poi in successivi racconti, ancora inediti, nelle maglie del principio d’indeterminazione di Werner Heisenberg, traendone spunti originali ed intriganti.

 

 

conctat:

- vittorio baccelli – c.p.132 – 55100 LUCCA

- http://baccelli1.interfree.it 

- baccelli1@interfree.it 

 

45 LEZIONI SUL VUOTO

 

di Vittorio Baccelli, nella collana I SALICI della MONTEDIT

L.10.000 IBSN:88-8356-075-2 pag.30

 

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Il koan è un indovinello sacro e la letteratura zen ci narra che è sufficiente meditare anche su un solo koan per raggiungere la conoscenza. L’Autore s’addentra in questo testo della non razionalità, attualizzando brani di Tran Thai Tong, un monaco poeta vissuto nel 1200; eppure il risultato è attuale, ci troviamo di fronte a pagine assimilabili alle avanguardie ed allo sperimentalismo letterario contemporaneo. Pagine gustose ed irriverenti, surreali e comiche: ma quale realtà s’intravede dietro le frasi sibilline ed i versi liberi? Un misticismo ateo, una realtà antica e contemporanea, una concretezza che tiene radici nel passato ma si rivolge al futuro, una frattura temporale, uno shock culturale che potrà anche essere il veicolo per aprire una porta: la porta senza porta. Vittorio Baccelli, poeta, scrittore, collagista di fama, da anni indica al suo pubblico realtà diverse, universi che s’espandono o collassano, leggi fisiche randomizzate in improbabilità. Gioca con l’illuminazione, viaggia negli insiemi, azzarda nuove teorie quantiche: randomizzazione miracolistica, teorema di Aldrin, ecc. Il più grande coincide sempre col più piccolo, le realtà parallele s’accartocciano l’una sull’altra, il tempo s’incasina ed anche gli dei muoiono uno ad uno. Risoluzioni ed entità sempre più dense sfuggono al virtuale mentre pixel e frattali s’assemblano in forme sempre più complesse, e lui, il Tessitore, registra e trasmette….

(Brandolino da Sant’Ilario)

 

* * *

 

Vittorio Baccelli è un artista completo: scrittore, poeta visivo e autore di collages, ideatore di progetti multimediali e di numerose mostre che hanno avuto grande risalto su riviste culturali e d’arte. In 45 lezioni sul vuoto si ritrova la sua inesauribile voglia creativa sempre in bilico tra ricerca artistica e innovazione di frontiera: ogni realtà è possibile e la fantasia incontenibile. La non razionalità e la provocazione fanno da contraltare ad una determinazione culturale e il carattere innovativo di una avanguardia letteraria.

gli uomini di compassione pensano si tratti d’umanità

gli uomini di saggezza pensano si tratti d’erudizione

Spero che il lettore superi la prova del vuoto senza ricevere ciabattate nei denti e che assapori fino in fondo questo sperimentalismo illuminato.

(Massimo Barile)

 

Dopo il successo delle STORIE DI FINE MILLENNIO giunte alla loro seconda edizione, l’autore ci propone questo nuovo interessante testo.

Entrambi i libri possono essere richiesti al prezzo di L.10.000 ciascuno all’autore:

- Vittorio Baccelli – c.p.132 – 55100 LUCCA

- Baccelli1@interfree.it 

 

Le storie di fine millennio possono anche esser richieste all’editore.

www.prospektiva.it/carrello.htm 

o scaricate gratis dal sito:

http://baccelli1.interfree.it/pag.web.htm

 

 

ed ora un racconto

PIXEL

 

dal fiore giapponese alla coscia di rana

galvanizzata, bisognerà dormire a lungo

prima d’accorgersi del cambiamento.

(Breton – Eluard)

 

L’annuncio in rete è particolarmente esplicito "occhi verdi, rossa, giovane, bella e disponibile".

Digito la richiesta d’immagine e giungono alcuni particolari graziosamente invitanti, chiedo allora l’indirizzo e l’ho subito assieme ad un numero di cellulare.

Ma il nome della strada mi dice poco o niente, chissà perché non riesco mai a memorizzare le strade della mia città?

Mi collego al sito delle mappe, clicco l’indirizzo e dopo qualche avvicinamento, m’è subito chiara l’ubicazione di quella strada fuori dal centro cittadino.

Il giorno successivo, nel primo pomeriggio, mi reco all’indirizzo lungo una via di periferia che costeggia il vecchio tracciato ferroviario.

Fermo il modulo nel parcheggio del fabbricato – un fatiscente esempio d’edilizia popolare del XX secolo – e chiamo col cellulare.

- Ho visto l’annuncio.

- Dove sei?

- Proprio sotto casa tua.

- Sali allora.

- Ma non so quale campanello suonare.

- C’è scritto Raoul.

- OK! Arrivo.

Adesso so qual è il campanello giusto, suono, il portone s’apre ed inizio a salire le buie scale.

…ti piace il sesso a pagamento, brutto porco…

Cazzo, ricomincio anche a sentire le voci, eppure è già un bel po’ che non mi faccio, ma ci penserà il mio strizzacervelli a chetarle del tutto.

Arrivo sulla porta e lei, rossa di capelli mi aspetta lì impalata al secondo piano avvolta in una vestaglia…..ma quale vestaglia, è un accappatoio rosa.

Sarà uscita ora dal bagno?

ma quale bagno, ‘sta troia se ne fa uno dietro l’altro e figurati se ha tempo per fare il bagno

Entro in un piccolo appartamento in penombra; camera con luci soffuse rosse.

Mentre si sfila l’accappatoio ed inizio a spogliarmi la mente mi fa strani giochi e vaga su una lettera inviata alla rivista "Penthouse" nel novembre del ’72 da un lettore.

E’ la lettera–citazione con la quale s’apre il romanzo "dr.Adder" quello che nessuna casa editrice voleva pubblicare.

porco e fuso, fuso e porco…

"Anch’io sono favorevole a che la vostra rivista ospiti immagini di donne mutilate. Le donne con un braccio solo e soprattutto quelle con una sola gamba offrono un’eccitazione unica, e un servizio fotografico con belle ragazze mutilate sicuramente sarebbe gradito ai lettori"

Cazzo ma che mi viene in mente? Rimugino mentre sono alle prese coi lacci delle scarpe che non ci pensano neppure di farsi sciogliere.

dovevi venire con una motosega se sono questi i tuoi gusti attuali…

Scaccio l’intruso pensiero dalla mente, questo alter ego, o fondo-voce da ex tossico m’ha proprio rotto i coglioni, io sì che ora m’amputo questa parte di cervello.

Con la mano scaccio virtuali moscerini ed anche folli idee, lei intanto s’è già spogliata ed è seduta sul letto ad aspettarmi.

Finalmente mi libero dalle scarpe e finisco di svestirmi mentre l’osservo nella penombra rossa che sembra farsi di sostanza densa, c’è anche una musichetta in sottofondo che prima non avevo notato.

Sono nudo accanto a lei quando mi sembra che la sua gamba sinistra sia ora amputata e sul moncherino della coscia, attraverso l’aria che s’è fatta sempre più nebbiosa, quasi densa, scorgo un tatuaggio:

A

Ma non è la testa di un serpente fatta con penne a sfera e spille come quello delle puttane del dr.Adder; rappresenta una formica, perché una formichina?…

sei fuso, andato completamente, dai tira fuori la motosega e poi con la biro e le spille falle il lavoretto…e poi guarda che non è mica una formica….

E’ una formica, ed è ben fatta, è un lavoro professionale e non casereccio; osservo più attentamente il tatuaggio che si trova sul moncherino e mi accorgo che adesso è anche su una sua spalla.

Lei intanto completamente ignara dei miei voli, ha iniziato a succhiarmelo professionalmente e prima o durante, borbotta qualcosa sul fatto che il sole se ne è nuovamente andato.

come te, bello mio…

Si lamenta del sole partito, ma qui è quasi buio, che cazzo se ne fa del sole questa qui.

Intanto le sue carni mi sembrano avvizzite, ma poi tutto torna normale, anche il moncherino più non c’è ed al suo posto trovo una giovane flessuosa gamba, integra come l’altra.

Mi sdraio del tutto sul letto e mi lascio fare.

- Ci connettiamo con l’induttore o lo facciamo al naturale?

- Al naturale, ne ho piene le palle dei marchingegni virtuali.

- Come preferisci.

- Ma come ti chiami?

- Tatiana.

E mi suona falso, mi sto chiedendo se non sia Giuliana, una battona che ho sbattuto qualche volta anni addietro.

Tatiana un cazzo! ti sei accorto anche tu, vero, chi è?

Che palle le voci! Ma una volta non le sentivano solo i santi? Comunque questa è Giuliana, e ora glielo chiedo…

E s’è amputata per più piacere, il tatuaggio però non torna, non è quello giusto, avrebbe dovuto essere una testa di serpente e fatto a mano con penna biro e spilli.

Le lascio un centone sul letto, perché mi sembra che abbia finito.

- Fermo! Che fai?

- ………..

- Non si mettono i soldi sul letto!

- Per l’igiene?

- No cretino! Portano sfiga.

- Non lo sapevo, non succederà più.

E velocemente riprendo il centone e lo poso sul comodino.

Lei parla, parla, ma non la seguo, voglio chiederle se è Giuliana, ma non mi riesce, e dopo mi accorgo che neppure mi frega e mi ritrovo vestito di tutto punto fuori sul pianerottolo con la porta che si chiude mentre lei mi da un bacio sulla guancia e:

- Torna presto, amore.

Secondo me è Giuliana, scendo le scale, risalgo sul modulo, sono seduto davanti alla consolle pronto per partire, ma ho un presentimento: mi sbottono in fretta i pantaloni e guardo la mia coscia sinistra.

Lo sapevo! C’è tatuata una…. (formica?)

A

Mi rimetto a posto i pantaloni e scendo dal modulo, vado verso il portone, voglio risalire ed avere spiegazioni.

Ma il portone non è lo stesso e la fila dei campanelli è diversa e con nomi sconosciuti, la maggior parte dei quali sono scritti in arabo, solo il numero civico è quello giusto.

"Brutta troia amputata e anche araba" mormoro tra me e me mentre metto in moto.

….la prossima volta, dammi retta torna con la motosega…

Mi sa che darò retta all’alter ego, la prossima volta.

….e falle il lavoretto…

Mi ritrovo pure un tatoo, ma è una formica?

Formica, non formica, so un cazzo, comunque sempre uno schifosissimo insetto è.

 

 

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vittorio baccelli c.p.132 55100 lucca

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